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Creato da: rosario71dgl il 09/03/2008
E' una bella prigione, il mondo. (Shakespeare, Amleto)

 

 

Rosario Zingone

Post n°3802 pubblicato il 20 Febbraio 2012 da rosario71dgl
 

Il punto ventuno


Erano tutti pronti ad uscire, una botola li separava dal suolo. Centinaia di migliaia, uno dietro l'altro, tutti bene armati.


In una città del sud dell'Italia, Giovanni da quarantanni, ogni mattina alle quattro, si recava a lavoro. Come suo padre, suo nonno e il suo bisnonno, lo stesso lavoro da generazionie in generazione.


Aveva sessantadue anni e il suo più grande rammarico era quello di non avere avuto figli. Da circa quattro anni, esattamente da quando gli avevano diagnosticato un male incurabile, stava cercando un apprendista che lo avesse potuto sostituire.


Lo sapeva già di che male si trattava, era lo stesso che aveva colpito suo padre e suo nonno, e sapeva anche che gli restava poco da vivere. Doveva assolutamente affrettarsi a cercare qualcuno che avesse preso il suo posto.


Prima di recarsi a lavoro, come ogni mattina, entrò in chiesa e pregò, poi prese una bottiglina la riempì con acqua consacrata e uscì.


Quello che lui chiamava lavoro in realtà non lo era, ma gli piaceva definirlo così, si trattava in verità di una cosa molto più seria e il suo compenso non lo avrebbe certo guadagnato in questo mondo.


Si recò in una zona abbandonata della città dove un tempo passavano i treni, c'erano file di binari in parallelo che alla fine diventavano uno solo: questo binario era chiamato punto ventuno e veniva usato per creare le composizioni dei treni che poi uscivano per le varie stazioni.


Ci mise un bel po' ad arrivarci, era quasi giorno. Gli piaceva quel posto pieno di pace e tranquillità, ma prima di sedersi nella vecchia locomotiva abbandonata e suonare la campanella doveva finire prima il suo lavoro.


Alla fine del binario c'era un mezzo muretto e sopra di esso campagna e alberi circondavano tutta la ferrovia. Scavalcò il muretto e camminò per qualche chilometro. In un punto che conosceva solo lui affandò le mani nel terreno e cominciò a scavare. Dopo un po' toccò qualcosa di duro, tolse la terra e venne fuori una botola.


Era trasparente e di forma circolare. Prese la bottiglina che aveva in tasca e versò il contenuto tutto intorno alla botola. Una luce forte illuminò il pozzo senza fondo e l'orda di bestie armate si allontanò dalla luce.


Ricoprì la buca e si allontanò, si ricordò di suo padre e le parole che gli erano state tramandate fin dalla notte dei tempi: "Quando dal mare uscirà la bestia sarà l'inizio della fine". Doveva assolutamente trovare qualcuno che lo sostituisse, ridiscese il muretto e di nuovo quel senso di pace lo invase. Salì sopra la locomotiva, suonò la campanella e sorrise, non sapeva perchè, era felice.

 

 
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Rosario Zingone

Post n°3801 pubblicato il 26 Luglio 2011 da rosario71dgl
 

Neve al sole


Germania, seconda guerra mondiale, in un laboratorio situato alla periferia della capitale, gli scienziati preparavano le armi chimiche per l’attacco decisivo che avrebbe segnato la fine della guerra e la tanto attesa e anelata pace.



Il sogno di tutti i tedeschi era un mondo perfetto popolato da persone perfette che solo la grande madre Germania poteva creare. I superuomini che stavano dando vita in laboratorio erano forti e soprattutto immuni da qualsiasi malattia. E quando avrebbero lanciato le armi chimiche solo il popolo germanico sarebbe sopravvissuto.



Il laboratorio era un edificio di tre piani con vetrate ermeticamente sigillate. Al suo interno l’esperimento di purificazione era già in corso. L’aria pulita era il fattore indispensabile per creare il farmaco che avrebbe sconfitto le malattie.



