Rifluttuando...

Un pò più in là...


Oggi è stata una giornata particolare. Sto vivendo questo periodo un pò come i pittori. L'ispirazione guida ogni gesto, nella mia testa passano figure indistinte che mutano repentinamente ogni volta che sfiorano i miei pensieri.Le fasi di transizione, dovrei saperlo, sono così. E' un pò come trovarsi nel bel mezzo di un lungo ponte tibetano: non puoi, contemporaneamente, concentrarti su quello che c'è sotto, quello che ti resta davanti, quello che ti sei lasciato dietro. Forse, a pensarci bene, potresti essere terrorizzato da tutte e tre le cose. Ma non ci pensi, e cammini. Piccoli passi, ben misurati, e lo sguardo che, falsamente distratto, fa i conti con i pensieri più svariati: è una situazione stabile, anzi no, ora cede una corda, e io cado. Ma quando finisce 'sto ponte? Salvo che, ogni tanto, guardi avanti. Quando sei al centro, ti sembra di non avanzare mai. Invece, che strano. Se ti guardi indietro dici: ma sono già arrivato fino a qui?E di colpo, tutto appare incredibilmente semplice. Sono qui, lo sto facendo, è un passaggio, e prevede il superamento di uno strapiombo, di un abisso, di un qualcosa che è lì, non ce l'hai messo tu, ma è ciò che ti separa dalla prosecuzione del tuo viaggio. Anzi, nè è parte integrante: di quell'adrenalina che ti scorre nelle vene te ne ricorderai, quando racconterai agli amici il tuo viaggio. Quel viaggio che forse, senza la necessità, ad un certo punto, di staccare i piedi da terra, non avrebbe mai avuto motivo di essere raccontato. C'è sempre un viaggio che ci separa da una meta, un attraversamento di tante fasi, facili, difficili, piene di contraddizioni, o elementari nella loro ovvietà.Quello che ho imparato, tra ieri e oggi, soprattutto, è che il paesaggio è destinato a cambiare a ogni piè sospinto. La neve, da due giorni, sembra essere diventata un sottofondo grigio che ha un ruolo ben preciso: rendere educatamente monotonico lo sfondo, per far risaltare i dettagli, per concentrarsi sulla vita che scorre, non sul fondale scenografico, immobile e, a volte, davvero teatrale. E la vita scorre, scorre, scorre. Quant'è ingannevole lo sguardo di chi cammina prestando attenzione solo a se stesso. Perchè, intorno, il mondo cambia, e tu ti muovi, cammini, a piccoli passi. E anche se il mondo non cambia, tu cammini. E quindi, la tua visione delle cose, la loro posizione nello spazio, varia. Camminare verso, muoversi da, andare incontro a. Tre situazioni di transito, ma che esprimono chiaramente la volontà di prendere una direzione. Poi, di colpo, alzi lo sguardo. Sono già qui.La vita aspetta. Un pò più in là.