Rigitans

Crisi: togliamo i privilegi al Vaticano e legalizziamo droga e prostituzione


Il titolo riassume il senso del post egregiamente. L'Italia, alla fine (vi ricordate il Berlusconi tranquillo che diceva che l'Italia stava meglio di altri, che non c'erano problemi etc? Ecco lo statista di Arcore...pernacchie sono permesse) dovrà pagarla cara la crisi capitalista volta all'impazzimento. Decine di miliardi di tagli, lacrime e sangue per i soliti noti, dipendenti, poveri, svantaggiati.Mi chiedo allora, a parte far pagare evasori fiscali e qualcosina ai ricchi: perché anche la Chiesa non fa la sua parte? Un miliardo di euro di finanziamento pubblico tramite l'otto per mille (di cui, ricordiamo, solo il 20% va alle opere in tutto il mondo), più altri 2 miliardi di esenzioni di tasse come l'ici sugli immobili commerciali (leggasi profitti della Chiesa e del Vaticano).Dimezzare i fondi dell'8 per mille signica trovare subito 500 milioni di euro, senza mettere in crisi il culto. Rimettere l'Ici sugli immobili commerciali e l'Ires significa recuperare centinaia e centinaia di milioni di euro l'anno, mettendo i negozi cattolici alla pari di quelli laici (leggasi libera concorrenza).In questo periodo poi, chi non soffre è la mafia, che con prepotenza e violenza continua a far soldi. Due temi su cui si arricchiscono sono droga e prostituzione. Non riusciamo ad evitare che la gente si droghi e che vada a puttane. Che facciamo?In tempo di crisi, forse, sarebbe il caso di pensare alla legalizzazione di questi due temi, in modo da controllare da una parte e avere regolarizzazione e introiti dall'altra.Quanti miliardi di euro avremmo da queste modifiche, da queste riforme, risparmiando così tagli a servizi fondamentali per chi non ha una vita di agiatezza?