Il conflitto atomico si concluse inaspettatamente, la Germania aveva perso, le armi atomiche e chimiche furono smantellate. Tuttavia non si conosceva l’esistenza del laboratorio, che inconsapevole degli avvenimenti continuava a lavorare a quel suo folle progetto.



L’esperimento riuscì con successo, gli scienziati erano pronti, aspettavano solo gli ordini dei loro superiori che non vennero mai dati. Nello stabile lavoravano quindici persone, era stato dato loro tutto quello che gli occorreva, ma non potevano assolutamente uscire dall’edificio.



Tramite una connessione sicura ad internet potevano sapere cosa accadeva nel mondo, ma qualsiasi cosa riuscivano a sapere non dovevano fare assolutamente niente, dovevano solo attendere le istruzioni sul da farsi.  



Passarono sessantatre anni, gli scienziati guardavano con interesse e curiosità il cambiamento che si era avuto dopo la seconda guerra mondiale. Seguivano la metamorfosi come se non facesse parte di loro, era tutto così irreale e fantastico. Sta di fatto però che non dovevano e non potevano partecipare, ma solo aspettare un ordine, dopo di che  la Germania sarebbe tornata  di nuovo a brillare, come prima o forse di più.



Il farmaco che avevano creato lo sperimentarono su di loro, ma inaspettatamente aveva dato degli effetti collaterali del tutto inspiegabili e inimmaginabili. Nel periodo della guerra quando avevano creato il medicinale avevano di media sui venticinque anni, ora erano trascorsi sessantatre anni, ma grazie al farmaco erano rimasti immuni non solo dalle malattia, ma anche dalla vecchiaia.



Come ogni mattina si recarono nel lato del edificio dove c’era una palestra e iniziarono la giornata eseguendo alcuni esercizi ginnici che sarebbero stati impensabili per una persona di quasi novant’anni di età, ma vedendoli non ci avrebbe creduto nessuno. 



Qualcuno aveva finito e si accostò alla finestra, un gruppetto di ragazzi armati di mazze da baseball e sassi attraversavano la strada, quando furono giunti davanti all’edificio, dove stavano gli scienziati, credendolo abbandonato lanciarono le pietre contro le vetrate, che si ruppero andando in mille pezzi.



Quelli che stavano alla finestra si spostarono, dopo un po’ l’aria esterna toccò i loro corpi che nel giro di pochi minuti si sciolsero come neve al sole.  Fino a quella mattina guardarono tutte le cose e gli avvenimenti con distacco, perché si credevano immortali, ma non fu così, la vita eterna purtroppo o per fortuna non è di questo mondo.

 

 
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Rosario Zingone

Post n°3800 pubblicato il 06 Luglio 2011 da rosario71dgl
 

Il mistero risolto

Correva l’anno milleduecento d.C. le crociate erano state bandite, Gerusalemme finalmente era stata liberata, ma la ricerca della coppa che dà la vita continuava ancora. Migliaia di cavalieri, ricchi mercanti e gente comune si mise in pellegrinaggio alla ricerca della reliquia di Cristo.

 

In realtà non si sapeva bene cosa fosse c’erano pensieri contrastanti in proposito, chi diceva che era una coppa, altri affermavano che era un libro scritto da Gesù e c’era chi addirittura sosteneva che fosse una pietra caduta dal cielo.

 

L’idea principale che univa tutti era una sola cioè che fosse un simbolo da interpretare. Ognuno delle migliaia di persone che si mise in viaggio da solo o in gruppo cercava comunque qualcosa: chi una fonte di guadagno, chi la fede e chi invece la vita eterna.

 

Dario era figlio di persone agiate, aveva imparato a leggere e a scrivere e fin da piccolo aveva sentito parlare dei cavalieri che andavano in terra Santa alla ricerca del Santo Graal. Aveva letto e sapeva a memoria il nuovo e il vecchio testamento.

