delirio

Romea


Vuoi proprio saperlo? Sono io scrittaspesso pronunciata a sproposito.A me mi scrivono, non fosse scorrettomi verrebbe da dire. Ed io, parolacerco d'accontentare l'immaginarioiperbolicamente regalando illusionedi non essere solo verbo ma pure sostanzadi segno grafico d'un volto l'abbozzopiù uno scarabocchio certe voltequasi uno scarafaggio: amo le metamorfosi.Linguisticamente parlando trascendoper versi romantici, andando oltre il realeritrovandoci l'inconscio che conformarealtà: un viaggio da goccia a fiumecon ritorno a scìa sulla guancia giovane o vecchia.Magari appresso ad un sorriso, come quello:la vedi, ragazza, illuminarsi che dei capellisi fa treccia? Timido, lo sguardo sfuggeal pavimento, da dietro il paravento delle lentigioca con il di lui inseguendosiche ci si amoreggia con i limitida ginocchio a ginocchio, fin sotto i tavoliove osano le mani farsi amanti segretinello sfiorarsi per linee sui palmiesplorandoci la vita, la salute, la fortuna...sgusciandosi di tra le dita. Intanto che ci si parlaalto in compagnia, un mondo di occhici bazzica d'intorno; come api sapientiprendono e danno tra miele e fieleaffannosa ricerca di reciprocità.E'in essa il senso del basso e dell'altodel lungo e del largo. Tutta la sensibilitàci sta nell'epicentro nervosogiusto sulla retta dell'ipocentronell'onda sismica d'una scossa dirompente.Detta amore io sono: una parola, cinque letterea-m-o-r-e, descritta, implorataesortata per farmi lievitare formasostanza evocata. Già che si parla altoin compagnia, mimetizzando empatiesmorfie in condivise emozioni: aspettativaè di lingua furtiva fulmineache fuoriesca e scorra lungo le labbratumide, a che, seguendone contornidetermini l'intreccio: tradimentoforse, di certo passionalità... Così per morire, mi si fain una sola parolaamore 
ElettrikaPsike il 10/12/16 alle 21:09 via WEBTi avevo appena ringraziato per un tuo commento…e ti dicevo, appunto, che mi aveva fatto uno stregonesco piacere, leggerlo. Laddove stregonesco era da intendere come profondamente e stranamente accattivante. Ecco, ora leggendo il tuo post, penso la medesima cosa…Come Le Fanu, nel suo gioco dilatato di specchi ritornanti con la sua Carmilla, Mircalla e Millarca, stretta in un’anagramma di vite, la tua Romea è uno stregonesco lavoro di ermeneutica! Come la vampira romantica, la tua Romea, mescolata d’Amore e perduta in se stessa, si giustifica, spiegandoci la sua alienazione…Cerca d’accontentare l’ideale di cui ha sete l’umano immaginario, regala iperboli e diventa strega, trasformando verbi in sostanza e sostantivi in coniugazioni…Segni e simboli, graficamente, poi, abbozza e cancella; facendo, talvolta, vedere solo le assenze vestite di rimandi. A segrete metamorfosi e sotterfugi letterari, ricorre, con riferimenti autorevoli di romanzate trasmutazioni e linguistici viaggi…Romanticamente si plasma ad ogni volto, per ogni goccia di desiderio scorto. Carpisce tutto: Sguardi che sfuggono per gioco, da inseguire con i sogni di una mente che anticipa e predice il tocco caldo di un corpo; carezze sfiorate oltre i limiti di spazio e segreti…Carpisce, intimidite, le fuggevoli richieste, e distingue ogni timidezza dal più calcolato piacere di rimandi e di intimi accenni che lambiscono la vita che rasenta dai ricami incisi nel palmo di una mano…Carpisce furtivi azzardi accarezzati in dialoghi muti di occhi e sgusciati fra le dita…Carpisce i sussurri incontrati nell’alto di voci accerchianti, in un contorno di folla vicina e sbiadita, in un mondo a parte. Carpisce, infine, ogni affannosa urgenza di ricerca per cibarsi di un accenno e di un appiglio di reciprocità indifferibile. Così, si…lei è chiamata Amore. Anche se in silenzio, anche se dissimulata in empatie mimetizzate da smorfie, imbarazzi e turbamenti per corrispondenze d’ innamorata complicità e in aspettative guardinghe, non dichiarate… E’ conosciuta come Amore ed aspetta, palesata e clandestina, trasparente o taciuta, di scorrere lungo le umane labbra per definire i contorni di ogni parola, lacrima o sorriso, e ricamare le brame del suo intreccio. Ed infine, Amore fa anche quello…cambia identità alla sua androgina anima: e per i versi di chi ha congiunto amore e morte in un solo abbraccio di veleno sepolcrale, si spoglia e si riveste con le sembianze di chi ama. Facendo del suo maschile nome, Romeo, l’abito di una donna…