le ali nella testa

Non desiderare...


Non aveva più il cuore. Continuava a cercarlo, nella parte sinistra del torace, ma non sentiva più il solito familiare tum tum, sotto il palmo caldo della mano. Eppure da sempre, da quando aveva sentito quello di suo padre, egli lo aveva trovato tutte le volte che, per gioco o per rassicurazione, era andato a cercarlo. Proprio lì, sempre nello stesso p
osto, fra lo sterno e il capezzolo sinistro. Nel suo petto glabro di bimbo, sul torace largo e irsuto di uomo. Tum tum tum tum. Il ritmo della mia vita, pensava ogni volta. Il ritmo del mio respiro, dell'ardore che metto in ogni cosa, dell'ira che mi squassa in due, della gioia che mi sorprende davanti alla mia donna.Non desiderare la roba d'altri. E' peccato, non si fa. Eppure, si era detto mille volte, è umano, è normale. Il suo compagno di banco aveva una collezione di figurine magnifica. Non c'era niente che potesse renderlo più felice in quegli anni, che gli aumentasse i battiti del cuore. Tutti quei rettangoli perfetti con le immagini dei calciatori sorridenti, schierati come soldati nell'album senza neppure una piega. Ordinati, a fare bella mostra di sè... Non desiderare la roba d'altri. Neppure una volta? No, è peccato, non si fa. Il collega con quella bellissima casa sulla collina. Tanto spazio per i suo figli, l'aria buona che li fa crescere sani e la luce, il giardino e l'officina per passare il tempo. Il vialetto con i cipressi in fila, come damigelle che s'inchinano al passaggio del vento e le aiuole coi colori di tulipani. Se solo avesse potuto... tum tum...tum tum...Non si fa.Lei gli passò accanto un giorno. Accanto ai sensi o al cuore, non lo ricorda bene adesso. Ma sa di averla sentita arrivare, con il suo lieve fruscio di seta fra le gambe snelle. Sa che in quel momento il cuore fece un tum di troppo e gli saltò nel petto, dicendogli a suo modo che qualcosa stava per cambiare. Non aveva mai percepito un desiderio così forte; d'improvviso dai suoi pensieri era emersa, come da un fondale sconosciuto, un'isola ignota dalla quale non riusciva o non voleva più fare ritorno. Dalle sue rive mirava la costa familiare e consumata dagli attracchi e gli sembrava che rimanere al largo, su una terra meno ferma ma più rigogliosa all'occhio, potesse rinvigorirgli il battito del cuore. Ancora una volta.Non desiderare la donna d'altri. Per quanto sia umano, comune, scontato, tarlo costante della carne, dolce dolore e novella euforia... non desiderarla, mai, è peccato.Guardala senza toccare, pensala senza sognare, amala senza soffrire.Non ha più il cuore, ormai da tempo. Ogni tanto se ne ricorda e cerca nel torace canuto. Nessun rumore, il ritmo è sparito, lasciando solo il respiro stanco. Non prova alcun dolore, non ha alcun rimpianto, nè sa dove quel rassicurante tum tum sia finito. Non se lo chiede più, non vuole,non brama,non spera,non teme,non vive,non ama.