 

Quando divenne maggiorenne Dario intraprese il viaggio alla ricerca del calice di Cristo. Ma a differenza degli altri egli cercava la verità. Negli anni dell’adolescenza fino alla giovane età aveva maturato idee tutte sue in proposito ed ora divenuto adulto si armò di entusiasmo per sperimentarle.

 

Una frase del nuovo testamento lo guidava e lo ispirava e diceva appunto: “Io sono la via, la verità e la vita.”  Trascorsero due anni tra chiese, monasteri e abazie a leggere tutto quello che poteva aiutarlo nella ricerca, ma tutto fu inutile non riuscì a ricavarne niente, però non mollava sapeva che prima o poi avrebbe capito cosa fosse realmente il Santo Graal.

 

Passò il terzo anno e a malincuore tornò a casa, aveva promesso a suo padre che quando avesse compiuto il ventunesimo anno si sarebbe sposato. Fu un matrimonio semplice nella chiesina del paese con una giovane donna che conosceva fin da fanciullo e ne era  innamorato.

 

Durante la funzione il sacerdote prese il pane e lo spezzo poi prese il calice, fu allora che Dario comprese il significato della sua ricerca. Dentro di noi c’è la via, la verità e la vita. Il nostro corpo rappresenta il calice e l’essenza di Cristo. Poi si ricordò delle parole di San Paolo:  Il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo.

 

Dopo qualche mese di matrimonio sua moglie era in attesa di un figlio è grazie a questo avvenimento capì che: “ Il miracolo della vita continua attraverso di noi.” Il mistero ormai ai suoi occhi era risolto.

 
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Rosario Zingone

Post n°3799 pubblicato il 03 Luglio 2011 da rosario71dgl
 

Niente è per caso

Vieni fuori e va per la tua strada. - Uscì dalla grotta e fu accecato dalla luce, meccanicamente alzò il braccio e si coprì gli occhi, dopo un po' si abituò alla luce ed iniziò a distinguere le persone. Aveva trascorso quattro giorni nelle caverna, aveva ascoltato i pianti ed i lamenti dei suoi familiari. Davanti a lui c'erano le sue sorelle in lacrime, le abbracciò ed asciugò loro le lacrime. - Non piangete, sto bene e sono di nuovo qui con voi.

 

Alzò la testa e lo vide, voleva dirgli molte cose, tutto quello che aveva visto e sentito,  un fiume di emozioni si susseguirono una dietro l'altra, ma disse solo: -  Perché?  -  Lui lo guardò con dolcezza e gli rispose: - Le tue sorelle hanno bisogno di te.

 

Si fece largo tra la folla che lo guardava tra stupita e incredula, le sue sorelle lo seguirono colme di gioia e felicità. Era un miracolo, si era svegliato dal sonno eterno. Passò una settimana e Marta la sorella maggiore di Lazzaro si recò dal Maestro.

 

-  Rabbi sono preoccupata per mio fratello.

- Perché? - Non è più lui, prima era sempre allegro, socievole, adesso non parla con nessuno, sta sempre da solo. - Dagli tempo Marta, tornerà quello di prima.

- Non dorme e non mangia se non fosse per quegli occhi sempre in movimento penserei ... no, non voglio neanche dirlo.

- Marta, tuo fratello ha visto cose che nessuno  è dato sapere, ora vai da lui e stagli vicino presto tornerà come prima.

 

Trascorsero molti mesi e Lazzaro tornò alla vita di sempre, le sorelle Marta e Maria furono felici perché finalmente il loro fratello era di nuovo con loro. Tuttavia qualcosa in lui si era spezzato, l'entusiasmo, la voglia e la gioia se ne erano andati per sempre. Se assapori la felicità solo per pochi istanti una vita intera non ti basterà per dimenticare quei momenti.

