RIFLESSOalloSPECCHIO

La partita


Mi siedo.Davanti a me una scacchiera di marmo lucido,quasi brillante,con tasselli bianchi e neri.Di lato ci sono i pezzi:quelli bianchi in avorio,quelli neri d’ebano.Il mio avversario che non riesco a vedere ma di cui percepisco chiaramente la presenza da una sensazione di disagio che mi permea,mi invita con voce fredda,quasi metallica,a scegliere.Prendo i bianchi,ho sempre scelto quel colore.Mi da l’impressione che ci sia del “buono” in quel colore.Avanzo con i pedoni(l’infanzia e le prime conoscenze della vita),subito Lui si contrappone(le difficolta’,i confronti con gli altri).Esco con il cavallo,elimino i pedoni che mi impediscono di avanzare(il sostegno dei genitori e degli amici,i legami che si rafforzano),faccio spazio all’alfiere che si incunea nella sua difesa aprendosi un varco(la consapevolezza, la maturita’),senza accorgermi che Lui mi attacca con la regina mangiandomi alcuni pezzi importanti(gli imprevisti,le coincidenze negative).Uso la torre cercando di ricacciarLo indietro,riuscendoci(rialzarsi dopo essere caduto ed aver perso la speranza).A questo punto Lo accerchio e lo stringo in una morsa cercando di metterlo in difficolta’,usando la strategia che ho imparato(l’esperienza e l’accettazione dei fallimenti),riuscendo a farlo sbagliare con il re ormai scoperto in balia della mia regina.Scacco matto!(la vittoria della Vita sulla Morte).Con un colpo violento il mio avversario spazza via dalla scacchiera tutti i pezzi frantumandoli.Finalmente riesco a vederlo: sotto quel cappuccio nero intravedo due occhi che sembrano lingue di fuoco che sembrano avvolgermi e soffocarmi, mentre mi lancia offese e improperi di ogni genere,minacciandomi e terrorizzandomi,ma solo per un secondo.So che ci sara’ prima o poi un’altra partita da giocare ma non mi faro’ trovare impreparato,mi allenero’e fino ad allora aspettero’,senza farmi sorprendere dalla sua inopportuna presenza…