IMPEGNO RIFORMISTA

FESTA FARINA E FORCA


FESTA FARINA E FORCA <!-- @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --> FESTA FARINA E FORCA   Quello che era già accaduto nel corso della precedente amministrazione, in piena continuità, si ripete oggi: “Cambia solo la mercanzia, ma il mercato è sempre lo stesso, e il mercante pure”. Oggi, come ieri, si tiene in piedi una coalizione la cui tenuta è assicurata esclusivamente dal collante gestionale e dalla logica del DO UT DES . Questo grazie alla complicità di una minoranza in cui chi tace acconsente; chi vota il bilancio come atto di sudditanza, prima di saltare il fosso o per familismo amorale; chi è in minoranza solo a giorni alterni; chi da esponente di una lista civica si dichiara indipendente e, fatto ultimo, abbiamo assistito sbigottiti nella seduta ultima di consiglio comunale alla fattiva e speriamo gratuita “collaborazione” offerta sulla questione PUC da taluni consiglieri di una minoranza oramai sempre più minorata. Il tutto tra il sinistro silenzio e l'indifferenza di una città che, NAUSEATA, aspetta con rassegnazione il suo triste destino, una città indebitata con un escamotage tecnico-finanziario fino al 2035, una città dove la percentuale di raccolta differenziata è il frutto di un artificio, una città con un piano traffico caotico, una città che qualcuno definisce del commercio, senza che vi sia un piano commerciale degno di questo nome, una città ove esiste una sottile linea di demarcazione fra gli interessi pubblici e quelli privati, dove i progetti di rilancio sono di tipo edilizio, ossia poveri di idee ma pieni di interessi, una città che è stata spudoratamente cementificata, dove i pochissimi spazi rimasti chiedono pietà, pur sapendo che il loro grido di dolore sarà forse inascoltato con l'avvento di un PUC la cui redazione è costata ai cittadini, circa cinquecentomila euro, ma che ora, secondo qualche “piccolo Bohigas” necessita di radicali e sostanziali cambiamenti da affidare al dirigente al ramo, chiaramente di indicazione Partito democratico. Al contempo, l'amministrazione continua a portare avanti una politica clientelare, senza nessun progetto, trasformando la città in un feudo. E tra bilanci comunali mascherati, problemi abitativi irrisolti a Montevescovado, strutture carenti e servizi insufficienti, lavori pubblici rappezzati e spesso inutili, la casta locale propone e propina le solite brave NOTTI BIANCHE. La giustificazione di spesa e di impresa che si da all’evento notturno/mondano è motivata con il tentativo di giovare e rinvigorire il commercio cittadino che langue. Sarà… ma riesce veramente difficile credere che tali feste notturne nascano da tali motivazioni.Qualcuno dovrebbe spiegare perché ciò che non si riesce a vendere di giorno, si dovrebbe poi vendere di notte. E' più facile invece credere che, come al solito, non ci sia nessuna progettualità all'orizzonte. Il poeta latino Giovenale, trattando di come i governanti suoi coevi, si assicurassero il consenso popolare, riferisce che lo facevano con “Panem et circenses”; letteralmente“ Pane e giochi al circo” ovvero la pratica del Potere di assicurarsi il consenso popolare con distribuzioni di alimenti e attività circensi. I Borboni avrebbero poi affinato il protocollo di gestione del potere, aggiungendo un terzo requisito alla precedente metodica. Alle Feste e alla Farina, nella Napoli Borbonica, si sarebbe aggiunta la Forca. Era, in sostanza,il governo delle tre F, con il quale si forniva al popolo la Farina, troppo poco per vivere e troppo per morire veramente di fame, le Feste, per non pensare alla fame e la Forca, ovvero con la pratica delle impiccagioni si dava dimostrazione del potere Lo stesso accade oggi, in una città anagraficamente invecchiata, priva di progettualità future che costringe i suoi giovani ad emigrare, segni evidenti questi di una fase di declino che lentamente conduce al baratro...eppure loro festeggiano, lanciando fumo negli occhi dei cittadini, ma soprattutto dei nostri giovani, dando loro il superfluo quando, invece, mancano del necessario.E’ di progetti e di risposte nuove che i giovani hanno bisogno, non di amministrazioni che alimentano le ambiguità tra diritti e favori, tra governo e gestione. Fortunatamente i giovani riconoscono chi ha autorevolezza e chi, invece, esercita solo l’autorità e amministra la città con una tecnica perversa, sviando l'attenzione dei problemi e facendo ricorso alla collaudata politica del “ FESTA FARINA E FORCA ” Fatto ancora più grave è quello di aver impedito, con la collaborazione asservita di taluni organi di informazione e la inesistenza della opposizione, il sorgere di un dibattito politico essenziale per sostenere la crescita della democrazia, attraverso proposte capaci di disegnare un sistema amministrativo migliore dell'attuale, che resta sicuramente un esempio concreto di cattiva amministrazione e non certo un modello da seguire ”.     .         Massimo Torre e Francesco Cicalese         Condividi il canale video di Impegno Riformista su www.youtube.com/ILDUBBIOTV