 

Niente è per caso e tutto ha un fine, una sera Lazzaro fu invitato ad un cena dal Maestro è capì finalmente il motivo di quello che gli stava capitando. Comprese che era stato prescelto come esempio per le generazioni che sarebbero venute dopo. Lazzaro sarebbe sopravvissuto fine alla fine dei tempi. Da quel giorno si perse ogni traccia di Lazzaro, ed ebbe iniziò il suo pellegrinaggio in giro per il mondo.

 

06/06/2011

 
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Rosario Zingone

Post n°3798 pubblicato il 18 Aprile 2011 da rosario71dgl
 

L'albero del peccato

Era un campo maledetto, così diceva la gente, perché qualsiasi cosa veniva coltivata moriva. Ci avevano provati in molti, ma nessuno era riuscito a farci crescere niente, lo avevano anche fatto benedire, ma non c’era niente da fare, era una terra morta che non dava e non avrebbe dato mai dei frutti.

- Riprendetevi questo denaro – lanciò la borsa dei trenta denari davanti ai piedi dei sacerdoti che si aprì e si sparpagliò sul pavimento, fatto ciò uscì dal tempio. Con quel denaro i sacerdoti acquistarono un terreno e lo destinarono alla sepoltura degli stranieri.

Camminò per tutto il giorno e tutta la notte, bruciato dal sole, dalla sete e dalla fame. Aveva tradito l’unica persona che gli aveva dimostrato un po’ di affetto e che aveva avuto fiducia in lui. Stava male, si sentiva bruciare dalla rabbia e dall’odio, contro se stesso, per la sua vigliaccheria. Si immaginava davanti ai sacerdoti e che diceva loro - Non voglio il vostro denaro uccidetemi pure, io non tradirò mai il mio rabbi.

Ma questo era solo il delirio di un febbricitante, ormai il suo rabbi era morto e non c’era più niente da fare. Si sentiva perso, pensò ai momenti felici passati con il rabbi ed i suoi amici quando andavano di paese in paese ad aiutare le persone.

La mente è strana, si aggrappa a tutto quello che può per trovare sollievo, ma tutto è effimero, il male interiore ritorna sempre e più intenso di prima. Gli girava la testa, non mangiava né beveva da più di ventiquattro ore. Si sentiva sfinito, stanco, si ricordò che nel suo sacco aveva un boraccia d’acqua, del pane e del formaggio.

Da lontano vide un albero immenso, lo raggiunse e si sedette con la schiena appoggiata al tronco. Chiuse gli occhi e respirò l’aria della notte. Per qualche minuto rimase così, immobile e senza pensare a niente. L’aria fresca della notte gli portò un po’ di sollievo agli occhi e alle labbra arse dalle ore camminate sotto al sole.

Aprì gli occhi, si sentì un po’ meglio, prese il sacco tirò fuori la bisaccia dell’acqua e bevve avidamente. Mangiò il pane ed il formaggio, i cattivi pensieri se ne erano andati. Richiuse gli occhi e si abbandonò a quel senso di pace. La stanchezza ebbe il sopravvento e si addormentò profondamente. Sognò del maestro e della cena che avevano fatto prima che il rabbi venisse arrestato.

Il maestro gli diceva – Con il tuo bacio mi tradirai – e lui subito a rispondere – No ti sbagli, io ti amo mio Signore e non ti tradirò mai. Immediatamente sentì la sua voce dire – Prendetelo è lui l’uomo che state cercando, poi davanti ai sacerdoti – Vi ho consegnato il Messia ora datemi quello che mi è stato promesso.

A queste parole si svegliò di soprassalto, guardandosi intorno vide che era quasi l’alba. Il suo animo agitato si quietò, era bello percepire che dopo tutto, il mondo avrebbe continuato a vivere.

Si alzò da terra e guardò tutte le cose intorno a se. Stava sopra una collinetta, dietro di se vi era un albero immenso, bellissimo, poi più niente, deserto dappertutto. Quel posto gli metteva pace e tranquillità.

