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Il cagnolino Tobia _Amicizia


Si è fatto attendere, ma ecco qui il seguito delle avventure di Tobia...
Camminarono all'interno del bosco per molte ore. Tobia seguiva Willy, che con le sue zampette tracciava il percorso. Per Tobia tutto era nuovo: dallo scricchiolio delle foglie secche che calpestava al ronzio degli insetti che si risvegliavano nella primavera. I giochi di luci ed ombre fra i rami alti e frondosi lo facevano sentire al sicuro e ancora riusciva a respirare il profumo della libertà. Non aveva mai sentito la mancanza del suo padroncino, forse perchè con lui non aveva mai fatto nulla che potesse avvicinarsi a una passeggiata o a un gioco assieme. Tuttavia si chiedeva se in casa Rossi si fossero accorti della sua assenza. Giunsero molto presto ad una radura, là dove il bosco sembrava diradarsi e cominciava a intravedersi una strana nebbia grigia. " Quella nebbia è la città! Noi viviamo qui vicino, siamo cani di periferia". Dopo un altro quarto d'ora circa di cammino, i due amici a quattro zampe giunsero presso un ponte e, scendendo sotto di esso tramite una viuzza laterale, incontrarono tre cani sonnecchianti. Tobia all'inizio era intimorito, ma quando sentì il richiamo sicuro e allegro di Willy che diceva " sono tornato!" capì che finalmente erano giunti a destinazione.Stesi a sonnecchiare trovarono tre compagni, che vedendo Tobia rimasero un po' sorpresi. Fu Nelson, guardandolo, a dire " Eih, ma non ti sembra un po' difficile da mangiare?". Nelson era un Breton di media  taglia, con le orecchie un pò all'ingiù e il muso a punta. Aveva la coda lunga e sempre in movimento, e non riusciva a stare fermo sulle zampette lunghe, girava saltellando tutto intorno a Tobia e lo guardava divertito. Si trovava li perchè un giorno il suo padrone, durante una passeggiata senza guinzaglio, non era riuscito a controllarlo e la sua esuberanza e curiosità l'avevano portato a cadere nel vicino fiume. Quando ne era riemerso non era più riuscito a trovare la via di casa." Eih amico, qua la zampa! Gino! Gino svegliati, vieni a vedere chi ci ha portato Willy!"Con una lentezza esasperante, al limite del ridicolo, Gino, un bulldog dal muso schiacciato e dalle orecchie piccole, girò il collo per osservare Tobia. Poi, goffamente, si alzò e si avvicinò con un'andatura talmente buffa da far trattenere a Tobia un guaito. Era talmente brutto da essere irresistibile: i denti inferiori, piccolissimi, sporgevano dalla bocca su cui cadevano da entrambi i lati due guanciotti di pelle penzolante. Le zampe corte, tozze, gli conferivano una camminata dondolante, come se dovesse inciampare ad ogni passo e la coda cortissima e quasi mozza lo faceva assomigliare ad un maialino. Gino aveva un triste ricordo alle spalle, infatti era stato abbandonato dai suoi padroni, ma era talmente pigro che non se ne preoccupava affatto, anzi, si sentiva felice di poter sonnecchiare liberamente tutto il giorno senza doversi preoccupare di muoversi, eccetto per cercare il cibo che gli serviva per trovare altre energie per dormire." Ciao - disse a Tobia - hai da mangiare?" "No..."- rispose Tobia un po' spaventato." Ok allora, poi andiamo insieme a cercare qualcosa..."Detto ciò si accucciò di nuovo a terra e si addormentò ronfando... Tobia non aveva mai  sentito un cane russare.Il terzo cane, Paco, se ne stava più in disparte. Era un cane corso alto e nero, dall'aspetto minaccioso e un po' sospettoso. Era il più schivo dei tre. Era scappato volutamente da casa sua, perchè non gli piaceva quella vita. Orecchie appuntite, muso lungo e un po' schiacciato in punta, zampe sinuose ed eleganti, osservava Tobia e improvvisamente gli chiese, senza una precisa ragione :" che ci fai qui? Come ci sei arrivato?". "Sono fuggito dalla mia famiglia. Il mio padrone non mi dava attenzioni. Poi ho preso una bistecca dal barbecue acceso di un'altra casa. Willy mi ha salvato..."Paco ascoltò la storia e trovò che quel volpino peloso aveva probabilmente più stoffa di quanta lui credesse. " Benvenuto nel Gruppo!" Gli disse " Ora riposatevi, poi andremo a cercare qualcosa da mangiare".E fu così che Tobia trovò qualcosa di molto raro, l'amicizia. Cominciarono delle avventure incredibili, nelle periferia della città: corse per sfuggire agli inseguimenti dei "derubati". Urla e schiamazzi, clacson di macchine troppo veloci. Meravigliose passeggiate nei vicini boschi, con Gino sempre indietro e sempre a richiedere un po' di riposo. Voli con le farfalle e altri splendidi divertimenti. Trascorsero così diversi mesi. Finchè, uno safortunato giorno, di ritorno da uno di quei giri e con una nebbia fitta tutto intorno, la muta di cani si trovò ad attraversare una  strada al buio. Passarono uno alla volta, Tobia un po' più indietro rispetto agli altri perchè la sua attenzione era stata attirata da un animaletto  che saltellava sul ciglio della strada e aveva stuzzicato la sua curiosità di volpino. Non si accorse della macchina che stava arrivando velocemente lungo il tracciato. Quando la vide era troppo tardi. La sua zampettà finì sotto la ruota della vettura, provocandogli un dolore fortissimo che lo fece cadere a terra interrompendogli i pensieri. La macchina si fermò. I suoi amici dall'altro lato della strada erano andati avanti e non si erano accorti di nulla. Tentò di chiamarli ma non ce la fece e perse i sensi...Quando si risvegliò era in un salotto elegante. Due occhioni nocciola lo guardavano." Mamma, mamma! Ciuffo si è svegliato! "Sentì dire queste parole, poi si riaddormentò di nuovo.Tobia era diventato Ciuffo... FINE TERZO EPISODIO