le ali nella testa

Le facce del dolore


Mi venne incontro e mi strinse generosamente nel suo abbraccio. Era rimasta sola, ma non piangeva per quel lutto così poco atteso. Sorrideva triste, parlandomi dell'assurdità di lasciarci sorprender dalla morte. Ogni vita finisce con la morte e noi ancora ce ne sorprendiamo, mi diceva.La guardai con le lacrime agli occhi per quella sua sorella gaia che se n'era andata presto, lasciandola quasi come un'orfana. E lei, col suo rosario opaco fra le dita, mi disse che adesso avrebbe pregato d'andar via alla svelta, per non restare sola troppo a lungo. Ché non è mica semplice continuare alla sua età da soli, quando, per tutto il tempo che c'è piovuto addosso, abbiamo avuto un angelo custode!Teneva la mia mano e mi sospirava accanto. Mi guardava piangere e mi consolava lacrime e sighiozzi, con l'espresione di chi pensa che tutto il mio soffrire sia solo il frutto dell'essere ancora troppo acerba.  Non è debolezza, sembrava sussurrarmi, è quella strana forza del dolore, che non riesci ancora a controllare, perchè i tuoi anni hanno visto morire poca gente.Ed io, ch'ero andata là per consolarla, mi ritrovai fra le sue braccia, a sciogliere pian piano i miei singhiozzi accorati  di fragilità.