Sorrise, - Si è questo il posto che stavo cercando. Alzò il capo e per un attimo guardò i rami dell’albero, la sua bocca si mosse a fare una smorfia, - reggeranno, pensò tra se. Tolse la cintura che gli legava il vestito e provò a dare uno strattone. - Va bene, si disse.

Si arrampicò sull’albero, per un momento gli venne in mente quando era bambino, era bravissimo, riusciva a salire degli alberi altissimi, però nessuno era come questo. C’era quasi ormai, un ultimo sforzo e sarebbe stato in cima. - Bello quassù, pensò, sono ad un soffio dal cielo. Si sedette sul ramo e respirò profondamente, legò la corda al ramo che stava seduto e quell’altra estremità la legò al collo.

Afferrò il ramo con entrambe le mani pronto a lanciarsi. – Perdonami per il male che ti ho fatto e per quello che sto per fare a me stesso. Si lanciò nel vuoto e per un po’ tutto fu silenzio, poi si sentì un tuono, una pioggia leggera cominciò a cadere dal cielo lavando il peccato dell’uomo che pentito penzolava dall’albero.

 

17/04/2011

 
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Evanescence - My immortal

Post n°3797 pubblicato il 16 Maggio 2009 da rosario71dgl
 
Tag: Video

 
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The Cranberries - Stars

Post n°3796 pubblicato il 01 Maggio 2009 da rosario71dgl
 
Tag: Video

 
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Giuseppe Baldrighi

Post n°3795 pubblicato il 01 Maggio 2009 da rosario71dgl
 
Tag: Foto
Foto di rosario71dgl

 
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Giovanni Allevi

Post n°3794 pubblicato il 01 Maggio 2009 da rosario71dgl
 

Giovanni Allevi (Ascoli Piceno, 9 aprile 1969) è un pianista e compositore italiano.

Si diploma nel 1990 in pianoforte al conservatorio "F. Morlacchi" di Perugia e nel 2001 in composizione al Conservatorio G. Verdi di Milano. Si è laureato in filosofia nel 1998 con la tesi "Il vuoto nella Fisica contemporanea" ed ha frequentato l'Accademia Internazionale di Alto Perfezionamento di Arezzo, sotto la guida del maestro Carlo Alberto Neri.

Nel 1991 svolge l'obbligo di leva nella Banda Nazionale dell'Esercito Italiano. In veste di pianista solista della Banda esegue la Rapsodia in blu di George Gershwin ed il Concerto di Varsavia di Richard Addinsell, in tour in molti teatri italiani. Al termine del servizio militare, Allevi inizia a presentare in concerto un repertorio comprendente esclusivamente le proprie composizioni per pianoforte solo e parallelamente frequenta i corsi di "Bio-musica e musicoterapia" del prof. Mario Corradini. Nel 1996 musica la tragedia Le Troiane di Euripide, rappresentata al Festival Internazionale del Dramma Antico di Siracusa, vincendo il premio speciale per le migliori musiche di scena

Nel 1997 vince le selezioni internazionali per giovani concertisti al Teatro San Filippo di Torino.

Grazie a Saturnino Celani, come lui ascolano, matura l'idea di trasferirsi a Milano e di raccogliere in un cd la propria produzione pianistica ed il suo lavoro è accolto da Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, il quale, con la sua etichetta Soleluna, insieme alla Universal Italia, decide di pubblicare il primo album di Giovanni Allevi, per pianoforte solo, dal titolo 13 Dita (1997) prodotto in studio da Saturnino. L'incontro con Saturnino e Jovanotti lo porta a confrontarsi con il pubblico delle grandi platee dei concerti pop. Allevi apre così, da solo col suo pianoforte, i concerti di Jovanotti durante il tour L'Albero in cui esegue alcuni brani di 13 Dita.

Nel 1998 sempre con Saturnino come produttore ha realizzato la colonna sonora del cortometraggio Venceremos presentato al Sundance Film Festival, importante festival cinematografico dedicato al cinema indipendente che ha luogo ogni anno negli Stati Uniti.

