le ali nella testa

Premonizioni


Arrivò lieve, come uno spirito leggero e trasparente, a sfiorarmi la guancia con un bacio, negli istanti intorpiditi che precedono la veglia. Ed io, aprendo gli occhi, mi spalancai ai ricordi di quella casa antica, con il gesù che mi osservava dal quadro ornato di fiori sempre freschi. L'odore del pane sfornato e bruciacchiato sopra, e dei biscotti al burro con la granella bianca  di zucchero. Le ciambelle al miele e la granita al cioccolato. La zia delle meraviglie, piccola e fiera, nel suo vestito lungo fino ai piedi con il grembiule a fiori blu. La zia delle filastrocche antiche e in rima, di quei detti strani che ancora non capisco. Degli sculaccioni finti per darla a bere a mamma, della ninna sulle ginocchia ossute e del mangiadischi nuovo, delle tarantelle. La zia di tutti e solo mia, perchè ero l'unica che sapeva fare l'uncinetto. La tata preferita, la vecchietta buona, la maga, la fata, la cantastorie allegra. La mia zietta canterina, con la voce da usignolo che riempiva i pomeriggi caldi e silenziosi del vicolo deserto, dietro la chiesetta del carmine. La saggia mattiniera, la consolatrice di tutte le mie lacrime. La mia compagna e madre e sorella grande. Arrivasti lieve, come uno spirito leggero e trasparente, a sfiorarmi la guancia con un bacio, negli istanti intorpiditi che precedono la veglia. Il telefono squillò ed una voce disse ch'eri appena volata via.