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Pesce in scatola


da www.verdi.it                                                                      Pesca insostenibile, più di quanto stabilito dagli accordi internazionali, mettono a rischio il tonno rosso. Wwf si appella alla UeTonno rosso a rischio. Lo denuncia il Wwf, che ha stilato un rapporto sulla pesca e gli allevamenti intensivi di questa specie di tonno che solca l’Atlantico orientale e il Mediterraneo. L’associazione chiede l’intervento della Ue, che ha oggi prontamente risposto dicendo però che anche la specifica autorità internazionale (Iccat) deve fare la sua parte.I giapponesi infatti vanno ghiotti per il pesce con il quale si prepara il sushi e il sashimi, e sono disposti a pagare cifre sempre più alte. Disponibilità che alimenta la pesca eccessiva e lo sviluppo vorticoso di modalità di allevamento insostenibili e contro natura, nei quali i tonni sono messi all’ingrasso. La quota annuale di pescato di tonno rosso, fissata dalla Commissione Internazionale per la conservazione del tonno atlantico (Iccat) a 32.000 tonnellate, denuncia il wwf, è stata superata del 40%, arrivando a 44.948 tonnellate nel 2004 e a 45.547 nel 2005. Contando le catture non denunciate, secondo il Wwf si oltrepassa quota 50.000 tonnellate. Una condanna a morte per la sopravvivenza della specie. A dare il colpo di grazia alle popolazioni di tonno è arrivato appunto il boom delle 'fattorie galleggianti' nel Mediterraneo, che sono passate dalle 49 del 2004-2005 alle 62 del 2006. Isi aggira intorno ai 20)he degliara  sviluppo degli allevamenti intensivi, nei quali i tonni sono messi tonni vengono catturati quando ancora non hanno raggiunto l'età riproduttiva (che è tra i 5 e gli 8 anni, mentre l’età media si aggira intorno ai 20), per poi essere parcheggiati nelle fattorie galleggianti dove vengono nutriti forzatamente, successivamente pescati e messi in commercio. I principali responsabili dello sfruttamento di questo pesce sono, riporta il rapporto del Wwf, Unione europea, con la Francia in testa, seguita da Libia e Turchia. A questa conclusione l'organizzazione ambientalista è arrivata confrontando i numeri ufficiali sulla pesca riportati dai Paesi con quelli sul traffico delle navi container adibite al trasporto di tonno fuori dal Mediterraneo. La Francia nel 2004 ha dichiarato all'Iccat 7.030 tonnellate, mentre l'Eurostat ne riporta 9,450 tonnellate, con un eccesso di pesca di più del 50% rispetto alla quota stabilita. I primi ad accorgersi della penuria delle nuove popolazioni sono stati gli stessi pescatori, che nello Stretto di Gibilterra - fa notare il Wwf - negli ultimi tre anni hanno catturato l'80% in meno di tonno rosso rispetto alla fine degli anni '90. Di qui l'appello per uno stop della pesca a livello internazionale.“La Commissione europea non deve rimanere inerte di fronte al collasso di un metodo di pesca millenario e alla sparizione di una specie simbolo del Mediterraneo e dell'Atlantico”, chiede Michele Candotti, segretario generale del Wwf Italia. Pronta la risposta di Bruxelles: “La Commissione europea esaminerà tutte le informazioni che le saranno inviate sul rischio di estinzione per il tonno rosso”, ha annunciato Mireille Thom, portavoce del commissario europeo alla pesca Joe Borg, che ha però ricordato che la sopravvivenza del pesce non dipende solo dalla Ue ma appunto anche dall'Iccat.