Nel 1999 la musicista giapponese Nanae Mimura, solista di marimba, ha proposto alcuni brani di 13 Dita da lei stessa trascritti per il suo strumento, al Teatro di Tokyo ed in un concerto alla Weill Recital Hall, sala secondaria della Carnegie Hall di New York.

Il cd 13 Dita intanto riscuote successo di critica e Jovanotti invita nuovamente il musicista a partecipare in qualità di pianista al tour Il quinto mondo - Jovanotti 2002, per il quale cura anche gli arrangiamenti della band di sedici musicisti. All'interno dello spettacolo, Giovanni regala al pubblico, in anteprima, in una sua performance solistica, Piano Karate, uno dei brani contenuti nel nuovo album Composizioni.

Finita l'esperienza del tour, Giovanni Allevi si concentra su un nuovo progetto musicale completamente suo: un'opera live dal titolo La favola che vuoi, che lo porta, nel 2003, alla pubblicazione del suo secondo album per pianoforte solo dal titolo Composizioni (Ed. Soleluna/Edel).

Con la sua attività di pianista, Giovanni Allevi si esibisce in rassegne concertistiche di musica classica, in numerosi teatri italiani, e nei festival di musica rock e jazz. Dal giugno 2004 Giovanni Allevi inizia un tour internazionale dal palco dell'HKAPA Concert Hall di Hong Kong. Nel 2004 insegna Educazione Musicale in una scuola media statale di Milano.

Il 6 marzo 2005 si esibisce sul palco del Blue Note di New York, dove registra due sold-out.

Viene invitato a tenere un seminario su "La musica dei nostri giorni" all'Università di Pedagogia di Stoccarda e su "Il rapporto tra musica e filosofia" alla School of Philosophy di New York.

Il Baltimora Opera House (USA), gli commissiona la rielaborazione dei recitativi della Carmen di Bizet. Nell'aprile del 2005 Giovanni Allevi si esibisce al Teatro Politeama di Palermo, in una première della sua prima opera per pianoforte e orchestra "Foglie di Beslan", con i 92 elementi dell'Orchestra Sinfonica Siciliana che gli ha commissionato la composizione.

Sempre nel 2005 riceve due riconoscimenti: a Vienna è insignito dell'onorificenza di "Bosendorfer Artist" per la "valenza internazionale della sua espressione artistica" e, dalla sua terra di origine, il premio "Recanati Forever per la musica" per "l'eccellenza e la magia con cui accarezza i tasti del suo pianoforte".

Il 18 settembre 2006, all'Arena Flegrea di Napoli, Giovanni Allevi riceve il Premio Carosone come miglior pianista dell'anno "per il senso melodico del suo pianismo, [...] per il suo muoversi oltre ogni barriera di genere, al di fuori di qualsiasi categoria e definizione", come annunciato dal direttore artistico del Premio, Federico Vacalebre.

Il 30 marzo 2007 al Teatro Rossini di Gioia del Colle Giovanni Allevi ha ricevuto il Magna Grecia Awards Menzione Speciale Giovanni Paisiello, quale musicista dell'anima. Il 2 aprile 2007 al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme riceve il "Riccio d'Argento" di Fatti di Musica, la rassegna del miglior live d'autore diretta da Ruggero Pegna, per il "successo internazionale delle sue composizioni".

Il 15 ottobre 2008 Giovanni Allevi vince la prima edizione del premio "12 apostoli-riconoscimento all'arte" nato al ristorante 12 Apostoli di Verona, fratello minore del più anziano "premio 12 Apostoli", che ogni anno premia un giornalista-scrittore, giunto quest'anno alla trentunesima edizione.

Il 16 maggio 2005 pubblica il suo terzo album per pianoforte solo: No concept (Bollettino/BMG Ricordi) presentato anche in Cina e a New York. Il brano Come sei veramente, tratto da questo album, è stato scelto dal regista statunitense Spike Lee come colonna sonora per un nuovo spot internazionale della BMW. Da settembre 2005 No concept è pubblicato anche in Germania e Corea.

