Creato da naticek il 28/11/2005
O tosco che per la città del foco vivo t'en vai così parlando onesto, piacciati di restare in esto loco. La tua loquela ti fa manifesto di quella nobil patria cui forse io fui troppo molesto. (dante , inferno , canto decimo)-Uomini siate non pecore matte, sì che il giudeo di voi tra voi non rida, non fate come agnel che lascia il latte della madre sua e seco medesmo a suo piacer combatte.(Dante, paradiso, canto quinto) COLORO CHE SONO USI OFFENDERE , IRRIDERE, E MANCARE DI RISPETTO, COLORO CHE NON SANNO ACCETTARE CHE ESISTONO PERSONE CHE LA PENSANO DIVERSAMENTE DA LORO, SONO VIVAMENTE PREGATI DI GIRARE AL LARGO!

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..........................FINI.....................................

Post n°766 pubblicato il 16 Aprile 2010 da naticek

La mia assenza in questo periodo è dovuta ad un  brutto momento della mia salute. non sto trascorrendo un periodo buono, anzi , tutt'altro. vengo leggo, ma la voglia di scrivere sta villeggiando in qualche altro posto. Comunque voglio far notare una cosa a chi  mi diceva il contrario su Fini: AVETE VISTO CHE AVEVO RAGIONE IO? Ora staremo a vedere il continuo........saluti.

 
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ECCO LA PROVA CHE LA MACDRE DEI CRETINI E DEGLI IMBECILLI E' SEMPRE INCINTA.

Post n°765 pubblicato il 06 Aprile 2010 da naticek

2010-04-05 23:09

foto

L'Aquila, fischi a messaggio premier Sindaco ringrazia Napolitano, Berlusconi e Protezione civile

 

(ANSA) - L'AQUILA, 5 APR - Atmosfera tesa alla seduta straordinaria del Consiglio comunale dell'Aquila, organizzata in occasione dell'anniversario del terremoto. Alla seduta hanno preso parte centinaia di cittadini assiepati in Piazza Duomo, ma i lavori sono stati piu' volte interrotti dai fischi rivolti da un gruppo di persone durante la lettura del messaggio di Berlusconi. Applausi al messaggio del presidente Napolitano. Il sindaco Cialente ha ringraziato il capo dello Stato, il premier e la Protezione civile.

 
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CI SONO PERSONE CHE E'IMPOSSOBILE FARE RAGIONARE, DURI SONO E DURI RIMARRANNO

Post n°764 pubblicato il 01 Aprile 2010 da naticek

QUALCUNO NON HA ANCORA CAPITO CHE IL COMPORTAMENO DI FINI NON POTEVA ESSERE DIVERSO, E COMUNQUE CHE DIO VOLESSE CHE FINI DECIDESSE DI STACCARSI DAL PDL E RIAPRIRE AN, SAI CHE PRESA DOVE NON BATTE IL SOLE SAREBBE PER LORO? I MIGLIORI MINISTRI DEL PDL SONO DI AN, E SALUTI E BACI ................SMETTETELA DI ACCANIRVI CONTRO CHI HA CREATO IL PDL COME E' ORA, NASCONDENDO E RIPARANDO LE CAZZATE ENORMI DI BELUSCONI, CHE SAREBBE ORA SE NE ANDASSE A CASA DEFINITIVAMENTE, A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE.......HAI CAPITO BELLO?

 
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....TOH! SEMBRA CHE SE NE SIANO ACCORTI..A MENO CHE....VISTA LA DATA...........

Post n°763 pubblicato il 01 Aprile 2010 da naticek

ROMA - Il Pd si trova di fronte ad un momento della vita dell'Italia "rispetto al quale s'impongono, da parte di tutti noi, una maggiore generosità nell'impegno, una più partecipata attività politica ed una nuova consapevolezza riguardo l'effettiva portata dell'emergenza democratica in cui viviamo": è quanto scrivono in una lettera al segretario Pierluigi Bersani 49 senatori appartenenti alle diverse aree del partito all'indomani del voto regionale e in evidente disaccordo rispetto all'analisi del voto fatta da Bersani. "Il lavoro ordinario non basta più. I ritmi ortodossi sono troppo lenti. Le liturgie della casa - incalzano gli autori della lettera - sono stantie. I cartellini da timbrare sono sempre più falsati. L'imborghesimento ci tenta in continuazione ed arriva persino a coinvolgerci in scellerate trasversalità ammantate di riformismo.I nostri valori fondanti rischiano di vacillare sotto i colpi della sfiducia e di un neo relativismo che intossica le nostre coscienze per condurci verso la più colpevole accidia".

La lettera, promossa da Gian Piero Scanu e firmata da altri 48 senatori, fra i quali c'é anche Ignazio Marino, sfidante di Bersani per la segreteria, chiede a Bersani un incontro immediato "per riflettere insieme. Per trovare, dopo una leale discussione, la giusta strada da percorrere per servire degnamente il nostro Paese. Non intendiamo farci consumare addosso i prossimi tre anni della legislatura, immersi in un attendismo fideistico che assegna al destino il compito di liberare l'Italia dal sultanato che la devasta". "Aspettiamo con fiducia - è la conclusione perentoria della lettera - una tua puntuale risposta, convinti che non trascurerai, né sottovaluterai, il valore ed il significato delle nostre riflessioni e dei nostri propositi. Con molta cordialità ". Fra gli altri, hanno firmato Daniele Bosone, Marco Filippi, Paolo Rossi, Alberto Tedesco, Francesco Ferrante, Marilena Adamo, Vittoria Franco, Vincenzo Vita, Achille Serra, Roberto Di Giovanpaolo, Mauro Del Vecchio, Adriano Musi, Silvio Sircana, Felice Casson, Massimo Livi Bacci, Mariapia Garavaglia, Alfonso Andria, Giovanni Procacci, Emanuela Baio, Luigi Lusi, Roberta Pinotti, Luigi De Sena, Leana Pignedoli, Antonio Rusconi, Marina Magistrelli, Andrea Marcucci, Anna Serafini, Ignazio Marino, Paolo Nerozzi, Anna Maria Carloni, Maria Leddi, Anna Rita Fioroni, Alberto Maritati, Tiziano Treu.

 

Sembra che qualcuno se ne sia accorto che così non può andare per la sinistra, speriamo che dì'ora in poi possiamo avere tutti una sinistra intelligente (sarà mai possibile?)  e costruttiva, che pensi all'Italia e non a Berlusconi. dubito molto , atrettanto a quanto lo spero, per il bene di tutti.

 
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IL COLMO DELL'IPOCRISIA W DELLA STUPIDITAì.

Post n°762 pubblicato il 30 Marzo 2010 da naticek

 

Avete sentito cosa ha detto Bersani stasera? Ha detto che non se la sente di dire che  ha vinto l'elezioni ma neanche che le ha vinte!!!!!!!! Ma come fa ha perso quattro regioni!!!!!!!!!!! Nel 2005 la sinistra governava quaranta milioni di cittadini, oggi il centrodestra governa quarantatre milioni di persone e la sinistra solo 17, E LUI DICE CHE NON HA PERSO? IPOCRISIA PURA!!!!!!!!!!!!! Stasera altre quattro province sono passate al centrdestra, quattro comuni capoluogo di provincia sono passate al centrodestra, una al centro sinistra, e quattro al ballottaggio, e Bersani dice che non ha perso!!!!!!!!!!!!!! Cazzo che coraggio!!!!!!!!!!!!!!

 
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CHISSA' SE I SINISTROIDI HANNO CAPITO QUESTA VOLTA, IO NE DUBITO SEMPRE

Post n°761 pubblicato il 30 Marzo 2010 da naticek

Negli ultimi anni la sinistra non ha fatto altro che perdere, le due uniche volte che ha vinto se pur di misura ha durato due anni e poi è stata rispedita a casa. Ieri hanno perso altre quattro regioni. La destra in due anni ne governa da due  ad undici.........capirà la sinistra che stare a guardare cosa fa Berlusconi, e criticare quello che fa o dice, senza occuparsi veramente dei problemi del paese non serve a niente ed è come mettere le p....sull'incudine per fare dispetto alla moglie?. La sinistra al nord , le regioni  trainanti nel lavoro nazionale, è completamente sparita, max 26%. In Emilia e Romagna e Toscana, da sempre roccaforti rosse, si sta arrivando ad un fifty fifty, e questi duri continuano ad occuparsi solo del premier, come se sconfitto lui il governo di centro destra sparisse, io sono convinto che andrebbe meglio, ma è una mia opinione. Il mio vero desiderio è di avere una opposizione che cerchi di collaborare, e non si collabora dicendo : o si fa come dico io o no se ne fa di niente! Discorso molto stupido, specialmente dopo una collezione di questi risultati. Io ho avuti il mio bis bis nonno deputato e senatore del regno nonchè ministro, anzi è stato il primo ministro del tesoro, d'Italia durante il gabinetto Depretis, bene, lui in un suo intervento alla camera ebbe a dire che finchè vi era la discussione, bisognava sempre combattere e sostenere le proprie convinzioni, ma una volta pronunciato il voto bisognava a questo inchinarsi, perchè quando il voto è stato pronunciato non nè più il voto di coloro che hanno costituito la maggioranza, ma è il voto della camera.

Discorso dell'08 marzo 1866.

