delirio

Un dì in corsia


Sono qua seduto da ore ed ore, qua:sulla penna puntando inchiostro densoritagli agnostici pensando, non atei.Senso cerco al lercio che sfugge e stonacalando sudario su decomposta carne.Banale si dirà: ma cosa più assilladi un tacere che sà di eterno?Ciò sempre mi rilascia nella menteviva del rosso di una tuta, una scena.Non un sogno: appena un dì per corsieruzzolava portantina con su un vecchio;ceruleo l'incarnito, eppur teschio vivoscolpito e tondo, a capo d'ossa aguzzegli zigomi e fosse gli occhi vitrei;appena sotto i crateri delle guancealtro abisso è bocca: spalanca sul nulla.Eppur vivo, è d'un verso sdentato e buiod'universo, ch'è meraviglia non ghiacci.Seppure ancora vivo, sebbene stento,coprendo senile oscenità col confortod'una risposta, non farebbe opera buonaEssadonandogli del degrado e del sipario calantela ratio?Copricapi avulsi ci si montano idee stranein testa e che ci si avvitano in quota al puntoda non starci più in vita, anche se sorrideElla...  sì, la Morte sorride, anche fosse a bocca asciuttabella e giovane, sempreLeisorride._Attirandone a sè il lettuccio, per l'ospedale lo menaspoglie esibendone ancor vive, non appassite del tutto.Giovane e biondaLei:radioso il sorrisovolontario narciso, sembra dirlo senza farsi beffequanto sia bella e giovaneLeial confronto con lui: vecchio, allo stremoormai solo ricordo per l'eremo d'un loculo.