delirio

Tredici miliardi e mezzo di anni luce luce


Mi pare assai strano che, per dire di me,tu debba parlarmi d'altro.È un po'come se mi mostrassi una foto,densa di quei baluginii di galassie postea tredici miliardi e mezzo di anni luce da noi,invitandomi ad ascoltarne il pulsare degli astriattraverso le ere. Eppure dovresti saperlo che io più non sono in vena,e i corpi celesti forse languono già spenti  al pari del ruggito silente, eco antica,dal mio cuore che si è  fatto buco nero.Così lontano è ormai dalla nebulosache scintilla  vitale  l'accese stellain questo e non in un'altro universo d'una vita diversa.Ti prego, allora, non parlarmi d'altrose vuoi dirmi di me: piuttosto taci.Guardandoti negli occhi potrò vederci di meparabola di cometa che va e che torna.