Perchè ho scritto questo, per due motivi:

  1. perchè la sinistra dovrebbe discutere e non invitare la destra alla discussione con degli out out, discutere fino in fondo, la collaborazione ci sarebbe, ma le manca la  volontà di farlo, dato che non accettano neanche quanto la commissione bicamerale di uno di loro , Violante, era stata accettata in pratica da tutti.
  2. la sinistra dovrebbe accettare la sovranità popolare, il voto dei cittadini, ma invece cerca scuse da tutte le parti per giustificare la sconfitta, mente a se stessa sapendo di mentire, c'è qualcosa di più stupido?

Stando a quanto ha detto Bersani, non hanno ancora capito proprio niente, hanno perso il perdibile e lui sostiene che la distanza tra il PD ed il PDL si è dimezzata, ma lo è o ci fà?







 

 
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GIUSTO CHE GODURIA, DOPPIA GODURIA COI FIOCCHI!!!!!!!!!! L' 'ARETINA INCAZZATA DA DI FUORI..........

Post n°760 pubblicato il 30 Marzo 2010 da naticek

Ad  essere sincero temevo per queste elezioni, ma la soddisfazione della vittoria del governo di centro destra (del governo, non di Berlusconi, sia chiaro,) mi riempe di gioia. Ho seguito porta a porta ieri sera e vedere la rabbia e l'incazzatura dell Bindi ( diiArezzo e quindi aretina, ma io la chiamo alla toscana, l'  'aretina) sempre in continuo aumento, mi ha fatto godere da matti. Non  era più capace di ragionare, ha sparato cazzate su cazzate  TANTO CHE DONADI LE HA DOVUTO FARE SEGNO CON LE MANI DI CALMARSI E TACERE, DONADI! TUTTO DIRE!!!!!  E' stata addirittura smentita e sbugiardata (userei più volentieri un altro termine più adatto, ma.....) in diretta, dal sindaco del paese dove c'è stata  la faccenda dei pranzi dei bambini  nella scuola del vicentino, poi a quel punto ha dato di fuori di testa del tutto. Non l'avevo mai vista così incazzata. ehe he he he eh......

 
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MAH! IO NON SO DOVE TROVINO QUESTO CARAGGIO!

Post n°759 pubblicato il 29 Marzo 2010 da naticek

Miss parlamento Rosy Bindi, e mister panzana Donadi sostengono che le sinistre hanno vinto le elezioni perchè a loro sono andate sette regioni ed alla destra sei.............peccato che queste stesse regioni erano undici per la sinistra e due per la destra. Ce ne vuole di faccia di  bronzo per sostenere di avere vinto! I soliti falsi e bugiardi sinistroidi!  Certo che fanno pena, la Bindi ora in questo momento è nell'imbarazzo più totale e cerca di accusare Bondi di assurdità non sa più cosa dire, scazza a tutta randa!

 
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OGNI COSA HA UN LIMITE

Post n°758 pubblicato il 26 Marzo 2010 da naticek

Che a me non sia simpatico Berlusconi, mi  sembra una cosa scontata, ma certo il comportamento e l'accanimento contro di lui , le falsità dette da parte di una sinistra che altro non sa fare che stare a criticare, da parte di una sinistra che imputa a Berlusconi quelli cose che lei stessa non fa, fa letteralmente schifo. La campagna mediatica scatenata è sintomo di paura, quella stessa paura che Berlusconi sa di avere a causa del suo comportamento dissennato che gli farà perdere un sacco di voti. Io stesso che ho dato a lui il voto per darlo indirettamente a Fini questa volta non so cosa farò, sono schifato da quanto sta succedendo, io che ho sempre seguito le fasi della politica italiana, da giorni non me ne sto interessando più. Questo è molto pericoloso. Credo che andrò a votare per non dare percentuali più alte alle sinistre, ma, credetemi, sarà una decisione molto molto forzata.  Il guaio è che lo sarà per molti! Berlusconi poi non potrà altro che recitare un chiaro  mea culpa. speriamo che mi sbaglio.


 

 
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POVERI SINISTROIDI, MA QUANTO GLI BRUCIA.........

Post n°757 pubblicato il 22 Marzo 2010 da naticek

POVERETTI, LA MANIFESTAZIONE DI SABATO BRUCIA LORO COME UN LETTO DI CARBONE ACCESO. UN BLOG HA DEDICATO A SABATO BEN QUATTRO POST DI CAZZATE...ALTRO NON POTEVANO FARE ..........CERCANO DI GETTARE DISCREDITO, COME LORO BUONA ABITUDINE!

 
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COSA AVEVO DETTO IO? ORA IL NANETTO SI METTERA' BUONO E PREPARERA' LE VALIGE. ERA ORA........

Post n°756 pubblicato il 15 Marzo 2010 da naticek

Caro Calipsom 1, delta scorpii, cinzia..........ora vi ciucciate le dita. Riderà bene chi riderà l'ultimo. Avevate detto che sarebbero stati pochi quelli che sarebbero rimasti con Fini, eppure il capogruppo i sembra un signor pidiellino..........eh eh eh eh !!!!!!!!!!!!!!!!!!

2010-03-14 21:45
Pdl: nasce 'Generazione Italia'. Con Fini, non contro il partito

ROMA, - "Nasce il primo aprile ma non sarà uno scherzo". Esponenti del mondo della politica e dell'informazione riceveranno il 1° aprile una cartolina con questo testo, che 'partecipera'' loro la nascita di 'Generazione Italia', l'iniziativa politica benedetta da Gianfranco Fini e gestita in prima persona dal vicepresidente dei deputati Pdl Italo Bocchino che avrà per simbolo un fiocco tricolore che incrocia una 'G' verde ed una 'I' rossa, con in mezzo il colore bianco. Un modo per far politica nel Pdl nell'attesa che il partito si strutturi e si organizzi meglio sul territorio, si spiega per allontanare il dubbio che stia nascendo una 'corrente finiana' o un 'partito del presidente'.

'Generazione Italia' fa riferimento in tutto e per tutto a Fini, nasce con il suo pieno benestare, ma chi la fonda per adesso parla di un nuovo strumento per coinvolgere, all'interno del Pdl, chi si sente vicino a Fini e alle sue posizioni. Qualcosa di speculare ai 'Promotori della Liberta'' lanciati dal premier Berlusconi con Michela Vittoria Brambilla, anche se l'iniziativa non è rivolta al mondo dei movimenti ma alla classe politica nazionale e al territorio. Una struttura che nasce dunque non 'contro' il Pdl, ma 'per' renderlo più forte. Dapprima a partire sarà il quotidiano online www.generazioneitalia.it. Ma immediatamente dopo il battesimo web della nuova creatura politica vicinissima al Presidente della Camera e co-fondatore del Pdl Fini, arriverà la convention dell'8 e 9 maggio a Perugia, dal titolo 'Destinazione Futuro', uno sguardo all'Italia che verrà.

Quasi un congresso, con 1.200 delegati, le conclusioni di Fini nella giornata finale, una telefonata di Silvio Berlusconi programmata per il sabato ed inviti a ministri, coordinatori, capigruppo e massimi esponenti del Pdl, oltre a diversi ospiti internazionali. Accanto al web magazine, nascerà a breve una 'Associazione amici Generazione Italia', con tanto di statuto e con struttura sul territorio (nasceranno 'Generazione Campania', 'Generazione Veneto', 'Generazione Puglia' e via dicendo) ed un gemellaggio - caldeggiato in particolare da Fini - con la 'Generation France' di Jean Francois Copé, il capogruppo Ump all'Assemblea nazionale francese (che Bocchino andrà ad incontrare il 19 a Parigi). 'Generation France' si presenta come 'club de reflexion', gruppo di riflessione, per offrire un vero dibattito di idee su tutti i temi dell'attualità. Ed è lo strumento principale delle politiche del giovane politico francese, nei quali in diversi vedono il delfino di Nicolas Sarkozy. Se la fondazione finiana 'Farefuturo' ed il 'Ffwebmagazine' vicinissimo al Presidente della Camera sono rivolti più all'esterno, all'elite politica del paese ed alla pubblica opinione, 'Generazione Italia' punta alla classe politica del Pdl: parlamentari, dirigenti regionali e locali, iscritti.

PER 'STATUTO' DENTRO PDL MA PER RINNOVARE - Non 'contro', ma 'per'. Il documento fondativo di 'Generazione Italia', l'iniziativa politica benedetta da Gianfranco Fini e gestita dal vicepresidente dei deputati Pdl Italo Bocchino, lo mette bene in chiaro in più punti assicurando che nasce non contro il Pdl, ma scommettendo su un rinnovato impegno per la costruzione del 'Popolo della Liberta'', anche attraverso il nuovo 'laboratorio di idee' che punta ad essere strumento di una aggregazione generazionale per una nuova classe dirigente.

"Generazione Italia - si legge nel 'concept' - vuole essere un aggregatore generazionale rivolto ai 30 e 40enni che hanno voglia di impegnarsi per l'Italia. Chi è nato negli anni '70 e '80 del secolo scorso dovrà essere per forza di cose il protagonista dell'Italia del 2020, l'Italia che verrà. Il nostro Paese corre un grande rischio. Rimanere schiacciato dal contemporaneo trasferimento di poteri verso l'alto, l'Europa, e verso il basso, Regioni ed Enti locali. La disgregazione dell'Italia, fenomeno ben conosciuto nella nostra millenaria Storia, è il pericolo principale da sventare. Quello che serve all'Italia di domani - viene allora sottolineato - è una classe dirigente che sappia mettersi in discussione, rischiare, confrontarsi sui problemi e proporre soluzioni chiare, con lo sguardo al futuro". Rivolgendosi ai giovani e agli 'ancora giovani', il documento fa riferimento anche ai bamboccioni in politica (da mandare a casa a favore di una nuova classe dirigente), stando attenti però al rischio di non dare spazio ad "un giovanilismo di maniera che non serve a nessuno" o a scontri generazionali: "quello che invece Generazione Italia auspica è un incontro e una sintesi di intelligenze".

