PENSIERI DI VITA...

Stelutis Alpinis...


 
 Stelutis alpinis è uno fra i più celebri brani corali della tradizione italiana, composto da Arturo Zardini (Pontebba, 9 novembre 1869 – Udine, 4 gennaio 1923).Scritto in friulano è per gli abitanti di questa regione, e non solo, un vero e proprio inno. Composto da Zardini quando era profugo a Firenze durante la prima guerra mondiale, non è un brano popolare ove per popolare si intenda di provenienza orale e quindi di valenza assoluta per gli appassionati di etnomusicologia, ma si tratta di un brano d'autore sia nel testo che nella musica.
Si richiama vagamente nella forma alla villotta friulana in cui due parti superiori (tenori primi e secondi) procedono per moto parallelo e una o due parti inferioni (bassi e baritoni) "contrappuntano" sui gradi fondamentali della scala, in questo caso di Re maggiore.È un caposaldo indiscusso della musica corale che gli estimatori del settore trattano come "una reliquia" proprio per la sacralità di un testo che, pur non facendo riferimenti espliciti a scritti religiosi o liturgici, è considerato la vera preghiera dell'alpino, e spesso è cantato durante le celebrazioni liturgiche a cui partecipano i militari di montagna.
 La bellezza e la dolcezza del brano è stata avvalorata da esecuzioni splendide da parte di grandissimi cori come i Philippines Madrigal Singers di Manila o il coro Tone Tomsic di Lubiana.Numerosi anche i compositori che hanno tenuto in considerazione il melos del brano per una propria rivisitazione come ad esempio Antonio Pedrotti per il coro della SAT, Mario Lanaro, Lamberto Pietropoli eccetera.Fra gli artisti che sono stati ispirati dal brano vi è anche Francesco De Gregori che l'ha ripreso nell'album Prendere e lasciare. 
L'interpretazione migliore per questo brano è da intendersi "sottovoce" con alcuni piccoli crescendo per l'enfatizzazione di qualche parola. Un vero e proprio madrigale moderno di valore inestimabile, narra di un alpino morto nella grande guerra, il quale si rivolge alla propria sposa, dicendole che lui e la stella alpina le saranno sempre accanto.
 
              Se tu vens cà sù ta' cretis,                là che lôr mi àn soterât, al è un splàz plen di stelutis:dal miò sanc 'l è stât bagnât.Par segnâl une crosutejé scolpide lì tal cret:fra chês stelis nàs l'arbute,sot di lôr jo duâr cuièt.Ciol sù, ciol une stelute:je 'a ricuarde il néstri ben,tu 'i darâs 'ne bussadute,e po' plàtile tal sen.Quant che a ciase tu sês solee di cûr tu preis par me,il miò spirt atòr ti svole:jo e la stele sin cun té. Traduzione Se tu vieni quassù tra le rocce,laddove mi hanno sepolto,c'è uno spiazzo pieno di stelle alpine:dal mio sangue è stato bagnato.Come segno una piccola croceè scolpita lì nella roccia:fra quelle stelle nasce l'erbetta,e sotto di loro io dormo serenoCogli cogli una piccola stella:ti ricorderà il nostro amore.Dalle un bacio,e poi poggiala sul tuo seno.Quando a casa tu sei solae di cuore preghi per meil mio spirito intorno ti volaio e la stella siamo con te.Dal Web.