Il 29 settembre 2006 esce ufficialmente il suo quarto album, sempre per pianoforte solista, dal titolo Joy. Nel 2007 Joy è insignito del disco d'oro, avendo raggiunto le 50.000 copie vendute e Allevi affianca, come ospite, Luciano Ligabue, in molte date del suo tour acustico nei teatri.

Nel 2007 accompagna al pianoforte Simone Cristicchi nel brano Lettera da Volterra presente nell'album Dall'altra parte del cancello. Nello stesso anno il suo brano Back to life viene scelto come colonna sonora per lo spot della nuova Fiat 500 (2007).

Giovanni Allevi ha accettato di scrivere l'Inno delle Marche: è stato presentato a settembre 2007 in occasione della visita di Papa Benedetto XVI a Loreto all'Incontro nazionale dei giovani 2007.

Il 12 ottobre dello stesso anno pubblica Allevilive, un doppio cd contenente 26 brani tratti dai suoi 4 dischi precedenti e Aria, un brano inedito.

Il 30 novembre 2007 pubblica il suo primo dvd, dal titolo Joy tour 2007, presentato in anteprima all'università IULM di Milano.

Dall'11 dicembre 2007 al 21 dicembre 2007 è in tour con l'ensemble da camera dei Philharmonische Camerata Berlin.

Il 13 giugno 2008 è uscito il suo quinto album, per pianoforte e orchestra, dal titolo Evolution: è il primo album in cui Allevi non è solo a suonare ma è accompagnato da un'orchestra sinfonica.

Venerdi 20 Febbraio 2009 Giovanni Allevi è stato ospite della terza puntata della 59esima edizione del Festival della Musica Italiana Sanremo. Ad inizio puntata sono state mostrate delle immagini relative al film La leggenda del pianista sull'oceano e Giovanni Allevi ha eseguito uno scorcio di melodia di questo film, seguita da una sua composizione, Piano Karate. Giovanni Allevi ha scelto questa composizione per motivi relativi ad una passata esecuzione dello stesso brano a Domenica In, sempre con Paolo Bonolis.

 
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Richard Ashcroft - A Song For The Lovers

Post n°3793 pubblicato il 24 Aprile 2009 da rosario71dgl
 
Tag: Video

 
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Alesso Baldovinetti

Post n°3792 pubblicato il 24 Aprile 2009 da rosario71dgl
 
Tag: Foto
Foto di rosario71dgl

 
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Gregorio Alicata

Post n°3791 pubblicato il 24 Aprile 2009 da rosario71dgl
 

Gregorio Alicata (1940) è un pianista, cantante e compositore italiano.

Vissuto a Giarre Riposto fino all'età di 18 anni, quando si esibì nei migliori locali di Taormina, si trasferì a Roma dove venne notato da Edoardo Vianello (allora agli esordi, ma già cantante di successo con "Il capello") che lo inserì nel suo gruppo. Dopo due anni con Vianello compose "Tremarella" (1963), grandissimo evergreen che per mesi spopolò nella hit-parade (e che negli anni '90 è stato reinciso dal gruppo torinese Persiana Jones e le Tapparelle Maledette).
A questo punto si staccò da Vianello per tentare nuove strade.

Si trasferì a Milano dove incise, per la casa discografica Lord, "Ho compiuto 21 anni", brano molto programmato dalla Rai (1965). Nello stesso anno venne mandato dalla Lord in Argentina ed Uruguay per una tournèe di un mese, riscuotendo un buon successo.

Per il cantautore Remo Germani compose il brano "Il trombone". Nel frattempo conobbe il giovanissimo Franco Battiato, suo compaesano, e lo incoraggiò a raggiungerlo a Milano. Con Battiato decisero di tentare un sodalizio formando il duo "Gli ambulanti", esibendosi davanti alle scuole e nei cabaret. Furono notati da Giorgio Gaber, che li propose alla Ricordi, ma il contratto non fu mai formalizzato, e Battiato iniziò la propria carriera di solista, con il brano "Triste come me" di Alicata e dello stesso Battiato.