"La storia d'Italia è contrassegnata da grandi intelligenze individuali che non sono mai riuscite a fare sistema - va avanti il documento -. Noi abbiamo l'obbligo di cercare nuove strade per costruire il network di tali intelligenze. L'Italia vive una lunga stagione di stagnazione. Il contributo 'necessario' di Generazione Italia dovrà avere come fine proprio quello di tirare fuori la Nazione da un immobilismo sociale che si ripercuote nella scuola, nell'economia, nella politica". Una missione, questa, che però ha bisogno "di uno strumento. E noi scommettiamo sul Popolo della Libertà" con Generazione Italia lì a fare da "laboratorio di idee" con "il Web e una rete di presenze sul territorio" promuovendosi punto di "riferimento e sintesi delle energie nuove che si affacciano".

 
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RISORGIMENTO TERZA PARTE

Post n°755 pubblicato il 15 Marzo 2010 da naticek

Benedetto Cairoli

di Fausta Samaritani

Nelle lettere di Nievo non c’è traccia di un suo rapporto d’amicizia con Benedetto Cairoli, prima della fine di giugno 1860, quando Garibaldi si è impossessato di Palermo. Ippolito manda allora a Benedetto una copia del suo nuovo libro di poesie Gli Amori Garibaldini, scusandosi nella lettera di accompagnamento per i numerosi errori di stampa. Durante la presa di Palermo,Cairoli è rimasto gravemente ferito ad una gamba. Forse è ancora in ospedale,o forse la lettera di Nievo lo raggiunge a Palazzo Reale, dove è stato trasferito
e dove rimarrà fino a fine novembre. Anche gli uffici dell’Intendenza garibaldina sono a Palazzo Reale. L’11 settembre Ippolito scrive a Bice Melzi d’ Eril: Dopo la serata passiamo per solito a far chiasso da Cairoli il quale
abita anche lui in Palazzo Reale con la sua gamba malata.
Nievo stabilisce un contatto indiretto con la famiglia Cairoli a settembre 1860, quando comunica a Vincenzo Lanfranchi la morte di Luigi Cairoli, avvenuta a Napoli il 18 di quel mese, pregandolo di informare la famiglia. Questa lettera di condoglianze è di una delicatezza estrema. In quei gironi sembra imminente la partenza di Nievo per Napoli, dove Giovanni Acerbi suo superiore in grado lo ha chiamato. Scrive a Bice, il 14 ottobre: Mi muoverò con Benedetto Cairoli che finalmente sta meglio della sua gamba l’osso va consolidandosi.
Scrive anche ad Acerbi, annunciando il suo arrivo a Napoli con Cairoli per i primi di novembre. Poi il programma cambia, perché il Ministro della Guerra ordina a Nievo di rimanere ancora qualche giorno a Palermo. Scrive allora a Bice: M’era fatto un sogno delizioso di compiere il viaggio con Benedetto
Cairoli, quando… quando a questi stupidi e bestiali Lafariniani saltò in capo di stampare un vigliettino indirizzato a S.Maestà e pieno di vili calunnie contro Mordini, il ministero e me. I "bestiali" erano i seguaci del siciliano Giuseppe La Farina, amico e confidente di Camillo Benso conte di Cavour e acerrimo nemico di Francesco Crispi. Antonio Mordini ricopriva ancora in Sicilia la carica di Prodittatore di Garibaldi, quando Vittorio Emanuele II° era sbarcò a Palermo, portando con sé il suo Luogotenente e un nuovo governo locale, composto di Ministri scelti fra gli amici di Cavour. Di notte una nave salpò nascostamente da Palermo per Napoli, con a bordo l’ex Profittatore Mordini, accompagnato dall’ex segretario della Prodittatura Angelo Bargoni e da Benedetto Cairoli. Nievo lasciò Palermo due settimane dopo, trattenendosi a Napoli un paio di giorni, prima di proseguire per Genova e per Milano, dove passò il Natale.
La mattina del 4 marzo 1861 al porto di Palermo il postale "Ercole", una barca a ruote di legno abilitata al servizio postale e al trasporto militare, ha appena lasciato gli ormeggi, quando il garibaldino Raffaello Carboni arriva
trafelato sulla banchina, salta su una piccola barca e raggiunge l’"Ercole" all’ uscita dal porto. Egli consegna a Nievo e ai suoi compagni alcuni documenti,raccolti in gran fretta. E’ l’ultimo a vedere vivo Ippolito Nievo, ritto sul
ponte dell’ "Ercole". Fra i due c’è un breve scambio di saluti e Nievo promette di andare a Pavia, da Benedetto Cairoli, per dirimere un malinteso fra Cairoti e Raffaello Carboni. Sulla sorte di quello sfortunato vapore a ruote, naufragato nel Basso Tirreno con l’equipaggio, i passeggeri e le merci,
nascono strane leggende.
Qualche settimana più tardi il quotidiano milanese "Il Diritto" pubblica l’ elenco (incompleto) dei naufraghi dell’"Ercole", raccolto da un corrispondente a Palermo che forse à lo stesso Raffaello Carboni. La notizia arriva presto a
Pavia. Adelaide Bono Cairoli, madre di Benedetto, scrive ad Angelo Bargoni:

Il povero Benedetto è desolato per la perdita di quel loro comune sì caro
Amico e pur tanto benemerito Cittadino, dello sventurato colonnello Nievo.
La lettera, inedita, è conservata al Museo del Risorgimento di Roma: è una
prima traccia di un sentimento di dolore per la sorte di Nievo, da parte di Cairoli. Come mai è stata ignorata dagli storici? Possibile che Benedetto non si fosse interrogato sulla fine dell’ "Ercole" e non abbia pianto l’amico Nievo?
In quei giorni, al dolore per la ferita alla gamba si è aggiunto un fastidioso tremore alla mano destra che gli impedisce di scrivere. Nello stesso fascicolo in cui è conservala la lettera di sua madre, ce n’è un’altra, sempre inedita, di Benedetto Cairoli ad Angelo Bargoni: la firma è autografa, di Benedetto, ma la grafia è irriconoscibile. Il testo, scritto d’altra mano, è questo:

Carissimo,
Quel torpore di paralisi che mi ha colpito il braccio e la mano destra non è ancora diminuito e per scriverti debbo quindi approfittare della gentilezza di un amico.
Ho mandato un dispaccio a Cadolini [Giovanni Cadolini, colonnello garibaldino] e spero vederlo entro poche ore. Io sono pienamente del tuo avviso, credo cioè non convenga risponder alle chiacchiere pettegoleggiate sul conto nostro da
molti giornali. Lo stato della mia mano malinconizza più che quello della gamba, ma sto bene di salute, peggio di morale per la tragica fine del nostro povero Nievo.

Accogli i cordiali saluti di mamma e di Enrico [Cairoli] ed un abbraccio affettuoso dal tuo

Benedetto

Pavia, li 1 Aprile 1861

Roma, Museo Centrale del Risorgimento, b. 235, n. 3 (9)

Holmes e la salma di Ugo Foscolo

    di Carlo Eugenio Casini

E' ormai difficile districarsi nella pletorica produzione di apocrifi Holmesiani.
Ne sa qualcosa il buon Enrico Solito, il quale dopo aver pubblicato parte degli scritti del Dr. Watson reperiti nel famoso baule di Miss Annette, nella sua villa di Careggi, ha visto metterne in dubbio la autenticit
à dai soliti invidiosi e frustrati imbrattacarte.
L'Alta Corte di Giustizia ha solennemente respinto tale vile insinuazione ed ha altres
ì fugato ogni dubbio nel comportamento del Dr. Solito nei confronti della propria paziente Annette.
Gli imbrattacarte, infatti, visto il fallimento del loro tentativo di far passare come apocrifi i documenti pubblicati dal Solito, avevano cercato di insinuare che il medesimo avrebbe posto in essere una sottile opera di plagio per sottrarre alla propria amica e paziente il famoso baule con il suo prezioso e raro contenuto.
E' per questo che io fin da ora diffido chiunque a mettere in dubbio la autenticit
à dei fatti contenuti nella esposizione che vi sottopongo, anticipando la mia ferma intenzione di perseguire legalmente chiunque a tale impresa diffamatoria si azzardasse.

