parlareliberamente
casalinghitudini,delusioni,speranzedel3°millennioIl primo messaggio l'ho scritto un anno fà, il secondo ora. I miei tempi sono decisamente "larghi". Non è cambiato molto in un anno, per fortuna. Cero stando a casa si diventa sempre più, giustamente, egocentrici, si cerca di far andare sempre più le cose secondo i nostri tempi ed esigenze e non più secondo il vortice delle convenzioni e dei mille rapporti esterni. Ogni tanto c'è la sensazione di essere fermi al semaforo, ma poi, pensandoci bene, si assapora tutto il piacere del pensare di più e fare di meno; dello stare fermi e quindi evitare anche tanti errori o azioni che poi ci fanno pentire di averle fatte. Continuo ad essere convinta e felicedi come sto ora, o forse ancora completamente satura di un tipo di vita che non vorrei rifare per niente al mondo.
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Si, questo è il mio primo messaggio. Non so niente di tutto questo, nè come si scrive, ne che linguaggio si usa, nè di che si parla di solito. Io di cose da dire, le mie cose, ne ho tante. Vorrei cominciare con la mia casalinghitudine, scoperta dopo venti anni di lavoro, desiderata da almeno 15 e tanto apprezzata da tre.Credo che attraverso la scelta di non lavorare per l'esterno passi la consapevolezza di sé, il rispetto della propria persona, dei tempi, della salute psicofisica di ognuno di noi. Capisco che questo è impopolare, controcorrente, ma è il modo migliore di vivere, rispettando i propri tempi, l'esigenze vere. Chi dirà ora che i soldi servono per vivere dovrà pensare che buona parte degli stipendi purtroppono servono a far arricchire chi risquorerà i nostri soldi che spendiamo per spese che sono assolutamente superflue. Che qualcun altro ci ha sottilmente imposto di vedere come assolutamente necessarie. Un invito a riflettere su quante cose inutili abbiamo in casa, ma peggio ancora ci mettiamo addosso o nelle tasche, borse valigie. Io paradossalmente, smettendo di lavorare ci ho guadagnato (non spendendo più per andare, mandiare, vestirmi, comprare ciò che avevo visto ai colleghi, tornare a casa e fare da mangiare cose che si cucinano in fretta).Questa per me sarà la prossima rivoluzione: scendere dal carrozzone del consumismo obbligatorio, modaiolo, sempre in movimento. Io non voglio più metterni i pantaloni di un modello che hanno deciso l'anno prima quattro signori per comprare l'ennesima barca. Io mi metto i pantaloni con i quali mi sento più comoda e a mio agio.
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Inviato da: fabrizio67a
il 10/03/2007 alle 21:37
Inviato da: IlsognodelCuore
il 07/02/2007 alle 10:24
Inviato da: blogbruno
il 27/03/2006 alle 01:00
Inviato da: blogbruno
il 20/03/2006 alle 02:15
Inviato da: fan.gian2004
il 26/02/2006 alle 15:52