delirio

Vorrei dirti che son tornato


Perdersi per imparare a prendersi parola mi insiste e tracima in gola, quando assolato mi disperdo fruscìoavventato. Intorno fiamma spaesata viaggio: mi richiama all'ordine alito di te che, tanto contrastato, accendesofferenza di braci mai morenti. Sì che, cancellare del tuo passaggio le tracce, sia come errare, rotondodimenticatoio di patrie. A memoriacome fo, mi rassegno fitto in mente, a dirti di essere tornato, pensoguardandoti che s'addormono braccia,se persiste in testa un percorso vagose non si è più in grado di ricostruire quell'intrico mentale ch'è tornare ? Ecco un problema serio per le fogliea primavera: sì tenere e perseverdi come un libro per le mani: partono per smarrirsi tra le righe scolorite d'inchiostro e spazientite che, sicure, s'apprenda ingiallendosi, coniugando allo stesso tempo l'arte di prendersi per poi tornare vivea perdersi. Perseverano loroch'è tutto un vibrare oblivio ostinato.Poi che devono ammettere e smettere presto, stormendo s'infervorano alte.Perchè addensa sempre più confusa ombraviaggio ora solo per strisce di pannain cielo: la mano è nervosa, sbaglia frequenza; prova più sicura non hoper dirti che sono tornato e stancosussurro a pelle, tu così leziosa...  che credo sia servito a pocoperdersi per riprendersi in locoti dico inerte alfine: appena basta sorriderti, sopravvivendo visonel gelo condensa incollata al vetro.