Peraltro le circostanze e le coincidenze non consentiranno a nessuno di avanzare dubbio surrettizie illazioni, vista la stretta relazione tra fatti e documenti.
L'argomento riguarda il fattivo contributo che Sherlock Holmes ha dato per il ritrovamento della salma di Ugo Foscolo in Inghilterra, prima della sua traslazione in Italia. Questo
è il fatto.
Alcuni anni or sono ho acquistato un bellissimo complesso storico sulle colline di Firenze con il preciso scopo di adibirlo a mio rilassante ricovero,per celebrarvi, insieme a giusta compagnia, l'apologia dell' ozio.
Si tratta della villa Targioni - Tozzetti, dimora estiva della famiglia, ma soprattutto luogo di incontro e centro culturale, e non solo, ove la pi
ù famosa Fanny raccoglieva il fior fiore della cultura e dei potenti dell' epoca.
Anche il gobbo di Recanati fu ansioso ospite della prorompente anfitriona, spasimandone inutilmente l'amore e ricevendone invece una rustrante vena di ironica tolleranza. Fu proprio in occasione di uno di questi salotti politico - culturali che venne elaborato un progetto alla cui realizzazione,  (soltanto adesso si
è potuto accertare) Sherlock Holmes offrì il suo valido contributo. Correva l'anno 1871, L’ inizio dell'estate, esattamente nel momento in cui avveniva il trasferimento della capitale da Firenze a Roma.
Per fortuna quel periodo verr
à ricordato anche per un altro avvenimento molto più gradevole e costruttivo! Proprio in una calda sera di quella estate, sotto il pergolato della villa oziava, dopo un raffinato convivio, Fanny Targioni Tozzetti con eccelsi ospiti tra cui il Barone Bettino Ricasoli, il Presidente Lanza, il Senatore Bargoni. Stavano discutendo su un recente provvedimento della Camera con il quale era stata autorizzata la pubblicazione degli scritti postumi di Ugo Foscolo, trasferiti in Italia grazie all'impegno della figlia naturale del poeta, Floriana, e poi acquistati dal gruppo lobronico, rappresentato da personaggi come Mayer, Bassotti e Gino Capponi.
Come spesso accade, un discorso tira l'altro, finch
è la Fanny non portòl'argomento su una fatale predizione di Foscolo, sulla sua "illacrimata sepoltura": infatti dopo la di lui morte nessuna notizia precisa esisteva sul luogo della tumulazione, salvo che trattavasi di un piccolo cimitero nei dintorni di Londra. E dalla graziosa ospite fu esaltato il contrasto tra la lirica sepolcrale cantata dal Poeta e la sua pressochè sconosciuta tumulazione.
In altri termini la brava ed affascinante Fanny port
ò i propri illustri commensali a concludere che non c'era altro da fare che organizzare una delegazione a Londra al fine di ritrovare la tomba di Ugo Foscolo, riesumarne la salma e trasferirla finalmente nella basilica di Santa Croce in Firenze per tumularla in un sacrario degno di tale romantico vate.
Seduta stante fu formata la delegazione e scelto il rappresentante nella persona del senatore Bargoni, uomo che sintetizzava in s
è grinta, intuizione e perfetta conoscenza della lingua inglese.
Avanti di proseguire nella narrazione dei fatti, devo per
ò fare un inciso, necessario onde meglio comprendere l'argomento principale e cioè come Sherlock Holmes abbia contribuito al ritrovamento della salma di Ugo Foscolo. Andiamo per ordine.
A1 momento in cui acquistai villa Targioni Tozzetti, questa era occupata da inquilini di bassa cultura ed intelligenza, tanto grevi quanto boriosi: nel breve e disastroso periodo della loro occupazione, furono capaci di distruggere ed asportare tutto l'arredamento di epoca per sostituirlo con mobili in formica e truciolare precompresso. E ci
ò che poi appariva loro completamente inutile o non comprensibile veniva gettato nel campo per attizzare, durante la notte, tribali falò. Per fortuna la figlia del mezzadro, la Signorina Giusy Tartarelli, che abitava la contigua casa colonica, ebbe la sensibilità di sottrarre alla furia distruttiva di tali vandali domestici, una piccola parte dell'archivio della famiglia Targioni Tozzetti per conservarlo e poi consegnarmelo.

Tra le varie cose mi consegn
ò anche una lettera del 17 luglio 1871 che il Senatore Bargoni scriveva appunto alla Contessa Targioni Tozzetti, Villa La Pergola, S. Iacopo a Querceto. Ne illustrerò un passo alla volta, perchè va attentamente chiosata. Si tratta di un documento di grande importanza anche in riferimento alla stimolante sollecitazione del Presidente del nostro sodalizio sulla possibile origine italiana di Sherlock Holmes.

La lettera in questione cos
ì inizia:

Cara amica,

l'entusiastiche strategie orchestrate assieme al barone Ricasoli e al presidente Lanza durante gli stimolanti ozii estivi presso la sua nobile residenza
hanno finalmente dopo immani e non previste sorprendenti fatiche portato al conseguimento del perseguito fine; la salma del Poeta riposa ormai nel sepolcro dallo stesso così liricamente esaltato.
Significa appunto che il Bargoni era riuscito a Londra a recuperare la salma. Risulta per
ò che nel far questo il senatore incontrò grosse difficoltà. Infatti era accaduto che questi, appena arrivato, aveva scoperto con costernazione che della tomba del Foscolo non si sapeva nulla . Con l'aiuto del parroco di Chiswich e di un vecchio testimone si individuò la tomba, che venne aperta: ma era un ipogeo stipato di bare. Si notò che ad una mancava la targhetta che fu trovata là presso, col nome di Foscolo: nessun altra ne era priva. La certezza dunque, non però la prova. Bisognava provvedere al riconoscimento, della salma,cosa tutt'altro che facile. Ma l'accorto senatore aveva scovato il vecchissimo medico Negri, ed il barbiere del Poeta. La storiografia ufficiale riferisce il fatto, omette però un particolare, che ci riporta invece Bargoni nella lettera inviata alla Contessa Targioni Tozzetti e che così prosegue:
Concluse le cerimonie celebrative corrono il piacere ed il dovere di ringraziare la nostra ospite, nonch
è di rinnovare ogni più divoto complimento alla sua avvenenza e nobiltà di animo. In questo frangente devo per ricorrere nuovamente alla sua graziosa collaborazione, pregandola di un ultimo servigio,in omaggio a colui che particolarmente ha consentito acchè il Poeta avesse la meritata sepoltura. Mi riferisco ad un algido e scontroso giovane, di austero portamento, e di sorprendente intuito, che, in quella uggiosa mattina londinese, insieme ai parroco di Chiswich risolse con apparente semplicità l'enigma della tomba di Ugo Foscolo.

I1 tratteggio che Bargoni ci fornisce di questo personaggio, ci porta a formulare seriamente l'ipotesi che si trattasse di Sherlock Holmes.
E' noto che questi aveva un po' l'abitudine di frequentare i cimiteri.
Ricorderete che Watson lo conobbe nell'obitorio dell'ospedale di S. Bartolomeo; e ricorderete anche che nel Segreto degli occhiali a pince-nez si parla della soluzione di un mistero con una indagine svolta in una tomba, addirittura un antico tumulo sassone. Per non parlare dell'indagine nella cappella di famiglia di Shoscombe Old Place. Dunque secondo il  Canone, Holmes aveva attitudine per questo genere di ambienti .

Continua la lettera del senatore Bargoni:

Quale e quanta sorpresa
ha destato in me questo giovine studente inglese, così attento conoscitore della nostra lingua e cultura, tanto da far supporre una sua possibile discendenza italiana. Ha fieramente sdegnato ogni mia timida proposta di palmario, gradendo solo, dopo insistenze.di ricevere alcun tabacco italiano. Ciò al fine di svolgere originalissimi studi comparati sulla combustione delle varie miscele.

Questi ulteriori particolari (conoscenza dell'italiano, studio della combustione dei tabacchi) sono altri evidenti elementi canonici che ci portano a validamente supporre che il giovane che
è intervenuto nella individuazione della salma del Foscolo, fosse Sherlock Holmes.

 Bargoni:

Epperettanto, memore della frequentazione del suo salotto da parte di un noto coltivatore in quel di San Sepolcro di ci
ò abusando, La prego devotamente di interporre i suoi buoni uffici acciocchè il nostro sovventore londinese possa avere soddisfatto questo suo modesto desiderio, guiderdone per il suo prezioso aiuto.

Qui il discorso
è estremamente interessante, perchè attualmente presso la Villa Targioni Tozzetti, da me acquistata, risiede una famiglia di coloni che,guarda caso provengono da San Sepolcro: il nonno del capoccia, il signor Giuseppe, lavorava appunto in una piantagione di tabacco a San Sepolcro di proprietà di un inglese, certo Sir John Vincent Arden: ed è particolare interessante ricordare che nel Ciclista solitario si parla di strane persecuzioni cui sarebbe stato oggetto proprio questo sir John Vincent Arden.

Tutte queste coincidenze mi permettono di affermare che il giovane inglese che collabor
ò con Bargoni al trasferimento della salma di Foscolo fosse proprio Holmes.

Continua Bargoni:

Invito pertanto la Sua gentilezza a voler sollecitare il comune amico coltivatore di tabacco, che ho inutilmente tentato di incontrare a Londra, di assecondare questa richiesta, modestissima compensazione per colui che s
ì grande servigio ci ha reso. Col suo permesso mi riservo di preannunziarLe una mia visita per ancora rendere omaggio alla Sua grazia e per vivificarei miei sentimenti nei Suoi confronti.. Il Suo devoto ammiratore Senatore G. Bargoni.

 
In Firenze il 17 luglio 1871.

Dalla testimonianza del colono signor Giuseppe risulta infine che dalla piantagione di San Sepolcro di Sir Arden venivano spediti ogni tre –quattro mesi partite di tabacco a Londra esattamente alla tabaccheria Bredley di 0xford Street, negozio questo, come risulta dal canone ed in particolare dall' opera "Il mastino dei Baskerville", dove Holmes si riforniva.

