delirio

Ceppi stellanti


 Tosto insceno la notte ed imposto la voce:"Di certo non tuche ti dici riccio..."Affumicato canticchio che rigiro castagneannunciando un cambio:"Braciper il tuo corpo appetibilepolpa da sfarinare sul palato.L'anima già la bevo dagli occhiincandescente brusta fumante crosta."Perciò ti chiedochi resista al pungere dei tuoi aculeinel ventre molle dell'Ippocampo.Non lasciare che sia il primo geloa dirmelo, tra colpi di tosse, traspirandovapori dalla bocca, pur io ansantefaccia al cielo, rinsecchita bucciatarlata di vermi lunaritosto che si inscena la notte: onde radiantinell'universo quantico, si è e non si èallo stesso tempo in ogni luogo;non il destinoe nemmeno la fede o il caos ci guidanobensì l'apparire-scomparire nostroprima e dopo le curve spazio-temporaliche più non ci si vede ma ci si sentepresenza: respiro cosmico delle galassie.Così insceno la notte con braciimpostando la voce:"Di certonon tu, disillusa, che ti dici riccioall'abbraccio resisterai chiusa:carne universale ti apriraifragranza"... Intanto rigiro castagnesogno non-sognointrecciantisi membrascoppiettanti ceppi stellanti.