Momenti di vita

Il finto crollo


I L   F I N T O    C R O L L O Sono nata in un antico palazzo signorile che si affacciava su una piazza con una grande e bella fontana, sul lungomare di Taranto.                      La proprietaria dell’intero palazzo era una distinta e affabile signora di ottant’anni, amica di famiglia.Quella casa mi riporta alla mente tanti ricordi, nitidi e indelebili.Ricordo la cucina in muratura con maioliche decorate, accogliente, odorosa sempre di buone cose e luminosa; infatti vi era una portafinestra che conduceva ad un terrazzo pieno di gerani e dove faceva bella mostra di sé una grande gabbia di canarini, il mio preferito si chiamava Baffone che con il suo cinguettio rallegrava tutta la casa.Ricordo la grande stanza dei giochi ,miei e di mio fratello, con bambole, trenini, biliardo e una cucina con frigorifero che raffreddava, lavandino con rubinetto da cui usciva l’acqua, fornellino che riscaldava. Che meraviglia per quei tempi! Ricordo l’allegria di mia mamma che cantava insieme al giradischi e la riunione dei coinquilini per guardare i primi programmi televisivi.Ricordo lo sguardo affettuoso e severo di mio padre che mi viziava e i giochi da maschiaccio con mio fratello che mi insegnò a giocare a pallone e a biliardo. E ricordo quando la mattina alcune volte mi infilavo nel lettone di mamma e papà per  le coccole.Ricordo il bellissimo mare di Taranto e la frase di mia madre “voglio vivere sempre in una casa da cui posso vedere il mare”Ho trascorso i miei primi dieci anni in quella casa fino a quando una notte mia madre dolcemente mi svegliò “non ti preoccupare, non è successo nulla, dobbiamo vestirci e scendere giù” . Scendemmo e trovammo tutti gli altri inquilini infreddoliti e preoccupati perché forse avevano sentito il crepitio dei muri del palazzo .   Sentivo ,senza capire data la mia età, i grandi discutere sul da farsi e mio padre decise di trascorrere la notte in albergo.Fu l’ultima volta che vidi quella casa ma i ricordi della mia infanzia sono gelosamente custoditi nel mio cuore .Dopo un po’ di tempo scoprimmo la verità: la figlia della proprietaria si era inventata tutto e aveva messo in giro la falsa voce del palazzo pericolante per far uscire gli inquilini e per convincere la mamma ottantenne a venderlo.Trascorsero molti anni , quel bel palazzo di tre piani fu buttato giù e costruirono un freddo palazzo di dodici piani.Andammo ad abitare in un’altra casa da dove si vedeva il bellissimo mare di Taranto.