Tutta questa serie di coincidenze, che lancia nuove luci sui rapporti tra Holmes e la salma di Foscolo, avrebbero meritato approfondimenti pi
precisi e rigorosi: ma la occasione del nostro convegno mi imponeva di significarVi tali importanti novità.

Mi corre ora l'obbligo, pur con il dispiacere che tale privazione mi comporta,di consegnare al Presidente del nostro sodalizio l'originale della lettera del Senatore Bargoni del 17 luglio 1871. Strana combinazione: il 17 luglio
è anche il mio compleanno.

 

Tra le varie lettere, che  sono in mio possesso, ve ne è una del comandante delle truppe francesi in Italia, a Milano, al termine della seconda guerra di indipendenza. In questa lettera, in pratica una raccomandazione, si prega  chiunque sia a capo di un ospedale di prendere in considerazione l’operato del dottor Luigi Vedovi, che con tanto amore, cura e sapienza ha curato i militari feriti senza badare a differenti colori di divisa.

 

In occasione della preparazione della spedizione dei Mille, Angelo Bargoni era tra l’altro il reclutatore dei garibaldini in Toscana, quindi  mi sembra di aver letto da qualche parte che reclutò anche Bandi o Banti, ovvero colui che poi divenne  il fondatore del Tirreno/Telegrafo.

 

Mi piace ricordare che in Piazza del Duomo, in Cremona, sotto la loggia comunale, è stato eretto un busto con lapide a ricordo del  mio avo.

 

Per tradizione di famiglia, quello che fu il suo studio, ora è il mio e sarà tramandato finchè il tempo e la conservazione lo permetteranno.

 

Bibliografia:

·        Risorgimento Italiano, Memorie di Angelo Bargoni, autore il figlio Attilio Bargoni in collaborazione con i familiari,i cognati della famiglia Vedovi,Garbini, il Senatore Cadolini, le famiglie Calvino, Piolti De’ Bianchi,Minoli, Zambini, ed i signori: colonnello Pezzini; commendator Pietra, professor Corbellino, cav. Mordini, generale Ciancialo,prof. Rosi, prof.Giovannina Vittori, avv. E. Noseda, comm. avv.Palamenghi Crispi.

·        Ricerche fatte in Internet.

·        Materiale cartaceo e non, di mia proprietà giacente in casa.

 

 
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RISORGIMENTO SECONDA PARTE

Post n°754 pubblicato il 15 Marzo 2010 da naticek

Da Aurelio Saffi:

                                                                       Forlì 18 agosto 1862

 

Caro signor Bargoni,

Le sarò grato se vorrà inviarmi copia del “Diritto”  dirigendola al Deputato Saffi Forlì ( Romagna). Qui, in brevi parole la situazione è questa: operai. Gioventù patriottica di tutte le classi, meno pochi dottrinari per natura, invecchiati a 20 anni stanno per l’iniziativa di Garibaldi, e sono pronti ad agire…..omissis……….

 

 

A seguito all’ interpellanza D’Ondes Reggio e sua proposta d'inchiesta parlamentare…omissis…..parecchi deputati si dimisero tra cui Nicotera, Bertani, Campanella, Guerrazzi, e nella tornata del 7 gennaio 1864 presentarono le dimissioni Garibaldi, Laurenti, Capitoli e Saffi. Sulle dimissioni del generale Garibaldi, Bargoni chiese la parola e pronunciò il seguente discorso:…………….omissis……………La dimissione di garibaldi non ci si presenta, come un fatto isolato, essa  fu preceduta, voi lo sapete, da parecchie altre; oggi pare che venga da altre accompagnata.  …..Omissis……..

L’amicizia della mia famiglia con membri di casa Savoia si conclude con mio zio Aurelio ed il duca Amedeo d’ Aosta, si conoscevano in quanto ambedue piloti. Conservo una foto del Duca Amedeo di Savoia, con dedica: al pilota A.A. Aurelio vedovi , il suo Amedeo di Savoia.

Alla Camera godeva anche la stima anche degli avversari politici……..omissis ……P.S. Mancini, Presidente della giunta delle elezioni gli scriveva: - Ho pregato altresì il relatore De Filippo a voler riferire questa stessa mattina alla Camera, e spero di potervi  vedere prender parte ai nostri lavori con quel cuore e ingegno che in voi pregio e stimo- E Q. Sella più tardi gli scriveva:-………..permettetemi che io faccia i miei complimenti a voi ed ai vostri amici per la larghezza di vedute, con cui vi vedo procedere nella cosa pubblica……..-

 

Egli sentiva molto la dignità del Parlamento e diceva sempre che bisognava sempre, finchè vi era la discussione combattere e sostenere le proprie convinzioni, ma una volta pronunciato il voto bisognava a questo inchinarsi ed in piena  Camera l’8 marzo ’66 ebbe a dire:-……….quando un voto è stato pronunciato non è più il voto di coloro che hanno costituito la maggioranza, è il voto della Camera.  ………..  –

 

Garibaldi tornato a Brescia dopo il famoso “obbedisco”, chiamò a se il Bargoni, per dare ordine nelle sue carte, dicendogli che di lui solo si fidava. Dall’accoglienza che ebbe dal Generale nei due giorni che rimase con lui scrisse a Mordini: - Egli mi fece un’accoglienza della quale non sarei stato menomamente capace di avere presentimento. Ne rimasi proprio letteralmente confuso.- Ed a Vincenzo Vedovi di ritorno a Cremona il 7 settembre 1866 scriveva: Sono stato due giorni a Brescia; ed ho ricevuto da Garibaldi un’accoglienza così cara ed affettuosa che dovrò ricordarmela per tutta la vita-

A Bargoni rivolgevasi anche Giuseppe Zanardelli in data 9 settembre 1866 da Belluno desiderando la sua opinione circa il restare o l’andarsene dal posto do commissario del Re…omissis.

 

Da una lettera di Enrico Cialdini ad Antonio Mordini:- Caro Antonio,Il signor Bargoni ti reca l’offerta od anzi la preghiera di accettare insieme a lui un portafoglio del Ministero che il Re mi commise di fare….omissis…i colleghi che ti darei sono degni di te.  Il tuo Cialdini.

 

Nel maggio 1869, con Mordini ne Cadolini entrò nella combinazione Menabrea e fu nominato Ministro della pubblica istruzione.

 

…..a  lui devesi la traslazione dei resti mortali do Ugo Foscolo in Santa croce di Firenze. (ma di questo parlerò più avanti).

Fondò L’Istituto di Antropologia di Firenze chiamandovi a Direttore l’illustre prof. Senatore Mantegazza. Aprì al pubblico il Chiostro di San Marco in Firenze, reso celebre dal Savonarola.

Istitui la tassa d’ingresso ai musei ed alle gallerie per devolverne il ricavato a vantaggio delle stesse.

Riordinò le Biblioteche del Regno, facendo obbligo agli Editori dell’invio di una copia di tutto quanto avrebbero pubblicato alla Biblioteca Nazionale di Firenze. Nacque così la Biblioteca Nazionale Italiana, quella salvata dagli angeli del fango all’alluvione del 04 novembre 1966.

S.E. il principe Deminoff voleva donare alla città un’apposita casa e relativi fondi per l’istituzione di una Scuola, ma trovava delle difficoltà burocratiche nel Ministero dell’Istruzione. Saputolo, il Bargoni troncò  tutte le difficoltà e la Scuola Deminoff  fu un fatto compiuto. Il principe Deminoff fu così lieto di tale sollecita risposta che offerse al Bargoni, perché lo destinasse come meglio credeva, un museo mineralogico di pezzi di malachite, …..omissis……Tale museo venne dal Bargoni offerto alla città di Firenze, che lo conserva nel R. Museo di Fisica e  Storia Naturale.

 

UNA STORIA CHE NESSUNO CONOSCE

 

Abbiamo studiato a scuola che i martiri di Belfiore furono impiccati dagli austriaci (Testualmente): Vennero arrestati: Carlo Poma, Tito Speri, Carlo Montanari e altri iscritti di Mantova, di Verona, di Brescia, di Venezia. A quel tempo Mantova era dotata di varie strutture carcerarie : il carcere della Mainolda, luogo dalle condizioni igienico sanitarie veramente disumane, il Convento di S. Domenico e il Castello di San Giorgio ove vennero ospitati i cospiratori. I "Martiri di Belfiore" furono trasferiti al Confortatorio di Santa Teresa, ove trascorsero le ultime ore prima dell’ esecuzione. La regia del processo fu affidata ad un giovane ufficiale boemo, l’ auditore Kraus, che usò negli interrogatori l’intimidazione, lo scherno, la fame, i ferri e, se necessario, anche il bastone.     

Tra gli arrestati vi era anche Tito Vedovi, mio  antenato, che durante il processo subì come gli altri quello che il tenente Kraus fece subire a tutti, ma Tito si salvò, sapete come? Ormai sapevano che nessuno di loro si sarebbe salvato, Tito Speri aveva cercato di attirare su di se tutte le colpe scagionando gli altri, dicendo che erano solo manovalanza, Il mio antenato prese questa palla al balzo, e si finse pazzo, subì torture indicibili sempre ridendo come un matto e chiedendone ancora, addirittura gli conficcarono chiodi nelle gambe, alcuni anche incandescenti, e lui ebbe sempre la forza (della disperazione dico io)  di ridere sempre. Questo atteggiamento portò gli austriaci a credere davvero nella sua pazzia, gli fecero fare quattro anni di carcere, lo curarono (a modo loro) e lo lasciarono libero. Altrimenti tra gli impiccati ci sarebbe stato anche lui che era uno dei più importanti cospiratori.

