delirio

Usati e gettati


Svolazza leggero, anima di cartagiocando a prendersi con un bicchiereruzzolante plastica scalciata; pareil tovagliolo un gabbiano nel gran marepiazza realmente virtuale procellosacol bicchiere bramoso di berselo d'un fiato.Fredda l'aria s'arresta tra i dentia catturare gemiti fantasma, stretticircoscritti allo scenario di rapportiinscenati, ispirati e stampatiascritti da una raffica agli schermimugolanti faville vaghe chè nel giro d'orizzonte che si socializzapazzia. Viralità d'un fantasmagli occhi buca, infilzando spiedinidi neuroni alle orecchie: "Vorresti/Vuoi/ Stai girando un video?/ Bravo/ Bene/ Fallo che mi piacese ti fa piacere: fallo che mi si facciaun sarcofago virtuale: malevola l'orazionel'erezione/ l’interpunzione/che ci si stracci di pelle spogliatiquel tanto da morirne: senza circonvenzioned'incapace: l'ordalia sugli accendiniaccesi dei social: che si fa come al concerto:euforica star: rabbia a dilatarti il sesso: eccita:: sì: porca per me: per te: per gli altri: per tutti:... Per sempre?... Comunica che ci sono ora:poi non più: una volta bevuta".strania che un fazzolettino bianco di cartasi rincorra con un bicchiere di plasticanella solitudine della piazza girandoin tondo realmente solitari. Il bicchierestride trasparente, strusciando rumorosola gioia stupida per il gioco feroce.Il foglietto prende il volo eleganteannichilente la folatail bicchiere lasciando in bonacciainchiodato ad un fermoimmagine.