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Post N° 84

Post n°84 pubblicato il 05 Novembre 2008 da riminense

La scommessa vinta

Sono stati necessari otto lunghissimi, interminabili (non ancora conclusi) anni per far capire al popolo americano che era ora di smetterla con la dottrina cazzista integralista che i repubblicani hanno loro somministrato copiosi e senza remore.
 
Finalmente, il prossimo Gennaio ci toglieremo dai coglioni il GW Bush ed avremo un giovane, bello, simpatico, trascinatore e soprattutto carismatico alla guida di ciò che è rimasto degli Stati Uniti d’America. Due guerre disastrose ed inutili, una gravissima crisi economica che a breve potrebbe diventare addirittura una depressione, disoccupazione rampante, infrastrutture fatiscenti e credibilità nel mondo ai minimi storici, hanno portato questo popolo ha votare come il loro “Commander in Chief” – un afro-americano il cui secondo nome è Hussein. Contro tutti i possibili ed immaginabili pregiudizi, hanno vinto i candidati Obama-Biden duo che ricorda ed evoca foneticamente Osama Bin Laden. Incredibile ma vero.
 
Chi l’avrebbe mai detto che sarebbero stati capaci di passare dalle stalle alle stelle, dalla merda alla cioccolata in modo cosi naturale, quasi fisiologico. Forse è proprio questo uno dei loro pochi lati positivi. La loro capacità di chiedere ed imporre cambi di marcia veloci e repentini, innovare e rinnovare se stessi e di tuffarsi del nuovo e nel futuro senza esitare e senza chiedersi cosa potrebbe succedere in altre parole senza paura.
 
Questo è ciò che manca a noi ed all’Europa in generale. Capire tutti quando è il momento di cambiare di affidare il comando ad un giovane con delle idee nuove. Al di là della retorica politica, credo che Obama sia non solo la vittoria di chi ne ha i coglioni pieni del cazzismo, è anche una vittoria dei giovani che vedono in questo ragazzo sveglio e solerte la migliore possibilità per un futuro diverso e forse meno scontato. In molti me compreso credono che farà bene anche se dopo Bush fare bene è scontato.
 
Io per primo non avrei mai pensato di vedere un afro-americano vincere in un paese in totale balia degli evangelici, dei fondamentalisti religiosi, dei bigotti, degli ignoranti, dei cretini e dei razzisti. Due anni fa dopo aver sentito il Senatore dell’Illinois parlare avevo scommesso con Keith, un mio carissimo amico di colore (del Texas e da 20 anni in Giappone) che Barack Obama sarebbe diventato il prossimo Presidente USA. Lui mi mandò a fare-in-culo in quanto prese la scommessa come uno scherzo a sfondo razzista e di pessimo gusto. Questo venerdì faremo una piccola festa e credo che pagherà il pegno con il sorriso di chi in realtà sente di aver vinto.
 
I nativi americani hanno un bellissimo detto che desidero ricordare in questo storico giorno per loro e forse anche per noi.

“Non ereditiamo il mondo dai nostri padri, ma lo prendiamo in prestito dai nostri figli.”

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