delirio

A darci il dito al dio della poesia


 Nulla di più dispettoso e irrispettosooltre che perditempo e ritardatariodel dio della poesia: un giorno ti sveglie te lo vedi che ti sembra stia a tenertipalpebre aperte, lasciandoti credereche ti stia baciando pupilla, opacaancora del sogno, con l'ispirazione.Repentino, indi assente si rende e celiaasserendo dal cielo che, di lui,non c'è di che fidarsi a dargli un ditogià che ti prende braccio e stanzacon destrezza annullandoti estro.Chè, la vera poesia, sostiene perfidosia quella di quando non ci si è piùe resta tazza deposta sul porfidoa distanza ancora fumante d'orzo.