le ali nella testa

Gente del Sud


Sono nata in Sicilia, io. In un paese della provincia messinese. Una vallata profumata d’agrumi e attraversata da un fiume ricco d’anse e rocce levigate. L’acqua è gelida e riottosa, e scorre adirata fra gli argini rocciosi, quasi ruggendo, come una fiera in gabbia. La vegetazione lungo il fiume è selvatica ed aspra, ma lungo i fianchi morbidi della valle, gli agrumeti addolciscono il panorama. Il colore solare delle arance, profumate e lucide, riempie gli occhi e il cuore di qualcosa…un pensiero, una sensazione, un moto romantico e struggente dell’anima che ti porti dentro per sempre. Sono stata invitata ad una festa, la festa della Calabria e ho trovato occhi fratelli e parole familiari. Mani nodose e generose che mi hanno ricordato quelle di mio padre. E sorrisi e sguardi che hanno dentro la profondità di quel mare condiviso, che taglia in due l’Italia, come un padre buono che separa due fratelli litigiosi, o un marito geloso, che tiene lontani due amanti appassionati. Le correnti hanno levigato le mie e le loro spiagge e il vento ha trascinato i profumi dalle due coste al largo, facendone inebrianti mulinelli di aromi mediterranei. Cosa abbiamo, noi gente del sud, dentro il cuore? Cosa ci fa sentire simili ed unici? Sono gli eventi della storia, forse, o forse il mare. Non so. Mi perdo negli sguardi e nei sorrisi dei volti calabresi e cerco e trovo la mia gente, la sua accoglienza, le sue virtù. Sento la risacca del mio mare e il profumo dei pampini madidi di rugiada; nel loro idioma gli accenti armoniosi del mio ed il suono, inconfondibile, di strumenti tipici e canti antichi. Chiudo gli occhi ed immagino, senza difficoltà, d’esser tornata a casa, fra gli agrumeti assolati e gli spruzzi gelati del fiume Alcàntara. A un tratto sento una mano sulla spalla, riapro gli occhi e qualcuno mi offre un cestino pieno di cose preziose mandatemi da chi mi aveva invitato alla festa. Sorrido, ringrazio e mi riconosco nell’altro, che lieto mi porge la cesta. Le sue mani potrebbero essere le mie, le sue parole suonano della cordialità a cui sono stata avvezza. Gente di cuore, noi, gente del sud.