Tra sabato e domenica notte ho levitatoin una dimensione strana...febbre alta , stomaco in subbuglio e mal di testa...martellante,sola nella mia stanza da letto..accanto a me il mio canenon si è mosso di un centimetro...per tutto il tempo.Mi guardava da lontano, era sempre lìa volte mi chiamava o guaivama è stato lì come una sentinellafedele ed "armata" per proteggermi.La mia mente sempre vigile,nonostante il malessere acuto....Ho preso coscienza della mia solitudine"Se morissi adesso nessuno se ne accorgerebbe...solo il mio cane....ahahahahahaha consolante evento!Mia figlia non è entrata...neanche per chiedermi se avessi avuto bisogno di un bicchiere d'acqua e lunedì mattina mi ha chiesto"Come stai mamma? Sei pazza non puoi andare al lavoro così!"E te ne accorgi solo orafiglia che ho sempre curato con amore?Non ho risposto e le ho auguratouna buona giornata!Non mi accadeva da tanto di ammalarmi....e la mia solitudine mi ha parlato, mi ha presentato il conto...salatoA scuola, ore 11.00 è entrata nel mio ufficio un'adolescente,16 anni, occhi grandi, bella da morire.Mi chiede aiuto, non sta bene, trema...devo chiamare la comunità dove alloggia...le manca il fiato.Cerco di tranquillizzarla...è un attacco di panico...lo riconoscerei tra mille, l'ho vissuto sulla mia pelle!Al diavolo, oggi sono furente, chiamo la comunità parlo con una pseudo psicologa, le comunico l'accaduto "venite a prendere la piccola...non può tornare sola...non sta affatto bene!"Mi risponde " Non posso tornare in città, le dia una bustina e le faccia prendere l'autobus".Stronza penso ...riattacco il telefono e respiro a fondo, lei mi guarda, io le sorrido...Riprendo il telefono, al diavolo il protocollo riservato, chiamo il 118...tra un pò mi mandano una squadra. Lei preoccupata mi abbraccia e chiede"Rita, sono malata?" "No tesoro" - le rispondo- " è un piccolo controllo".Lei mi stringe forte, sento che trema. Richiamo la comunità, do le mie generalità e comunico"Ho chiamato il 118, veda ora lei come struttura cosa deve fare!Riattacco, senza darle il tempo di rispondere.Arriva il medico...per privacy dobbiamo uscire tutti...ma in un attimo lui si accorge dello sguardo che la ragazza mi lancia...mi chiede se posso rimanere con loro durante il controllo.Acconsento...lei sorride.Il medico, con una delicatezza inusuale...dopo la visita le dice "Tiziana, tu al primo posto...sempre e solo tu...che cosa ti angoscia piccola?".Lei mi guarda, cerca aiuto, i miei occhi si riempiono di lacrime, lei mi corre incontro e mi abbraccia.Il medico ci guarda, sorride e resta in silenziocomprende e ci offre un fazzolettino, firma la diagnosi e mi dice"grazie signora, le stia vicino per quello che le è possibile"La pseudo psicologa manda la madre a prelevare Tiziana...Vipera vorrei gridare e il mio pensiero corre a mia figlia che ha tutto, a Tiziana che non ha certezze, a me e alla mia solitudine!