le ali nella testa

Il gioco


Trascorrevo spesso i pomeriggi afosi a pancia in giù sul letto, a rileggere giornalini masticati e lisi. Mi piacevano i fumetti e i libri d'avventura...tutto quello che mi permetteva di sognare. La mia famiglia non viaggiava molto, ma la fantasia in questo m'aiutava!Quanti sogni avevo! E quanti voli lusingavano il mio cuore affamato d'emozioni!
Quando poi la frescura del tramonto mi rendeva libera di correre per strada coi bambini del quartiere, la mia mente che poco prima era volata altrove, si riposava e consumava l'energia che a quell'età sembrerebbe eterna.Un pomeriggio mi ritrovai in un enorme girotondo, pieno di sorrisi e canzoni in rima. Il cerchio s'arricchiva a tratti di bambini nuovi e la mia mano destra di colpo rimase orfana della compagna accanto...Senza guardare, tutta intenta alle rime ed alle filastrocche, l'agitavo per riprendere il contatto e chiudere così quel girotondo monco. Non avvertendo alcun contatto mi girai di scatto e...Fabio mi sorrise, gaio, agitando il moncone del suo braccino nato strano.Mi frugai dentro a lungo, lo ricordo, senza trovare una parola, una soltanto, che desse voce al mio rammarico. Lo guardai arrossendo, credo. Lui continuò a sorridere e mi disse "non fa niente!". Il girotondo si chiuse quando afferrai quel braccino focomelico, nel vociare innocente ed istintivo dei dieci anni...e fu il gioco che non ho più dimenticato.