Come pianista-cantante, Alicata continuò la propria attività nei migliori hotel di Roma, Tokyo, Teheran e Città del Messico.

Nel 2003 Battiato gli offre una piccola parte nel suo primo film da regista, Perdutoamor, dove interpreta se stesso e canta un suo brano stile anni '60, "Quando piove sulla spiaggia", pubblicato dalla Sony nel CD della colonna sonora del film.

 
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Nikka Costa - On my own

Post n°3790 pubblicato il 19 Aprile 2009 da rosario71dgl
 
Tag: Video

 
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Filippo Baldinucci

Post n°3789 pubblicato il 19 Aprile 2009 da rosario71dgl
 
Tag: Foto
Foto di rosario71dgl

 
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Rinaldo Alessandrini

Post n°3788 pubblicato il 19 Aprile 2009 da rosario71dgl
 

Rinaldo Alessandrini (Roma, 1960) è un clavicembalista, pianista, direttore d'orchestra, direttore di coro e organista italiano.

Iniziò lo studio del pianoforte all'età di quattordici anni. Contemporaneamente iniziò a cantare in un coro. A diciotto anni scoprì il clavicembalo. Si perfezionò quindi in clavicembalo con Ton Koopman ed iniziò la sua attività di concertista.

Fondatore del gruppo vocale-strumentale Concerto Italiano, specializzato in musica madrigalistica. Il complesso è specializzato nell'esecuzione della musica che va da XV al XVIII secolo.

 
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Paul Young - Every time you go away

Post n°3787 pubblicato il 10 Aprile 2009 da rosario71dgl
 
Tag: Video

 
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Lazzaro Baldi

Post n°3786 pubblicato il 10 Aprile 2009 da rosario71dgl
 
Tag: Foto
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Guido Agosti

Post n°3785 pubblicato il 10 Aprile 2009 da rosario71dgl
 

Guido Agosti (Forlì, 11 agosto 1901 – Milano, 2 giugno 1989) è stato un pianista e didatta italiano.

Studiò dal 1911 al 1914 presso il Liceo Musicale di Bologna, sotto la guida di Ferruccio Busoni, Bruno Mugellini e Filippo Ivaldi. Si diplomò in pianoforte a 13 anni. In seguito, studiò privatamente composizione con Giacomo Benvenuti. Esordì quindi come concertista, ottenendo lusinghieri successi sia in Italia che all'estero, ma la sua promettente carriera di brillante solista fu spesso ostacolata da problemi nervosi. Si dedicò perciò all'insegnamento, e tra il 1933 e il 1949 insegnò nei conservatori di Venezia, Roma e Milano.

Dopo la seconda guerra mondiale, tenne sistematicamente importanti corsi di perfezionamento pianistico prima a Roma e successivamente presso l'Accademia Musicale Chigiana di Siena, formando nella sua lunga carriera un gran numero di musicisti, tra cui spicca Maria Tipo. Tenne inoltre corsi presso la Hochschule di Weimar e l'Accademia Sibelius di Helsinki. Fu spesso membro di giuria di importanti concorsi pianistici internazionali.

Ricominciò l'attività concertistica nel 1967, suonando spesso in trio con il flautista Severino Gazzelloni e il violoncellista Enrico Mainardi e con il Quartetto di Roma.

Le sue non numerose incisioni (alcune delle quali in tarda età) sono dedicate soprattutto a composizioni di Beethoven (sonate) e Debussy (preludi).

 
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Beyonce - Irreplaceable

Post n°3784 pubblicato il 05 Aprile 2009 da rosario71dgl
 
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Mario Balassi

Post n°3783 pubblicato il 05 Aprile 2009 da rosario71dgl
 
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