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Lucilla, la stella marina che voleva brillare


Lucilla era una stella, ma non una stella qualunque. Era una stella marina, con cinque lunghe braccia rosse e addosso il sapore del sale. Viveva sotto l'acqua e ogni notte saliva in superficie, sognando di somigliare alle sue cuginette che vivevano lassù: desiderava brillare anche lei, illuminare il cielo e poter vivere in quella enorme massa blu. Ma non sapeva come volare o come raggiungere quel misterioso e oscuro manto, e ogni notte una lacrima scendeva sempre dai suoi grandi occhi brillanti. Una di quelle notti, però, qualcosa non andò come al solito. Era inverno e il mare era agitato, così agitato che Lucilla non riusciva a vedere le sue amate stelle: le nubi minacciose tingevano tutto di grigio e la pioggia scuoteva le acque con violenza. La stellina, inconsapevole delle forze in superficie, si sporse troppo e un'onda improvvisa la trascinò lontano, alla deriva, dove non poteva controllare i suoi movimenti. Il mattino dopo, quando i suoi grandi occhi salati si aprirono, si trovò su uno scoglio sconosciuto, non distante da una spiaggia. Era sconvolta e impaurita, sentiva la mancanza di casa, quando una voce stridula la fece trasalire :" Ei tu! Cosa ci fai sul mio scoglio?" Si voltò, era un bianco gabbiano dal becco enorme..."Scusami! - gli disse - non so come sono arrivata qui! Ieri il mare era in tempesta e io mi sono persa! Ho perso la via di casa! Il mio nome è Lucilla".Il gabbiano, guardando i suoi occhi tristi e dolci, vi lesse dentro tanto timore, capì che la piccola Lucilla era sincera." Perché non ti sei riparata? Il mare ieri era pericoloso..."" Volevo vedere le stelle!""Non sai che le stelle col temporale non si vedono? "Non lo sapevo, la mia casa è il mare, ma il mio cuore mi porta lontano..."Il gabbiano allora ascoltò i racconti della piccola Lucilla, i suoi sogni, le sue speranze: gli confidò di quanto desiderasse poter volare fin lassù, brillare e conoscere le sue cugine celesti. Il gabbiano, commosso da tanta dolcezza e ingenuità, ebbe allora un'idea:" Lucilla, io sono solo un uccello, non posso portarti fino alle stelle, ma se tu vuoi, posso prenderti nel mio becco e farti volare, posso mostrarti il mondo come lo vedo io e poi aiutarti a trovare la via di casa. Sono un tuo amico adesso, e mi chiamo Bianchino".Gli occhi di Lucilla brillarono come due fari nella notte, pieni di gratitudine e fu così che iniziò il loro magico viaggio dell'amicizia: protetta dal becco di Bianchino vide immensi mari e terre verdi, e poi ancora case, tetti, navi, ponti, porti e centinaia di meraviglie che mai avrebbe immaginato potessero esistere. Era felice come mai nella sua vita, una felicità struggente. Venne sera e il gabbiano e la stella si trovarono sulla via del ritorno; d'improvviso, come un sogno, apparve davanti a loro uno spettacolo fantastico: la notte , in tutta la sua magnificenza, e le stelle che, come splendide sentinelle, illuminavano il loro cammino, così vicine da poterle toccare. " Lucilla, amica mia, siamo vicini alla tua casa, devi tornare dalla tua famiglia ora. Sei piccola e non puoi restare in cielo".Lucilla, incantata da ciò che vedeva, trasalì e con un velo di tristezza comprese che Bianchino aveva ragione: lei era una creatura marina, il suo corpo era fatto per il mare, per il sale e per i pesci, e cominciava a sentire la mancanza di casa, delle sue amiche stelline e del tranquillo luogo dove era nata. Poi d'improvviso qualcosa la distrasse: in quella miriade di luci ne vide una staccarsi e cadere, lasciando dietro di sé una coda di scintille che illuminavano la superficie dell'acqua. Riconobbe il suo mare, la sua casa! Allora ebbe un'idea." Bianchino, ti prego, come ultimo favore ti chiedo di accompagnarmi sulla scia di quella stella. Così potrò dire di aver brillato anch'io!"Bianchino comprese e, come ultimo regalo a quella sua dolce amica, la portò dove lei chiedeva: lì, vicino a quella scia celeste e poi, con dolcezza, la lasciò cadere lungo quello scivolo lucente, salutandola con la sua lunga ala bianca. " Addio, Lucilla, spero di rivederti presto! "" Addio Bianchino, senza di te non avrei mai volato!" E scivolò nel cuore della notte e poi nel mare, felice di aver vissuto quell'avventura meravigliosa, ansiosa di raccontarla a tutti coloro che avrebbero voluto ascoltarla, perché lei, piccola stella marina, era riuscita a brillare.Tutti possono realizzare i propri sogni e se anche non si realizzassero completamente, dobbiamo essere felici di quello che abbiamo, perché il tesoro vero, spesso, ce l'abbiamo già: è il nostro stesso sogno, la nostra aspirazione, la nostra fantasia, sono l'amicizia e gli affetti che accompagnano il nostro viaggio e ci fanno volare nel cielo della vita.                                                                                                                            By M. Pubblicato nell'antologia "Ninna nanna... ti racconto una tavola", di Apollo Edizioni , 2021