le ali nella testa

Un passo dopo l'altro


Si sale, scorrendo veloci e temerari i margini taglienti del pendio scosceso. Senza guardare troppo verso il basso, ché lo sgomento rende il cuore inarrestabile e le viscere un groviglio. Si sale, ancora e ancora, con la caparbietà di chi non ha altra scelta, se non quella di rimanere fermo, sospeso fra la coscienza del tempo che scorre ed il rammarico degli atti mancati.
Si sale, ed ancora si chiede all'aria d'essere respiro e all'amore d'essere conforto. Non s'indugia più di tanto sull'equilibrio che vacilla al vento, nè sul dolore che appesantisce il petto. Un piede dopo l'altro, un giorno dietro l'altro e un mese, un anno, un'intera vita.E poi s'allunga ancora il passo e si prosegue fino alla cima che ancora non si vede. Fino all'appiglio dell'ultimo sasso che sporge. E poi si scorge, di lassù, la lunga strada fatta e ci si sente stanchi. Invecchaiti dalla stessa caparbietà che ci ha portati in alto.