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Referendum e sanità


Delucidazioni sul referendum del 25 e 26 Giugno in materia di "devolution sanitaria" Referendum e Sanità, ciò che non dicono...Il 20 maggio si sono concluse le richieste ai Comuni, per l'assegnazione degli spazi elettorali relativi al prossimo referendum del 25 e 26 Giugno. Siamo quindi ad un passo dall'inizio della campagna elettorale riguardante questo importante tema, che necessita di una degna discussione che, non può essere rimandata all'ultimo minuto.Si parla del referendum confermativo sulla cosiddetta Devolution, o per meglio dire sul Federalismo Fiscale tanto ambito dalla Lega Nord e in particolare dagli elettori lombardi e veneti.Di cosa si tratta ? In parole povere tutto ciò che riguarda la Sanità, l'Istruzione e la polizia locale, passerà di competenza alla regione e non saranno più sotto controllo statale.Per oggi parleremo nello specifico della sanità e di quello che realmente potrebbe accadere ma che nessuno vuol render noto al grande pubblico italiano.L'Intera assistenza e organizzazione sanitaria passerà nelle mani della regione, che automaticamente nel giro di pochissimi anni andrà ad acquisire ospedali, aziende sanitarie locali, centri di guardia medica e cosi via. Nel contempo lo stesso personale che lavora in queste strutture, non verrà più stipendiato dall governo centrale italiano, ma verrà stipendiato dalla regione di appartenenza. Tutto ciò potrebbe essere un bene se non per alcune «sviste» abbastanza macroscopiche. Le spese delle regioni andranno ad aumentare notevolmente ma non avranno maggiore gettito. Da questo ne deriva che le regioni che fanno gia fatica a mantenere un bilancio in pareggio, si ritroveranno delle enormi spese che non potranno più supportare se non tramite tagli di personale, con la chiusura di intere strutture mediche o con un cospicuo aumento della tassazione.Tuttavia è previsto dalla costituzione che nell'intero territorio nazionale deve essere fornita un'assistenza sanitaria con una qualità minima, che deve essere in linea con quanto viene espresso dal modello sanitario costruito dal Servizio Sanitario Nazionale. La devolution però provoca una incapacità da parte delle regioni più svantaggiate ( comprese però anche Liguria, Marche e Umbria ), una incapacità a coprire con le prorie risorse e quelle derivate i fabbisogni sanitari.In effetti le risorse derivate, consisterebbero nel versamento da parte dello stato di fondi nazionali incassati tramite varie tasse in tutto il territorio, che vengono ridistrubuiti alle regioni in base a un metodo di perequazione, ovvero in base a quanto ogni regione è in grado di guadagnare tramite le proprie tasse. Più una regione guadagna ( tramite IRPEF, IVA e altre fonti ), maggiori saranno i fondi che riceve tramite la perequazione.Se in regioni del Nord Italia, come Lombardia, Veneto e Piemonte potranno usufruire di servizi sanitari d'eccellenza, le altre regioni non potranno più dare delle adeguate garanzie ai residenti. Questo causerà senza dubbio un incremento della «mobilità sanitaria», ovvero l'aumento di cittadini italiani che dovranno viaggiare in altre regioni per poter ottenere delle cure adeguate. C'e' però un'altro problema dovuto all'attuazione della devolution, alcune strutture ospedaliere avrebbero il potere di vietare l'accesso alle loro strutture ai non residenti o richiedere il pagamento di tasse extra per poter usufruire dei servizi medici da loro offerti.Per questo è importante andare a votare, ma ancora più importante è andare a votare NO, per mantenere unita l'Italia e non sfasciarla. Tratto da: Il Pensiero