delirio

Arpicorda il cuore


Incastonata tra il sogno e la vegliamessa lì, gemma nel frutto ci staviincarnata stretta, come rubinoda melograno che golosi si apra.  Ora, che sgranati hai gli occhi di stelleeterea passione brilli purpurea, alle labbra succosa mi sei in goladeliziosa al palato ch'è notte alta. ricordi che avevo sul palmo della mano  un dente spezzatosi nel masticare arilli di melagrana poi gettato a sera nell'Egeo, all'addiodalla nave al porto di Hiraklion? 'Stasera mi manca molto quel dentelo ricerco con la lingua che tastasmarrendosi per la gengiva vuota.Mi manca al punto da averne immagine nitida: io che lo tengo tra ditafluorescente frammento lunaresoppesandolo, prima di gettarlo a Nettuno.Era buio pesto, sul porto di Creta c'era la pioggia sui tetti e sull'acquadi rubini granati ammollanti di piacere A bocca aperta li accoglievo succhiandoli capezzoli. Ma a bocca chiusa dormii la notte sul ponte. Accanto a te che, di melograni avevi il profumo sulla pelle(ipocrita la pelle)e del succo il sapore tra le gambe:  Al gran ballo indossando livrea oltre i veli vado nel sognoin trasparenza. D' arpicorda il cuore, agili note ne trae  il vento: strimpella con ditasottili, come cime all'ariacascanti  dall'albero maestrovil chioma avventata di pioggia.