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THE CHARLATANS...

Post n°17 pubblicato il 20 Marzo 2007 da rizmusic

Le comete di Madchester. Apparsi nella luce folgorante della fine degli anni Ottanta, i Charlatans UK (suffiso reso necessario al primo tour americano quando i ragazzotti inglesi scoprono che già era esistita una garage rock band di San Francisco che rispondeva al nome di Charlatans) sono la quintessenza e l'emblema del movimento di Manchester, fucina sulfurea della musica tra rock, psichedelia ed elettronica che sconvolge prima l'Inghilterra e poi il music business mondiale: meno da copertina degli Stone Roses, meno puntuali degli Happy Mondays, i Charlatans vivono di cadute e rinascite folgoranti, passando dal rischio di chiudere troppo presto la loro avventura al botto di esordire – più volte – al numero uno delle chart del Regno Unito.
Manchester è ribollente di novità al declinare degli anni Ottanta, e tra tutte le novità gli Stone Roses sono senza dubbio quella più ammirata da tutti. Compresi Rob Collins (tastiere), Jon Baker (chitarra), Martin Blunt (basso) e Jon Brookes (batteria) che nel 1989 decidono di formare la loro band, i Charlatans, dando vita a una girandola di vocalist prima di incontrare sulla loro strada Tim Burgess: come ogni band di quel tempo i Charlatans provano in cantina e passano i pomeriggi a bussare alle porte delle label discografiche, ovviamente senza successo. E così il primo passo è quello di farsi la label in casa, quella Dead Dead Good con la quale pubblicano il loro primo dirompente singolo "Indian Rope" (gennaio 1990). Tra le molte band indie di quel movimento i Charlatans sono gli unici a usare l'organo Hammond (Rob Collins) e il singolo balza immediatamente al numero uno delle indie chart: ovviamente la label si svegliano di botto e la prima a mettere un contratto sotto il naso di Burgess e soci è la benemerita Beggars Banquet che pochi mesi dopo "Indian Rope" pubblica un secondo singolo. "The Only One I Know" diventa di colpo una mega hit, tanto da balzare alla numero uno della Top Ten Pop chart e diventare immediatamente il marchio di fabbrica dei Charlatans.
La band ha nel cassetto un terzo singolo clamoroso ("Then") e di seguito ovviamente l'album di debutto, quel "Some Friendly" che altrettanto ovviamente debutta direttamente al primo posto delle classifiche. Tutto questo nel giro di pochi mesi tra 1989 e 1990. Tutta questa buona sorte dell'anno di grazia 1990 si trasforma come per una legge del contrappasso in un incidente dietro l'alto l'anno successivo, a cominciare dalla storia della necessità di aggiungere quell'UK dopo il nome per distinguersi nel mercato USA dove intraprendono il loro primo tour nello stesso anno. Tornati in patria per respirare aria di casa si esibiscono in uno storico concerto alla Royal Albert Hall che però, anziché essere la prima clamorosa tappa della loro carriera, si trasforma nel primo pezzo perso per strada: proprio alla fine del concerto Baker annuncia di voler lasciare la band. In sua vece arriva Mark Collins mentre Blunt comincia a fare i conti con i suoi problemi di depressione. E così quando nel 1992 tornano a pubblicare un album ("Between 10th And 11th") la scena di Madchester ha già cominciato a declinare e il disco finisce a languire impolverato ed ignorato sugli scaffali dei negozi.
Anche il 1992 è un annus horribilis, visto che dopo il flop di "Between 10th And 11th" Rob Collins finisce arrestato nel corso di una rapina a mano armata: si tratta di un enorme malinteso, dal momento che Collins si era semplicemente attardato a bere con un vecchio amico e l'aveva seguito in uno store di alcolici, ma otto mesi di galera non glieli toglie nessuno. Prima di trovarsi le sbarre dietro le spalle riesce comunque a buttare giù le tracce per il terzo album dei Charlatans che finisce pubblicato non appena Collins esce di prigione nei primi mesi del 1994: "Up To Our Hips" riceve critiche entusiastiche e anche grazie al singolo "Can't Get Out Of Bed" l'album diventa il nuovo trampolino di lancio per il ritorno alla grande dei Charlatans che culmina nel 1995. Prima dell'uscita del quarto omonimo album infatti Tim Burgess canta nel pezzo dei Chemical Brothers "Life Is Sweet" che riporta alla ribalta i Charlatans e soprattutto conquista fan anche nei circoli dell'elettronica tanto che con "The Charlatans" e la sua verve dance la band torna al primo posto delle charts britanniche e riconquista la leadership del brit rock (in America il discorso è diverso perché il bando a fare tour a causa dei problemi con la giustizia di Collins non permette ai Charlatans di dare il giusto impulso all'album).
Ma all'ennesimo picco della loro carriera segue un'altra caduta: proprio mentre stanno registrando il quinto album in studio Rob Collins muore in un incidente automobilistico sulla strada per lo studio di registrazione. Nonostante il ruolo cruciale di Collins per il sound dei Charlatans, la band decide di proseguire e di completare "Tellin' Stories" con l'aiuto di Martin Duffy, tastierista dei Primal Scream: l'album esce nel 1997 e sale anch'esso al primo posto delle chart. Due anni dopo è la volta di "Us And Us Only", che segna una evidente presa di distanza da tutto quanto fatto fino a quel momento: l'amore di Burgess per Bob Dylan e l'approdo del tastierista Tony Rogers (che aveva già partecipato al tour di "Tellin' Stories" e contribuito ai b-sides "Keep It To Yourself" e "Clean Up Kid" del singolo "How High") sono il salto triplo nella produzione discografica dei Charlatans che con questo disco iniziano una vera e propria nuova era della loro vita.
Dopo l'uscita di "Wonderland" con tutta la sua ispirazione dance, il 2002 è l'anno di due uscite discografiche che segnano un punto fermo nella storia dei Charlatans: "Live It Like You Love It" è il loro primo live, registrato nella loro città natale nel corso di un concerto nel dicembre del 2001; "Songs From The Other Side" è una collection di b-sides e rarità che mette in ordine la produzione dal 1990 al 1997. Ormai stabilmente considerati una band storica della scena UK, i Charlatans tornano nel 2004 con il loro ottavo album in studio ("Up At The Lake") e due anni dopo con una nuova produzione discografica ("Simpatico") da cui viene tratto il singolo "NYC (There's No Need To Stop)" che ha come b-side il pezzo dedicato a Carl Barat (Dirty Pretty Things ed ex Libertines) "Hard To Be You (Song For Carl)".

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