le ali nella testa

La miciaia


C'erano, per la strada di pietre levigate e lucide, giochi acerbi di spintoni e corse senza fiato. Nell'aria pesante di tramonto i ragazzini vociavano attorno alla sua gonna lisa. Lei era magra ed accondiscendente. La seguivano fedeli numerosi gatti che, dalla penombra untuosa della sua dimora, andavano dietro ad ogni passo nella speranza di ricevere carezze e avanzi.- Maria la miciaia - dicevano i bambini.- Eccola che arriva - gridavano a gran voce, deridendola.E la rincorrevano nella scomposta discesa della strada che finiva su una curva stretta e consumata. Lei non se ne curava. Si girava e chiamava i suoi gatti sorridendo ed ammiccando. Arrivava alla chiesa antica e, lasciando fuori dalla porta le sue adorate bestie, entrava per un cero e una preghiera. Un giorno mentre se ne tornava a casa dalla sua passeggiata rumorosa, un ragazzotto spavaldo ed arrogante con un sasso la colpì nel volto. Maria s'accasciò tenendosi la fronte. Poi si alzò e, prendendo in braccio uno dei cuccioli più belli, raggiunse il piccolo vigliacco, che nascose subito la mano... non credo per vergogna, penso piuttosto per paura d'essere picchiato.Maria gli porse il gatto, un batuffolo tigrato, tenerissimo:- Tienilo tu - gli disse - gli animali t'insegnano ad amare. Gli sorrise e, contati gli altri gatti perché nessuno di loro rimanesse indietro, continuò, sciatta e matta, la sua strada.