le ali nella testa

Le note


In quell'aria d'attesa che avrebbe sempre ricordato, la bambina puntellava i polpastrelli attenta allo spartito e la musica ne usciva con la monotonia degli esercizi d'impostazione della mano.
Non c'era naturalezza dentro la melodia. Era, piuttosto, qualcosa di diafano e lontano , di cui ricordava ormai a memoria movimenti e note, tanto che lo spartito diveniva vano e superfluo.Leggeva note in superficie e nel profondo si amareggiava per quelle sue, che rimanevan soffocate dal dover fare e dire e poi cantare e solfeggiare.Ma quando disobbediva, come aquilone controvento e barca contro la corrente, e la lettura ella abbandonava all'ira inutile del suo maestro, le note dal profondo cominciavano ad evaporare. E l'armonia riempiva l'aria tenue del pomeriggio uggioso e poi ancora scandiva quel tempo mesto delle scelte altrui e delle domande: "chissą quando capiterą anche a me di assaporare i baci che adesso son proibiti..."La voce, ancora bianca ma soave, s'affiancava e s'intrecciava ai suoni dei tasti neri e bianchi. Come pudica amante tremava ed avvolgeva e assecondava, facendo della musica il suo sogno, e di quell'armonia il sospiro in fondo al pianto.