le ali nella testa

Il dono


In un cassetto le mie dita impazienti hanno trovato un bigliettino giallo. La scrittura, inconfondibile, è quella di mio padre, piegata a destra ed allungata sulle gi. La data, un giorno di marzo dell'ottantacinque. Il mio diciottesimo compleanno. Mentre la mia mano un poco trema, la mente decisa torna indietro a quando attendevo i suoi regali, che avevano ancora il sapore di quei legami forti, che non sai spiegare senza piangere. Torna veloce, e non c'è argine che tenga, a quando i doni erano una cosa immensa, come un abbraccio e un bacio, di una notte di natale a raccontare di tempi andati.
Tra i miei pensieri scorgo rassicurante il bagliore del suo sguardo, che s'accendeva di mille  luccichii, parlandomi di lui bambino. E più m'incanto davanti a quei ricordi e più il pensiero non vuol tornare indietro, mentendo spudoratamente alla ragione.Ma io so dove il pensiero mi conduce, ogni volta che ripenso a lui. Mi porta sulle rive lisce di quel lago, dove insieme s'andava a pescare trote. Dove in silenzio ascoltavamo il verso degli uccelli e le mie domande trovavano sempre una risposta certa. I suoi doni eran molto più di quello che adesso il commercio possa offrire, seppure di una disarmante semplicità. Una rosa, una foglia di vite essiccata, un sasso bianco con sopra il mio nome dipinto...ed io, bambina, non chiedevo altro, perchè avevo tutto."..Marzo 1985- diciottesimo compleanno.Il mio dono quest'anno è un libro bianco, che aspetta d'essere riempito. Mi piacerebbe tu scrivessi le parole tue più belle, quelle che non hai imparato da nessuno. Quelle che non sai di possedere, ma che sentirai arrivare lievi dal tuo cuore. AuguriPapà"Buon anno a tutti!