le ali nella testa

L'intrepido cercare


Non trovo, nello stridore dei giorni che m’affollano il cuore, una consolazione al mio rimpianto, che aspro, come una mela acerba, consuma l’energia del quotidiano vivere. Non c’è, forse, dolore più grande del non trovare le risposte giuste a chi le chiede con la necessità del cuore. A chi ha creduto in te e t’ha seguito silenzioso nel tuo inquieto cercare le risposte a tutto. Mi rendo conto a un tratto di non avere le parole per compiacere e consolare e confortare, ché spesso anch’io chiedo, senza chiedere, lo stesso tipo di considerazione. Ma è come sapere che chiedendo perderò il rispetto, come sbriciolare il tozzo di pane, che miracolosamente ho guadagnato, per ritrovar la strada del ritorno. Come un disperato Pollicino, vecchio e intestardito dalle sue stesse incoerenze.  E così scrivo e scrivo ancora, come fosse l’unica pioggia rigenerante e fresca, come l’ultimo porto di questo mare di tempesta inaccessibile. Scrivo e spero che le mie parole mi portino conforto, sapendo già che non sono in verità per me e per il mio dolore antico. Ma, al contrario, per tutte le persone che mi son rimaste dentro, incastrate fra il rimpianto ed il dolore del mio vano ed intrepido cercare.