……..omissis…….Si era detto che Scotti fosse stato avvelenato perché non  rivelasse ciò che aveva visto.

Egli diede querela accordando la più ampia facoltà di prove. Presentando anche proprie dimissioni da Ministro, ma i suoi ncolleghi non vollero accettarle.

I suoi difensori furono Giuseppe Zanardelli,  di sinistra,e l’onorevole Piccioni di destra, Gherardo Cazzaniga e Bonifacio Martinelli, cremonesi, il primo appartenente al partito liberale ed il secondo al clericale.

La composizione di questo collegio di difesa di un  processo essenzialmente politico,di mostra la stima che godeva in tutti i partiti.

Gli avversari, che erano ricorsi  persino a Garibaldi, ottenendo come risposta”non toccatemi Bargoni”, ebbero per avvocati l’on. Billia e l’avv. Giocosa…….omissis…..

 

All’amico Vincenzo Vedovi:

18 giugno 1869

Mio carissimo,

Ha ragione il movimento:”Ille fecit cui prodest” ma siccome non vi è alcuno di seriamente copromessso dai famosi pieghi suggellati, né può esservi, così’ “ Ille cui prodest” bisognava cercarlo fuori dei banchieri e degli amici del governo.” Ille cui prodest” è chi naturalmente sapendo che  che nulla si scopriva perché nulla vi era, aveva bisogno di far credere che la Lobbia portasse nella tomba una grande verità.

Il quarto d’ora è cattivo, è vero. Ma ormai si tratta di lotta non politica , ma morale. E perdio la vedremo.

Addio di cuore                                    Angelo.

 

All’amico Vincenzo Vedovi

                              Firenze, 24 dicembre 1869.

 A te amico, dirò ch’ebbi in questi giorni infinite soddisfazioni d’amor proprio e liete compiacenze, quali difficilmente capitano a ministri caduti.

 

Crediamo bene di chiudere questo capitolo della attività del Bargoni come Ministro della Pubblica Istruzione, riportando la seguente circolare tuttora in vigore (Anno 1911)  e che è conosciuta e citata come

                             Firenze, 9 luglio 1869.

Nel por mente ai vari bisogni dell’istruzione, che più sollecitamente richiamano le cure del Governo, uno principalmente ha dovuto attirare l’attenzione del sottoscritto.

E’ fuori dubbio che le scuole femminili non hanno avuto in Italia quello svolgimento che in altri paesi hanno raggiunto e che sarebbe richiesto dall’incremento generale dell’istruzione. Il pensiero del legislatore fi particolarmente rivolto all’estendere  l’istruzione per i maschi, preparando un doppio ordine di scuole secondarie adatte a condurre all’esercizio delle professioni, e ad elevare il livello della cultura comune; ma perla donna non è andato più in là dell’insegnamento elementare. Se si eccettuino i pochi convitti, nei quali è istituito un corso percettivo,e le scuole normali dove le maestre ottengono un’istruzione  un poco più elevata, non vi è nel nostro ordinamento scolastico nulla che vada oltre le esigenze di una volgare educazione………..(Bargoni parla ora della differenza anche nell’istruzione maschile dicendo che mentre qui è variegata a seconda del livello sociale nelle donne……..aggiunge:) Sono le madri che formano una famiglia e la Società, ed il sollevare lo spirito della donna è il mezzo più efficace per nobilitare quello dell’uomo. Soltanto colà ove l’educazione della donna è curata e tenuta in pregio, è dato di raggiungere quella gentilezza di costumi e quella dignità  di vita che sonole precipue doti dei popoli civili.   …………omissis ……….Già nel 1869 si preoccupava di quella che poi sarà una delle pietre miliari dell’educazione della donna, un bel precursore!

 

Quintino Sella a Bargoni:

Caro Bargoni, ricordatevi che vi attornio con le mie spire e che spero di non lasciarvi sfuggire…….omissis….Vostro affezionatissimo Q. Sella.

Nel 1871, discutendosi alla Camera la Legge sulle Guarentigie, Bargoni fu tra quelli che votarono contro l’articolo 7 che concedeva ai palazzi apostolici il diritto di asilo. All’articolo 18 della stessa legge assieme ad altri, presentò un’aggiunta  colla quale: considerando i mali che cagiona alla società ed alla chiesa il sodalizio politico religioso denominato ; considerando che la rivoluzione italiana fu sempre per irresistibile necessità politica e morale accompagnata dalla espulsione dei Gesuiti nelle province in cui si trovavano; richiamato il tenore dei principali articoli del decreto legge datato da Torino il 25 aprile 1848,

                Si decreta l’abolizione dell’ordine dei gesuiti colla espulsione dei non regnicoli e l’obbligo ai regnicoli della dichiarazione dinnanzi all’autorità di P.S. della dimora di residenza.

In casa attaccata alla parete, ho una sciarpa tricolore con scritto in ogni riquadro : Libertà e poi IX, appartenete ai rivoltosi delle cinque giornate di Milano.

Accanto, un biglietto, datato Padova 10 maggio 1859, indirizzato al dottor Luigi Vedovi, in cui sta scritto: Scappa senza indugio, vi è l'ordine di arrestarvi, un amico.

In un post precedente ho parlato di Tito Vedovi e dei martiri di Belfiore, Beh Tito Vedovi era un segretario di Giuseppe Mazzini.

Accanto  al biglietto di avvertimento per Luigi Vedovi ve ne è un altro datato 16 aprile 1870, ed è una dedica personale di Giuseppe Mazzini a Leonida Vedovi Primo ufficiale sulla corrazzata Pastrengo che portò in esilio Mazzini: Sul Biglietto sta scritto: A Leonida Vedovi con affetto fraterno Giuseppe Mazzini, ed vi è una dedica che i nostri politici dovrebbero infiggersi bene nella testa:

Non v'è che una legge: il lavoro per il bene dei più.

Non v'è che un dovere: il sacrificio per quello.

Non v'è che una norma: la voce della coscienza.

Di Leonida ho anche il binocolo e la pistola che aveva in dotazione durante la battaglia di Lissa nella terza guerra d'indipendenza.

A proposito, per i curiosi e gli increduli, di cui è piena questa community, sotto il porticato del comune di Cremona, in piazza del duomo, vi è un busto in bronzo con lapide dedicato ad Angelo Bargoni.

 

 

 
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RIUNISCO QUANTO HO SCRITTO FINO AD OGGI SUL PRIMO RISORGIMENTO E LA MIA FAMIGLIA, DEVO COMPLETARE

Post n°753 pubblicato il 15 Marzo 2010 da naticek

 

Premessa:

La mia famiglia ha origini che si perdono nella storia medioevale intorno al 1000. La zona, dove si trovano tanti cognomi simili al mio, è quella del Lago di Garda,nel Bresciano, a Castiglione delle Stiviere, per la mia famiglia.lago di Garda. Si narra, in casa mia, che sia andato perduto il titolo del principato della zona, per la legge Salica di Clodoveo, ( 481-511) re dei Franchi Salii che abitavano la zona del fiume Sala, oggi Olanda, fiume Ussel,  legge poi  abolita  in epoca Carolingia, per la quale, in mancanza di erede maschio  il titolo andava perduto). Della suddetta legge ve ne furono varie versioni di comodo, specialmente in periodo medioevale, a causa di questo ebbero origine i,Vescovi Conti, Cavalieri e via dicendo, perché,, ereditando solo il primogenito maschio, gli altri divennero cavalieri ecclesiasti etc etc in quanto privi di titoli, onori e soprattutto soldi. Per quanto mi riguarda sembra, perché per quel periodo è più opportuno usare questo verbo, che successivamente, nel 1497, Giovanni Battista, altro Capostipite,( Gran Magistero Roma, Alberi Genealogici, n° 97 ed Incarto 56 del Priorato di Napoli,  nello stesso Archivio del Gran Magistero).  Ebbe il di Mangano, nel Molise (altri parlano di Torre del Mangano, nell’astigiano,e mi sembra più plausibile,) su la quale terra Scipione ottenne il Titolo di Marchese, l’08 febbraio 1625. L’ultima intestazione sul Cedolario, della suddetta torre col titolo di Marchese è dal 10 marzo 1756, a  Giuseppe, per successione di Giuseppe Seniore suo avo.

Quindi la mia famiglia, calca il suolo Italiano, più o meno, da ben mille anni, ed è per questo motivo che per noi la parola Italia è motivo di orgoglio e commozione. Questo territorio questo popolo, di scienziati, artisti, grandi commercianti ( I Medici si permisero di finanziare il re francese le cui casse erano state svuotate dalla Guerra dei Cent’anni ), navigatori, scopritori e chi ne ha più ne metta, che dai romani, giunse alle invasioni  barbariche proprio per la sua ricchezza non tanto pecuniaria quanto di intelletto,. questo popolo, cominciò a risentire del bisogno di una sua identità precisa, e fu con la Repubblica Cisalpina di Napoleone che  si ebbe il là per quello che poi divenne il primo Risorgimento Italiano.

