solo io

gli invisibili


E un'altra giornata di lavoro è finita e come tutti i giorni non vedo l'ora di fiondarmi a casa dove mi aspetti tu con i tuoi sorrisi e i tuoi abbracci, e non ha importanza se oggi la mia giornata è stata una corsa continua, appena aprirò la porta di casa mi basterà sentire la tua voce provenire dalla cucina con te che traffichi ai fornelli, " ben tornata amore, se stanca?", mi abbraccerai, i tuoi occhi, il tuo sorriso, e la stanchezza come per magia scompare, e rimane solo la voglia di stare con te, a ridere scherzare, le nostre serate, io le adoro le nostre serate, di tutto e di niente, perchè siamo felici ma solo perchè ci siamo NOI, non ci serve altro... Con il pensiero che sei a casa a preparare il cous cous come solo tu sai fare, mi cambio alla velocità della luce, prendo la busta con le brioches avanzate dal giorno che se non le prendo io andrebbero buttate perchè la mattina successiva arrivano sempre fresche, ma per noi, scaldate nel micro con il latte e caffè sono perfette, ancora morbide e calde. Esco dal bar e rabbrividisco, un'aria fredda sembra essersi portata via l'estate che era errivata fino a pochi giorni fa, guardo il cielo e spessi nuvoloni grigi sembrano addensarsi sempre di più, il borbottio di tuoni in lontananza non mi predice nulla di buono. Schiavo la bici dalla catena e mi dirigo verso casa, le prime gocce mi cadono sulle braccia nude e penso che forse era meglio se avessi portato un ombrello con me sta mattina. Mi fermo all'incrocio, maledetto semaforo rosso, e la mia attenzione viene catturata da una cupa figura che traffica tra gli scatoloni lasciati fuori dai cassonetti della spazzatura. Un uomo sui 50 anni ma forse anche meno, talmente sporco da non capire bene la sua età, a piedi nudi con due cartoni piegati sotto braccio si avvia sul porticato di un negozio ancora da ristrutturare. Tra la vetrina e l'asfalto si accoccola su un cartone, si gira di schiena, posizione fetale, si butta l'altro cartone addosso e non si muove più. Il verde del semaforo mi ricorda che stavo tornando a casa e pedalo via, ma non riesco a togliere dalla mente l'immagine di quell'uomo che cerca di scaldarsi tra gli scatoloni, la pioggia è sempre più forte e io mi fermo, giro la bici e torno indietro, ripercorro la strada al contrariofino a fermarmi davanti a quell'uomo che giace su quel cartone. Prendo la busta delle brioches e gliela metto a mezzo metro da dove riposa. A lui sicuramente faranno più comodo che a me e potrà mangiare qualcosa se avrà fame... Col cuore in gola risalgo in bici, lui non si è mosso. Per la strada l'immagine di quell'uomo mi spacca l'anima e il cuore e comincio a piangere convulsamente, mille pensieri mi affollano la mente, e penso alle cose belle della mia vita, la mia casa, il mio Giuppy, mi lamento spesso come una bambina viziata che i soldi alla fine del mese non bastano mai, e poi vedo un uomo ridotto così, che non ha  niente, nemmeno le scarpe, e fa un freddo boia  sta sera, e io mi sento morire dentro. Arrivo a casa e il mio amore è lì in cucina, la cena pronta, vado in bagno a sciacquo un vestito che avelo lasciato in ammollo nel lavandino, Giuppy mi raggiunge " ho lasciato la busta delle brioches ai piedi di un uomo che dormiva tra gli scatoloni davanti a un negozio", " hai fatto bene amore", ho le mani che strizzano furiosamente il vestito, davanti a me lo specchio del bagno, sento la voce che mi si spezza in gola " sai... non aveva nemmeno le scarpe, e i cartoni non gli coprivano i piedi, e fuori fa freddo..." un singiozzo convulso mi fa tremare tutta, Giuppy è preoccupato dalla mia reazione, non riesco a parlare, le lacrime mi annebbiano la vista, mi abbraccia forte, stiamo lì tra il lavandino e il box doccia fino a quando il respiro si calma e riesco ad alzare il viso verso i suoi occhi. Mi sento stupida, mi vergogno da morire ma i suoi occhi, i suoi occhi non li dimenticherò mai, " io non sono normale, forse sono matta, ecco si, sono matta" " non sei matta, sei solo molto sensibile, e ai un cuore grande come il mondo sei l'amore mio dal cuore grande grande, sei la mia piccola Maria Teresa di Calcutta", e tra le lacrime scoppio a ridere. Per fortuna che ho te amore mio, per fortuna...