le ali nella testa

Guardando il cielo


Il cielo d'ambra o di cobalto non l'ho mai temuto, anzi mi ha sempre affascinato. Rimanevo, da bambina, a mirare la forma delle nuvole, sperando di scorgere un qualche segnale divino. E mentre tutto intorno costruiva un credo di cartapesta, i miei occhi non si stancavano di cercare, né il mio cuore di capire. Perchè i divieti e i dogmi non mi convincevano e il dolore della gente mi sembrava il mio. Pensavo, e penso ancora, che se davvero un dio movesse le nuvole del cielo e se per suo volere s'alternassero stagioni ed ere... se davvero c'è una mente grande che ha riflettuto a lungo e concepito e dato e tolto... se fosse, se è così allora io non ho paura e non accetto limiti nel credere, né divieti o storie tramandate. Non accetto l'oro degli abiti talàri, io ripudio tutto ciò che toglie dignità a chi già ne nasce privo. Rifiuto il dogma perchè mi viene imposto, mi riempio il cuore di speranza che in ogni nuvola, in ogni battito d'ali o in un fruscio di fronde ci sia un'anima più grande. E nella mia speranza credo, senza le falsità di frasi ripetute da copione.Ancora spesso alzo lo sguardo e parlo con mio padre, di cui  ricordo molto bene il viso. Mastico il dolore piano, per averlo perso troppo presto e ancora spero che trovi la sua pace... in una nuvola, nel volo degli uccelli, nel vento tiepido d'aprile o in qualunque cosa si celi un dio.