Molti tendono a sminuire questo movimento, dicendo che è stato un movimento di pochi e di elite, ma, documenti alla mano, posso smentire questo disfattismo. A partire dagli studenti pisani che con il cappello con la punta mozzata per poter sparare combatterono  a San Martino e Solferino, ai lombardo-veneti ,ai  toscani per poi giungere fino ai picciotti del Regno delle due Sicilie, tutti sentirono il bisogno di ritrovare la loro identità di popolo ormai persa da secoli. Il primo risorgimento si sarebbe concluso poi con l’Irridentismo di Trento e Trieste, per la definitiva riunione italica. A chi si chiede se ne fosse valsa la pena, rispondo: la storia va giudicata con gli occhi ed il sentimento sentito momento, quell sentimento nazionalista che animava gli italiani dell’ottocento, quei poveri oppressi per anni dall’Imperialismo Asburgico, quei poveri derisi, umiliati ed affamati da quegli austriaci che non vedevano, negli Italiani,i altro che i loro servi  della gleba, mentre un’ondata di liberismo andava prendendo piede in Europa. Il asburgico aveva ragione delle popolazioni, Croate e Boeme messe qui, in Italia a far da pali, come dice il Giusti in Sant’ Ambrogio. Tutto questo, mentre un sentimento di Libertà e Nazionalismo, spingeva tutti gli italiani, chi prima, chi poi a desiderare quella libertà da tempo sopita.  Tra questi Italiani c’erano la mia famiglia e la famiglia Bargoni, cui appartenne mia nonna, leggendo solo in parte quanto sta scritto qui capirete quali fossero i sentimenti che spinsero gli Italiani a fare quanto hanno fatto, a morire per quell’ideale di Patria, di Popolo e di Nazione che fortunatamente il nostro buon livornese, Presidente Azelio Ciampi, ha fatto risorgere nei nostri animi. Oggi si ricanta l’inno nazionale anche negli stadi, ed una lacrima , scende sempre dai miei occhi ed i versi si strozzano in gola, in quei momenti.

Qui di seguito, intervallati da:  ………omissis………molti episodi ed aneddoti  che evidenziano come le due Famiglie Vedovi e Bargoni furono Attrici del primo Risorgimento Italiano.

 

Angelo Bargoni, nonno di mia nonna, nacque a Cremona nel 1829, lo spirito patriottico, lo pervase fin da subito, partecipò vari moti ed a 19 anni:……  e quindi clandestini. Mentre su una diligenza si caricava questa cassa sopraggiunsero due guardie austriache. Il Vedovi, che conosceva il tedesco, non si perdette d’animo e fattosi loro incontro li pregò di aiuto dicendo che era la lapide con epigrafe per una sua bimba morta (il Vedovi era allora scapolo) perchè quei cani di facchini italiani non volevano lavorare……e così colla protezione della I.R. Polizia quella tipografia potè giungere incolme a destino>. I moti del 1848 lo videro protagonista nel settentrione.

Scrisse un inno a Carlo Alberto e Pio IX che ebbe un immediato successo, fu musicato da Ruggero Manna, insigne maestro dell’epoca. Inno che venne pubblicato in Cremona il 29 aprile 1848 sul foglio ufficiale”L’indipemdente dell’Alto Po; ove appena 19enne, ebbe a scrivere altre volte.

………omissis……….nel 1949 fu in Roma. Caduta la Repubblica Romana per le Marche, le  Romane, l’Umbria, l’Emilia,rientrava in Lombardia nella nativa Cremona, beneficiando dell’amnistia concessa dall’Austria. A Cremona riprese gli studi e si laureò in giurisprudenza, dissertando”Dell’educazione del popolo” all’età di anni 21e otto mesi. L’Emancipazione della donna fù sempre il suo più profondo convincimento, dalla giovane età a quella matura del periodo parlamentare.   è cittadina. E allora soltanto sarà degnamente intesa la famiglia, però che la famiglia sia la base della società>.

La campagna 1848/49 gli aveva dato modo di stringere amicizia con parecchi giovani animati tutti dall’idealità di una patria………omissis……….Angelo Bargoni capiì difatto subitamente che la polizia era sulle tracce dei capi, così che bruciate tutte le carte che teneva in casa, e abbracciati i suoi, più meravigliati che sgomenti, scappò di casa appunto un’ora prima che la  polizia si presentasse con mandato di arresto e di perquisizione.

In una lettera conservata al  Museo del Risorgimento di Milano scrive”…..sono intimato a comparire entro 90 giorni innanzi  alla Commissione militare di Mantova, come legalmente indiziato di delitto di alto tradimento……..”  Superato il confine, Genova, la città ove in quei tempi accorrevano la massima parte dei profughi, ove la vita degli emigrati ebbe ore di emozioni incancellabili, Genova ,ospitale lo accolse dal 1854 al  1858.

A Genova Bargoni strinse presto relazioni ed amicizie con altri emigrati, amicizie che divennero fraterne con Antonio Mordini, Rosolino Pilo, Vincenzo Vedovi (mio avo diretto), Vincenzo Ciancialo, Salvatore Calvino………omissis……….al signor Bargoni ,(Giuseppe Garibaldi scrisse la prima di tante lettere)  segretario delle Commissione dell’ Emigrazione Italiana: sono dolente di non poter accettare il vostro invito di presentarmi domenica all’associazione, perché affari miei m’impongono imperiosamente d’assentarmi da questa città pria di quel giorno. Vogliate scusarmi presso la stessa e comandatemi in qualunque altra circostanza. Giuseppe Garibaldiomissis.…fondò con Vedovi e Piolti de’ Bianchi, un ufficio di istituzione di Tutela legale fondando poi un settimanale culturale ”La Donna” che dopo di lui fu diretto da Luigi Mercantini………… omissis …..-che Bargoni fosse conscio della fatale spedizione di Sapri lo dimostrò anche il fatto che presso di se conservava i documenti che poi Giuseppe Zanardelli gli richiese, quando Giovanni Nicotra intentò il noto processo per diffamazione contro il giornale Gazzetta d’Italia di Firenze.

 

Passi presi qua e là, ora ci si addentra in quella che fu la spedizione delle due Sicilie, di cui lui fu un organizzatore di spicco. Non a caso la spedizione partì da Quarto a Genova, dato che la villa della famigliaBargoni, che era proprio lì.

 

omissis … in fatto di uomini, oltre alle adesioni di tutti siciliani,  si hanno quelle di Medici, Pasi Quintini e Salvi………e con un po’ di buona fede in S.E. il conte Camillo (Benso di Cavour)  si sarebbe potuta  ottenere una finta vendita di un altro migliore piroscafo……….

 

Fu durante la spedizione dei Mille  che divenne amicissimo di Garibaldi , Bixio, Depretis  ed altri di cui racconterò, in Sicilia divenne il segretario del pro dittatore,Mordini, del regno delle due Sicilie.

 

Racconterò altro sempre che interessi, ho  molto materiale , da cui si scopre che a scuola ci hanno insegnato solo quello che loro è parso comodo farci sapere. Il mio avo Angelo Bargoni, senatore e ministro, faceva parte del partito legato a Giuseppe Garibaldi  che tutti oggi spacciano per uomo di sinistra,  oddio era di sinistra, ma di quella sinistra della fine ottocento, in cui il PCI,  fondato a Livorno nel 1922, non aveva ancora cambiato lo scenario politico italiano, stravolgendo quello che erano desra e sinistra prima del  1900.

 Altri aneddoti ed appunti significativi delle varie amicizie contratte.

 

La sera del 23 vi fu in una campagna del confine un ritrovo fra alcuni di Milano e Pippo ( Pippo era il soprannome universale per indicare Giuseppe Mazzini)………….

……….1859. Salvatore Calvino , amicissimo di Bargoni, tanto che parecchie sue lettere sono firmate” tuo fratello salvatore”………

………A Calvino: Torino 19 aprile 1860…..il moto è tutta una cosa ispirata da Londra, diretta sul posto da Pippo (Mazzini) che vi è già da un mese, aiutato con armi e denaro da qui,organizzata pare, con senno superiore a quello che guidò le prove passate, sicura , sperasi, del trionfo finale. Bixio è andato di certo, Rosolino (Pilo) dev’ esservi da prima che scoppiasse l’insurrezione……..Garibaldi doveva partire, ma se ne parlò troppo, e si sarebbe esposto ad una caccia da cui non sarebbe potuto sfuggire; perciò è ancora a Genova. Angelo.

……Le lettere che seguono dimostrano come  Bargoni aiutasse per l’organizzazione e la spedizione di uomini e denari e quale parte anche assunse nelle trattative con Cavour

……Se viene subito profittate di Vedovi. Ne ho bisogno…….Dì a Vedovi  che ricevei per prima e la terza lettera e non la seconda, che non ho ancora trovato Chiodini per dargli…….

……Consenziente Garibaldi, fu Bargoni a chiamare Depretis col mezzo di Mordini che in data 25 luglio 1860 gli scrisse…

……Allora credo che le cose cambieranno aspetto. Per adesso tutte le sollecitazioni che si facessero e che a Vincenzo (Vedovi)si fanno, restano per forza senza effetto.

…….Lo sbarco in Aspromonte fu comunicato al ”Diritto” giornale diretto da Dragoni , prima ancora che ne giungesse notizia al governo Rattazzi. Questi credette in una fuga di notizie invece……:per intese precedenti fu dato all’amico e patriota Vincenzo Vedovi un telegramma diretto alla moglie del Bargoni nel quale si annunciava la spedizione di una cassetta di agrumi.

