delirio

Macerie


Mi arrendo al trillare acceso dei grillitra cespugli smagriti dalla sete;nel divampare d'un segnale orridomi arrendo; all'opalescenza che zittas'è spenta la brezza, mi arrendo: fatuanon frusta più, con schiaffi rimestandol'averno. Sedendo nel buio cripticodubbioso degli scricchiolii mi arrendoalla terra rendendo la sua pacepur scomposta d'ossa e fragili nervidi cigolii arsa, fino nei sommessigiunti rugginosi, a notte di brusiilamentosi. Alle macerie del casonon mi arrendo: connessione imperfettadi storie convergenti nel baratrofacente che esista sequenzialitàdegli errori, colpevoli più o meno comunque atti propedeutici al dramma.