delirio

Coda in gola


Cosa mi instilla in cuore paurascollinando ultimo raggio di soleche ci sto sulla scaletta poggiata al fienilepreda di umori svaporanti?I richiami vicini lo diconodelle bestie rientratedelle fatiche spesedel sudore raffredatosi sotto le ascellee intorno al collo, fin giù per la schienale membra afflosciando.Ma essi non dicono del buioperchè debba inquietare peggioche nella lotta, il fuoco, tra formiche rossee scorpione: scadenza imposta;non dicono se, a sottoporre a tale provasiano mani fanciulle incurantiintente all'innocenza d'un passatempo.Perchè mi piacerebbe saperlo, scrivoperchè mi sento spesso di morire.Allora cerco di sgattaiolare fino al tettonello scadermi di fronte e di tergad'ultimi baluginii che ci sto già sulla scalettarapito dalle svisate di pipistrellibadando bene di disorientare la morte.Perchè dicono di lei che senta la puzzadi chi ha paura.E chi ha paura, per lei, è già morto.Dunque mi sforzo di raccontare un lemmapunta di un iceberg linguisticoinfestonato di luci, allontanantesi lemmelemme, incastonato di boriaalgido come si conviene, così candidoquasi un pupazzo di neveterribile nei sogni nel cozzare di partisommerse e mai espresse, se non capovoltedi senso: urticanti prese di coscienzanegli urti... e mi par d'aver detto tuttoanche del pur minimo desideriodel suo squassare il petto con colpi di tossein quel vuoto opprimentealienante come uno strusciare di codain golapaura