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« Il primo sguardoClandestino »

Le mattine d'inverno

Post n°112 pubblicato il 06 Settembre 2006 da uforobot
 

Seduta sulla panchina non sfoglia più il suo libro. Riflette, ricorda e sorride.

La signora Amelia era dolcissima e per lei, giovane donna dell’est, era stata una vera fortuna accudirla. Le cure all’anziana le avevano garantito casa, lavoro e permesso di soggiorno.
Si guardò allo specchio, Iryna. Era ancora bella. Il rosso dei capelli lisci e lucidi le incorniciava il viso e gli occhi azzurri erano laghi limpidi adagiati con grazia fra le sensuali  colline del suo viso.

Si vestì velocemente e andò a preparare Amelia per l’abituale passeggiata mattutina.
Al solito parco l'aria era pungente ma gradevole. Amelia adorava le giornate gelide, diceva che il freddo la faceva un po’ ringiovanire. Così sedettero sulla panchina al sole e la signora tirò fuori l’uncinetto.
- Amelia, ti si congeleranno le mai.
- Ma no! Muovendole avrò meno freddo.
Iryna sorrise e prese dalla borsa il suo piccolo libro di grammatica italiana. Era a buon punto, aveva già imparato molte cose. Si esprimeva discretamente e cominciava a cimentarsi con le parole scritte. Piccole frasi  dietro gli scontrini della spesa, fino a quando Amelia non le aveva regalato un quaderno su cui fare esercizio.
- Sai, il mio povero marito - disse l’anziana mentre sferruzzava - odiava le giornate così. Diceva che il freddo gli entrava nelle ossa e si ostinava a rimanere a casa. Io invece, appena vedevo il sole, con la scusa della spesa uscivo di corsa a respirare l’aria fresca. E un giorno…
Sorrise e scosse la testa, come per liberarsi di un pensiero di troppo.
- Un giorno? – chiese Iryna incuriosita
- Un giorno andando alla piazza del mercato incontrai un bel giovane che vendeva la frutta. Portava delle splendide arance in un paniere e cantava a squarciagola per attirare l’attenzione.

Iryna respirò a fondo l’aria gelida e ricordò la corte spietata di suo marito molti anni prima. Le notti sotto le coperte calde. I risvegli pieni di sorrisi e dolcezze. L’odore del suo dopobarba sulla biancheria…cose lontane, lasciate nell’est.

Era giovane Beppe, molto più giovane di Amelia, ma l’intensità degli sguardi aveva annullato le differenze. E il cuore d'ognuno aveva preso a battere all'unisono, scordando  i vincoli e gli affetti.

Amelia divenne silenziosa ed il respiro si ruppe d’emozione per quel ricordo segreto. La giovane donna, ripose il suo libro e le cinse le spalle con affetto.
- Sarà meglio rientrare, Amelia.

Nell'aria trasparente chiude gli occhi e sospira.

La primavera arrivò scordando il gelo dei giorni di febbraio e, come per seguire quelle mattine frizzanti ed argentine, Amelia partì per l'ultimo suo viaggio. Serena, in una notte di luna a spicchio, fra i sussurri rassicuranti di Iryna, che la tenne per mano anche per quella passeggiata.

Seduta sulla panchina non sfoglia più il suo libro. Apre la borsa e tira fuori l’uncinetto. Sferruzza con le mani leste, esperte e senza nemmeno accorgersene sussurra “muovendole avrò meno freddo”.

 
 
 
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