le ali nella testa

Troppo presto


L’aria è immobile e silente, coperta ancora dal velo blu cobalto della notte. Il cielo all’alba si rischiara, compiaciuto dagli esigui rumori che la natura concede alla città.Socchiudo la porta della cameretta: dormono, le mie bambine. Le guardo dalla fessura sottile che separa dal mondo il loro sonno ingenuo. Le palpebre lisce e perse in sogno, le guance di color ciliegia, le mani chiuse intorno a chissà quali pensieri...Avranno il tempo dell’affanno e l’ansia d’ingurgitare vita a cuore acceso, mentre tutti intorno si sentiranno spenti. Ma adesso dormono, cullate l’una dal respiro dolcissimo dell’altra.
Ho avuto paura di scoprire che sarei stata madre. L’ho desiderato, eppure l’ho temuto. Ho pianto, combattuta fra la felicità e la rabbia quando ho saputo che avrei messo al mondo due future donne. Di entrambe le attese ho meditato ogni momento, ché non è cosa semplice mettere al mondo un figlio… ancor meno, forse, s’è una figlia. Ho pensato al loro viso e alle loro mani, alla prima delusione e sofferenza. Ho provato il batticuore per ciò che sarà del loro amore quando saranno grandi. Penso, respirando il loro sonno placido,  ad altre figlie. Figlie violate e perse, piccole e docili, soavi e acerbe, ribelli e fantasiose, cadute dal nido troppo presto. Poi torno a guardare l’alba, e sospiro... trovando, nel ricordo di carezze lontane, il coraggio atavico d'essere madre.