Gioventù

Un salutino...ai miei lettori

LA CICLICITA' DELLA VITA

Oggi ...ora... adesso...oddio si è ripetuto anche quest'anno:si è ufficialmente ritornati al dovere... Fino a ieri ...si lo sapevo e pensavo..tra un po di giorni ho da affrontare un'esame di letteratura italiana..(.ho visto gli iscritti che lo sosterranno con me  Oddio Ste...c'è anhe il mostro!!!!...mah si non lo guarderò nemmeno...del resto sennò qualcuno mi uccide :) )

...Eh già...la vita ricomincia...come prima ...più di prima..la sua corsa ciclica...così inun batter di ciglia sarà natale...poi capodanno..poi il mio compleanno..poi la befana...poi carnevale...pasqua... estate...e giù di nuovo settembre...

Ragazzi voglio uscire da quest'oblio...voglio che la vita non sia così noiosamente ciclica, voglio un  po di brio...di pepe....ma del resto non è che dall'alto...nella nostra società non sia lo stesso...il mio piccolo mondo non è nient'altro che lo specchio di un asocietà stanca..vecchia ( lo dimostra anche il fatto che non nascono più tanti bambini).

Mi chiedo i nostri genitori come facevano....si sposavano presto...magari avevano già figli ,lavoravano e pure alcuni di loro sono riusciti anche a studiare e a completare gli studi.... Noi generazioni di oggi invece sembriamo arrenderci al primo ostacolo...vorrei recuperare un po della tenacia delle persone di una volta...

Lo so sembra un discorso serio e quasi sottotono per essere ad inizio settimana..ma purtroppo ogni tanto questi pensieri ti affogano la mente.

Buona settimana a tutti

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Lorena

Per cominciare meglio questa nuvolosa e fredda giornata di fine estate

Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati,
seu plures hiemes, seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

 Non domandarti – non è giusto saperlo – a me, a te
quale sorte abbian dato gli dèi, e non chiederlo agli astri,
o Leuconoe; al meglio sopporta quel che sarà:
se molti inverni Giove ancor ti conceda
o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde
del mare Tirreno. Sii saggia, mesci il vino
– breve è la vita – rinuncia a speranze lontane. Parliamo
e fugge il tempo geloso: carpe diem, non pensare a domani.

Ed eccoci qua ad incominciare un nuovo anno di lavoro!!!