Rigitans

Giustizia di Regime (Contro l'amnistia di classe)


Riporto per intero sul mio blog molto volentieri quest articolo di Marco Pannella pubblicato su L'Altro, il nuovo giornale di Piero Sansonetti, ex direttore di Liberazione, giornale del partito della Rifondazione comunista, ex testata del partito radicale sempre di Pannella.«Quello che di impressionante vi è da sottolineare immediatamente all’attenzione di tutti voi è la mole dei procedimenti pendenti, cioè, detto in termini più diretti, dell’arretrato o meglio ancora del debito giudiziario dello Stato nei confronti dei cittadini: 5 milioni 425mila i procedimenti civili, 3 milioni 262mila quelli penali (che arrivano a 5 milioni con i procedimenti pendenti nei confronti di ignoti, ndr). Ma il vero dramma è che il sistema non solo non riesce a smaltire questo spaventoso arretrato, ma arranca faticosamente, senza riuscire neppure a eliminare un numero pari ai sopravvenuti, così alimentando ulteriormente il deficit di efficienza del sistema». Povero, caro ministro Alfano. Lui così equilibrato, moderato e misurato, quando riferisce alla Camera sullo stato della Giustizia sembra quasi un radicale. E’ costretto dalla dura eloquenza delle cifre ad assumere il nostro lessico, notoriamente eccessivo: "impressionante", "vero dramma” "spaventoso arretrato" e via esagerando. Addirittura parla di "debito giudiziario dello Stato" e dice bene. Si tratta dello stesso Stato nel quale ogni neonato che viene alla luce, ha già sulle spalle un debito di poco meno di trentamila euro. In vent’anni, ciascun italiano si trova à dover pagare 300mila euro di interessi su quello stesso debito. Resta solo il dubbio se chiamare tutto ciò "fallimento" oppure “bancarotta fraudolenta". Lo stesso vale per il debito giudiziario. Sommando civile (con tutte le nefaste conseguenze che esso provoca per l’economia, le imprese e le famiglie) e penale, l’arretrato dei processi arriverà presto alla cifra iperbolica di 11 milioni di procedimenti pendenti. I dati ufficiali sulle prescrizioni dicono che sono almeno due milioni, nell’arco di un decennio, coloro che hanno goduto, di questa speciale "amnistia di Regime". Se poi si aggiungono quelle del ventennio precedente, si deve arrivare almeno alla cifra record, rispetto a qualsiasi amnistia, di 5 milioni di prescrizioni. Però Di Pietro dice che no, l’amnistia "non serve" perché bisogna prendere "il toro per le corna, cioè costruire più penitenziari". E aggiunge che "i detenuti devono stare dentro, per non farli tornare a delinquere". Complimenti Tonino! Intanto i ladri, gli assassini, i corrotti se ne vanno liberi e i loro reati rimasti impuniti, grazie alla prescrizione, cioè all’amnistia più sporca, vergognosa e corrotta prodotta strutturalmente e meditatamente dal Regime, abisso di infamia anche se confrontato con quello precedente, fascista. Esistono dunque, caro Tonino, caro Alfano, due, "amnistie". La nostra proposta, fondata sul diritto e finalizzata a una grande riforma della Giustizia, mai concessa, rifiutata da eredi comunisti, dal Regime - al solito con loro; e quella imperante, imposta a un popolo martirizzato e oppresso, clandestina, strisciante, di massa e di classe prodotta dalla seconda Partitocrazia, quella che ha sostituito la fascista. Noi Radicali, vogliamo una linea chiara e ufficiale di politica giudiziaria, per stabilire i reati da amnistiare; loro optano per questa "amnistia" anonima, banale come il male totalitario, illegale, l’assassinio di Stato chiamata prescrizione, affinché faccia liberamente il suo corso, devastando la Giustizia e lo Stato di diritto, i tribunali e le carceri, le famiglie e le vite. Del resto, di che stupirsi? Tutto questo è avvenuto, avviene ma non dovrà più avvenire, peggiorando il fascismo in tutti i settori della vita politica e civile, nel vissuto di un popolo. In particolare in campo giudiziario, con la distruzione della Giustizia, che mai in questo paese aveva raggiunto questi livelli di inciviltà e di barbarie.