La memoria cancellata.Le pochissime notizie su Galeotto Tarlati di Pietramala (1356-1398), Cardinale "malatestiano" per via materna, giunte sino a noi attraverso lo storico Luigi Tonini, non raccontano nulla del personaggio ma lasciano intravedere molto sulla sua rimozione dalla memoria storica. Soltanto Gino Franceschini (1890-1974) nel 1964 pubblicava notizie fondamentali sul ruolo svolto dal nostro personaggio nella Chiesa del tempo. Galeotto, nominato a ventidue anni nel 1378, passa attraverso momenti drammatici della vita della Chiesa, quando Papa Urbano VI fa uccidere il Vescovo dell'Aquila Stefano Sidonio (1385) e cinque Cardinali (1386): Marino del Giudice, Giovanni d'Amelia, Bartolommeo di Cogorno, Ludovico Donati e Gentile di Sangro, «personaggi tutti de' più dotti e cospicui del sacro Collegio», scrive Ludovico Antonio Muratori. Urbano VI, gettando il Vangelo alle ortiche, prepara quel clima di intolleranza che sfocia nei roghi "conciliari" di Costanza per uccidere, in nome della Croce, Giovanni Huss (1415) e Girolamo da Praga (1416). Una recente biografia di Papa Urbano VI, composta dal giornalista Mario Prignano, riprende l'infondata versione di un Galeotto che, assieme al collega Pileo da Prata, studia un piano per far uccidere il Pontefice, come aveva confessato sotto tortura un canonico che era stato al servizio di un altro Cardinale, Bartolomeo Mezzavacca, Vescovo di Rieti, ben conosciuto dal collega "malatestiano" e reputato l'organizzatore della trama contro Urbano VI (Urbano VI. Il Papa che non doveva essere eletto, Genova-Milano 2010, p. 250; cfr. la voce Mezzavacca, Bartolomeo, DBI, 74, 2010, a cura di S. Fodale). Il padre di Galeotto, Masio Tarlati, è Magistrato municipale di Rimini dal 1346 al 1347. Illustre cugino del padre di Masio, è il Vescovo Guido Tarlati, Signore di Arezzo (dal 14 aprile 1321 alla morte, avvenuta il 21 ottobre 1327), deposto e scomunicato il 17 aprile 1326, come si legge nella Cronica di Giovanni Villani. Nel 1327 Guido Tarlati, «ad onta del Pontefice», corona re d'Italia Ludovico IV il Bavaro. A Rimini Masio trova occupazione e moglie: Rengarda Malatesti, figlia di Galeotto I, il cui fratello Malatesta Antico Guastafamiglia ha un figlio «spurio», Leale, che diventa Vescovo di Pesaro (1370-1374) e poi di Rimini sino al 1400.
Galeotto di Pietramala, cardinale "malatestiano"
La memoria cancellata.Le pochissime notizie su Galeotto Tarlati di Pietramala (1356-1398), Cardinale "malatestiano" per via materna, giunte sino a noi attraverso lo storico Luigi Tonini, non raccontano nulla del personaggio ma lasciano intravedere molto sulla sua rimozione dalla memoria storica. Soltanto Gino Franceschini (1890-1974) nel 1964 pubblicava notizie fondamentali sul ruolo svolto dal nostro personaggio nella Chiesa del tempo. Galeotto, nominato a ventidue anni nel 1378, passa attraverso momenti drammatici della vita della Chiesa, quando Papa Urbano VI fa uccidere il Vescovo dell'Aquila Stefano Sidonio (1385) e cinque Cardinali (1386): Marino del Giudice, Giovanni d'Amelia, Bartolommeo di Cogorno, Ludovico Donati e Gentile di Sangro, «personaggi tutti de' più dotti e cospicui del sacro Collegio», scrive Ludovico Antonio Muratori. Urbano VI, gettando il Vangelo alle ortiche, prepara quel clima di intolleranza che sfocia nei roghi "conciliari" di Costanza per uccidere, in nome della Croce, Giovanni Huss (1415) e Girolamo da Praga (1416). Una recente biografia di Papa Urbano VI, composta dal giornalista Mario Prignano, riprende l'infondata versione di un Galeotto che, assieme al collega Pileo da Prata, studia un piano per far uccidere il Pontefice, come aveva confessato sotto tortura un canonico che era stato al servizio di un altro Cardinale, Bartolomeo Mezzavacca, Vescovo di Rieti, ben conosciuto dal collega "malatestiano" e reputato l'organizzatore della trama contro Urbano VI (Urbano VI. Il Papa che non doveva essere eletto, Genova-Milano 2010, p. 250; cfr. la voce Mezzavacca, Bartolomeo, DBI, 74, 2010, a cura di S. Fodale). Il padre di Galeotto, Masio Tarlati, è Magistrato municipale di Rimini dal 1346 al 1347. Illustre cugino del padre di Masio, è il Vescovo Guido Tarlati, Signore di Arezzo (dal 14 aprile 1321 alla morte, avvenuta il 21 ottobre 1327), deposto e scomunicato il 17 aprile 1326, come si legge nella Cronica di Giovanni Villani. Nel 1327 Guido Tarlati, «ad onta del Pontefice», corona re d'Italia Ludovico IV il Bavaro. A Rimini Masio trova occupazione e moglie: Rengarda Malatesti, figlia di Galeotto I, il cui fratello Malatesta Antico Guastafamiglia ha un figlio «spurio», Leale, che diventa Vescovo di Pesaro (1370-1374) e poi di Rimini sino al 1400.