…….Lettera del Generale Garibaldi a Bargoni- Pisa 19 dicembre 1862.

Mio caro Bargoni, mi sono grati i vostri auguri. Io li so sinceri poiché partono da un uomo cresciuto nell’amore della patria e della libertà, da un uomo che così nobilmente propugna quei principi del vero e del giusto che soli possono fare grandi e libere le Nazioni.

Io seguo con piacere le diverse fasi della lotta che il vostro giornale sostiene con tanto coraggio in favore della nostra santissima causa. Vostro G. Garibaldi.

….L’opera attivissima dal Bargoni spiegata mentre era Segretario Generale della Prodittatura Mordini e la continua battaglia…….-La prodittatura Mordini era il comando del Regno delle due Sicilie dopo la conquista dei Mille.

 

Il rapporto con la casa Savoia.

Godeva la fiducia del Gran Re che nel dicembre del 1869 lo aveva indicato a Lanza come collaboratore del suo ministero. Di questa fiducia si valse Egli, prefetto di Torino, per cooperare ad ottenere il ravvicinamento tra Vittorio Emanuele ed il figlio Umberto e la venuta di questi con la principessa ed il principino a Torino, ove da tempo non venivano più, fu il coronamento della sua opera.

E di questo riavvicinamento che giunse opportuno per la quasi improvvisa  morte del Gran re avvenuta poco dopo, Re Umberto gli fu sempre grato.

Sul finire del ’77 il Depretis lo volle nel Ministero il portafoglio del Tesoro(ministero di nuova formazione ( prima  conglobato nel ministero agricoltura ed industria). Bargoni fu il primo ministro del tesoro della storia del Parlamento Italiano. Egli non desiderava lasciare la prefettura di Torino,, ma un  Alto intervento (Vittorio Emanuele II°) lo decise, e così ebbe l’onore di accompagnare S.M. il Re Vittorio Emanuele II che da Torino rientrava a Roma. Ultimo viaggio del Gran re.

Al Passaggio della corona dettò il proclama di Umberto I° agli italiani, proclama che venne approvato dal Re tranne in una frase, anzi in un tempo di un  verbo, che Umberto corresse di suo pugno: laddove  diceva…….Il Suo successore vi deve provare che le istituzioni non muoiono, il re corresse….vi proverà, fissando così quella sua linea di condotta  a cui mai venne meno.

La Gazzetta Piemontese salutava la sua partenza con queste lusinghiere parole> auguriamo all’illustre Commendator Bargoni  di attirare a tutti i suoi futuri colleghi del nuovo Gabinetto, quella stima e quella approvazione generale ch’egli si era guadagnata nel pur troppo breve tempo che fu prefetto della nostra città<.

Quando era a Venezia, un giorno alla stazione cadendo si procurò una lussazione ad una caviglia….era un fatto doloroso ma privato, pure un giornale lo accennò in cronaca. Fu riportato. E fu allora una vera compiacenza per lui vedere quante e quali persone si affrettarono a chiedere sue notizie. Lo stesso Re Umberto gli faceva indirizzare la seguente:

 

Monza 2 agosto 1888

Sua Maestà apprese dai giornali la disgrazia accaduta a V.S. onorevolissima ed il pericolo da Lei corso.

L’Augusto sovrano che ha per Lei una  singolare benevolenza, provò il più vivo rincrescimento per la suddetta notizia ed ha  veduto nello stesso tempo con soddisfazione che il fatto non abbia più penose conseguenze.

Il Re vuole che io Le esprima questi Suoi sentimenti, accompagnati dal desiderio di saperLa presto perfettamente guarito.

Nell’obbedire ai graziosi voleri Sovrani, La prego di accogliere, Illustrissimo signor Senatore, gli atti di mia distintissima osservanza.

 

                                                                                      Pel Ministro

                                                                                     U.RATTAZZI

 

 

 

 
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..........................................BERSANI E DI PIETRO............................

Post n°750 pubblicato il 09 Marzo 2010 da naticek

Bersani, l'ipocrita, ha colpito ancora, a RAI TV 24 ha  appena dichiarato che il governo si dovrebbe occupare del popolo italiano, che faccia tosta, lui che fino ad oggi si è occupato e preoccupato di guardare quello che faceva Berlusconi e si è preoccupato solo della persona del praemier, Di Pietro, l'ex magistrato, con quanto ha dichiarato oggi sul governo con epiteti tipo fascista etc etc si sta cercando delle belle querele, lui è specializzato in materia. Comunque  anche  le pecore della Maiella hanno detto che non ce lo vogliono neppure loro tra i piedi!

 
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................MA QUESTI PIDELLINI SONO NORMALI?..............

Post n°749 pubblicato il 09 Marzo 2010 da naticek

Da un certo periodo a questa parte i militanti del pdl se la prendono con Fini che sta insegnando al loro Berlusca come ci si comporta in politica. Oltre tutto, la parabola  di BERLUSCONI è IN UNA FASE  DISCENDENTE, ANZI PRECIPITOSA e tra tre anni non si ripresenta più, finalmente! Signori PiDiellini datevi una calmata, pensate a non fare cazzate tanto il Berlusca si deve levare dai cassabibi...........se Fini non gli poerta via prima tre quarti del partito riaprendo AN, Dio lo volesse!

 
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L'EVOLUZIONE DEL MONDO!!!!!!!!!

Post n°748 pubblicato il 08 Marzo 2010 da naticek

Una volta gli indiani, e loro amici, stavano nelle praterie, nei wignam, cacciavano bisonti....oggi si sono evoluti al tal punto da scrivere anche un blog nel quale non tirano più le frecce, ma sparano!!!!!!! si sparano certe cazzate che fanno rivoltare lo stomaco!

 
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ULTIME NOTIZIE: DI PIETRO CONVOCATO PER LA NOTTE DEGLI OSCAR!!!!!!!!!!

Post n°747 pubblicato il 08 Marzo 2010 da naticek

Di Pietro è stato chiamato per ricevere un oscar, quello  dell'ipocrisia! Nessuno era arrivato a tanta spudoratezza!  Quando sembrava che il pdl fosse fuori dal lazio e dalla lombardia, si è affrettato a dichiarare (registrazioni e riprese televisive!!!!!!!!) che era rammaricato che una parte degli italiani non avrebbe potuto votare ed si sarebbe adoprato perchè invece ciò potesse avvenire. Ora che il Presidente Napolitano ha firmato questo decreto interpretativo si scaglia contro di lui e dice cose che anche le pecore della maiella hanno fatto finta di non sentire!!!!!!!!!!!! (tutto documentato dalla tv!), in pratica rimangiandosi quanto detto i precedenza.

A parte il fatto che quanto decretato l'altro giorno, mi sembra assurdo non fosse contemplato già nella legge. Come Presidente di seggio ero tenuto a far votare chiunque fosse stato presente anche dopo l'ora di chiusura delle votazioni, ho saputo che negli anni successivi hanno permesso di votare anche a persone in fila fuori dell'edificio del seggio. Come era fino a ieri, avrebbe reso lecito che si verificasse il fatto che avrebbe permesso  ad un impiegato, interessato e disonesto,  a rallentare le operazioni per fare in modo che un partito avverso alle sue idee venisse escluso. Assurdo, ma teoricamente ma veritiero!

Comunque vorrei sapere come realmente sono andate le cose e cosa hanno fatto quelli della lista Bonino! Mi è sembrato di sentire ad un tg che con questo decreto sono stati riammessi anche loro in molte parti d'Italia.........ucci ucci sento odor di.........

 
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MESSAGGIO PER TUTTI

Post n°746 pubblicato il 04 Marzo 2010 da naticek

Anche se il numero di coloro da definire ignoranti, maleducati e irrispettosi è in aumento da queste parti, non è per questo che io mi assenterò o per lo meno sarò meno presente. Sto male! Sto passando un periodo di merda, scusate il termine, ma rende proprio l'idea. Non mi posso permettere incazzature, e quì fare incazzare la gente sembra sia diventato lo sport del momento per  coloro che non hanno niente da fare, nè materia grigia nella scatola cranica. Quindi preferisco aspettare di tornare a stare meglio e che mi torni la voglia, con alcuni rimarrò in contatto. Chissà che  nel frattempo questo luogo non si spurghi un po', saluti a tutti.

 
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ALE'! ECCO COME LA PENSANO I SINISTROIDI, E POI CI SI MERAVIGLIA DI CERTE AFFERMAZIONI E CERTI ATTEGGIAMENTI!

Post n°745 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da naticek

Frase catturata da un blog, premetto che il messaggio è lunghissimo, ma che quello che ne segue non ne altera il significato. Così ragionano i sinistroidi DETENTORI DELLE SOLE ED UNICHE VERITA' AL MONDO.  loro si che hanno sempre ragione, gli altri sono incapaci  di ragionare e stupidi. Ma vorrei rispondere all'autore , che purtroppo non verrà a leggere il mio blog in quanto l'ho bandito. Beh vorrei rispondergli che io , di dx, leggo un giornale di sinistra per la cronaca locale......e certe verità si trovano solo nella sua testa.

.......omissis.........Solo quei pochi che leggono giornali un po' indipendenti o di sinistra hanno potuto sapere la verità,.......omissis..........

Beh è un gran buffone!

 
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