le ali nella testa

Il viaggio


Mentre l'auto beveva a grossi sorsi l'autostrada, la mia famiglia cantava ed io mi perdevo nei pensieri che ancora non volevo abbandonare. Adesso riposa, mi dicevo, ma le ossessioni che per lungo tempo t'hanno posseduto non ne vogliono sapere di lasciarti in pace. Nemmeno se gridi loro di sparire.Ancora strada, dritta e senza intoppi fino a Salerno. Ma poi verso il sud ancora più sud cominciammo a rallentare, inciampando nelle incongruenze umane. Ponti lasciati monchi come invalidi di guerra e l'autostrada stretta, ricurva, deviata, straziata da cantieri in perenne stasi; vuoti, abbandonati al tempo che peggiora ed acuisce l'incuria. Quanto spreco d'anni e di denaro!Ma piano, andando avanti, la natura si aprì come un album di fotografie a regalarci il mare, l'azzuro terso del cielo e ancora gli uliveti e gli agrumeti, di foglie lucide al luminoso riverbero del mezzodì.
La natura supera sempre le aspettative umane, pensai. La natura compensa, regala, si adatta e sopravvive alla follia umana. Gli occhi mi si riempirono di lacrime, non so perchè. Ed ingoiando l'emozione per quegli scorci così spettacolari, mi lasciai riempire il cuore e liberai la mente dalla tirannia passata. Adesso risposa, mi dissi. E guardando il mare blu mi addormentai.