delirio

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 pur tra mille clamori d'inarresafortezza sospesa su faraglioniin te fammi entrare: dalle tue spiaggecantano persino conchiglie vaghe; pur col tuffo nel secco di sciroccodi gabbiano che trafori con schioccosuperficie di raso mare. Animacorallina lasciati penetrare  anelito di bellezza nell’ariaa che possa cibarmene smodato:fino dalle viscere vulcanichecanto aleggia ch'è della madreperla.  Libero e impavido, non tralasciandosquame magmatiche di preda vintalucente a morte nel becco, emergendourlo lussurioso in cielo fondente radioso, poserò la spoglia intintanegli ultimi guizzi di sole a spruzzosu scogli di zigomi prospicientimondi alla deriva, carezza  mi sarà salsedine, brezza dolce commiatod'alghe immaginifiche: lampo umanosii all’imbrunire, a che orgasmi libertàmorta estate naufragante d'ignavia.