delirio

Dimmi ch'è ancor giovane la notte***


Grazie mia cara, or che ch'è avvento e ghiacciaa poco dal solstizio, per avermirimboccato le coperte ieri notte:ho dormito davvero bene in terramadre. Tanto che non intendevo storie,per uscirne fuori da quelle coltri.Si che il giorno fosse ormai fatto pieno.Per il resto non ho le competenze,ma nemmeno gli strumenti che vorreiper dar vita ad un simile connubio.Il lavoro di scrittura richiedesolitudine,  riflessione, amore,silente esaltazione: sofferenza!Il dolore dell'esistenza ti aprea sentire tutto, il rantolo pure;come anche dir d'adrenalina, primache ci si schianti contro il muro vero.Spesso la scrittura è questo: lavoro,note oscure che, nell'inconscio a fondorimangono a pender dalle palpebre,come sipari rei d'obliare, calatisulla tragedia dell'esserci...forsepotremmo partire da qui: raddoppiaverdi i miei occhi con i tuoi. Lavoriamocome tu dici a quattro occhi: dimmelose possiamo trarne versi da questogrezzo scriver dello stato dell'arte.Dimmi che ancora è giovane la notte! ***Di quando, dialogare per commenti, permette di accedere in altra dimensione che ci avvicina alla poesia. Grazie Divina creatura.