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Post n°128 pubblicato il 27 Ottobre 2006 da uforobot
 

immagineAndava, l'uomo, con l'andamento che poco ha del contadino. Eppure egli veniva dalla terra, ma poi aveva studiato, lontano, profugo ed offeso dalla diversità del mondo.

Andava per l'umida campagna, fra i sassi che l'avevan visto crescere. E avvicinandosi alla casa l'ansia si moltiplicava, vedendo l'alone chiaro del lampadario a gocce.

S'immaginava già la scena che di lì a poco gli si sarebbe figurata. Sua madre accanto al corpo inanime del padre, nel pianto l'attendeva, dondolandosi il dolore nel rito aspro delle antiche prèfiche.

L'uomo s'avvicinò in silenzio, senza abbracci nè parole per chi lo aveva partorito. Abbassò le lunghe ciglia scure sull'arcata esausta dello zigomo: un composto e sobrio inchino, per quel padre che non lo aveva amato.

Avertì l'odore della terra intrisa e ricordò ad un tratto la sua vita altrove. Passò davanti al letto e uscì fra l'erba umida e frusciante. Entrò nell'auto pulita e silenziosa, sfiorò la vecchia cicatrice sulla mano, lasciata dall'irosa falce di suo padre e nel diafano bagliore ch'era intorno, da solo sommessamente pianse.

 
 
 
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