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Louise - Secondo episodio


  Una nuova, avvincente puntata della storia di Louise, la nostra dolce eroina ideata da Jane.BUONA LETTURA!
Il primo pensiero di Louise fu di fuggire e allontanarsi il piu' in fretta possibile da quel posto, non voleva altri guai, il mondo era pieno di violenze e di soprusi non era certo suo il compito di affrontarli ,lei era solo una ragazza; “Che gli uomini risolvano da soli i problemi che creano,che cosa potrei fare io?”Ma dentro di se' sapeva che qualcosa poteva fare, poteva almeno provarci.Gli anni passati con la nonna ad imparare come curare ed alleviare le sofferenze della gente, le sere passate a catalogare ed imparare i nomi e le proprieta' delle varie erbe e soprattutto il freddo che aveva provato ogni volta che usciva all'alba ,per raccoglierle nelle condizioni migliori; non poteva ignorare tutto questo e rinnegare la sua eredita', non per paura, non poteva abbandonare quell'uomo al suo destino, non senza almeno accertarsi se fosse vivo o morto...Un altro dubbio, pero', si insinuo' nella sua mente:'E se l'uomo abbattuto fosse un malfattore, uno di quelli che vivono facendo del male al prossimo e fondano la loro fortuna sulla sofferenza altrui e i suoi aggressori non sono altri che vittime che si ribellano? Certo, e' possibile, ma questo mi esimerebbe dal prestargli aiuto? Potrei sostituirmi alla giustizia Divina e abbandonarlo a se stesso pur potendo fare qualcosa, come mi sentirei poi dopo un fatto cosi?Ma no... non e' possibile, non puo' essere lui il malvagio, non era forse lui a viso scoperto mentre gli altri si nascondevano ? E' la cattiveria che si maschera e colpisce alle spalle, il cavaliere era una vittima, come sua madre, non poteva abbandonarlo...'Si avvicino' cautamente guardandosi intorno per vedere se per caso gli aggressori fossero ancora nei paraggi. Non c'era nessuno e allora si affretto' verso l'uomo che nel frattempo era scivolato dal cavallo e giaceva a terra .Era riverso su un lato con le ginocchia piegate, quasi in una posizione fetale, la ferita alla schiena sanguinava ed impregnava l'erba su cui era posato:”Buon segno, sanguina ancora” disse tra se' la giovane fermandosi un attimo ad ammirare la qualita' e la fattura degli abiti che il ferito indossava, non ne aveva mai visti cosi', nemmeno i notabili del villaggio ne indossavano di simili, doveva essere un Signore, di quelli che a volte si vedevano quando la Corte si spostava a Fontembleau per sfuggire alla calura ed agli afrori malsani di Parigi e ai tetri ambienti del Louvre.L'uomo era pallidissimo e immobile, era alto e di costituzione robusta, Louise ne osservo' i lineamenti forti e regolari in parte nascosti da una capigliatura castana, acconciata secondo la moda ,con ricci a cascata.Gli tocco' il collo e senti' il battito del cuore , debole ma regolare:”per fortuna e' vivo, come posso aiutarlo, sono lontana da casa e non sono in grado di spostarlo?'In verita' anche se fosse stata una donna robusta non avrebbe potuto trasportarlo, ma Louise non era ancora una donna e tanto meno robusta, era , si , alta per la sua eta' e ben fatta, ma era sottile e delicata con lunghi capelli biondo-rossicci , un viso un po' patito in cui spiccavano due grandi occhi grigi, un naso sottile e la bocca con una leggera piega amara che forse, chissa', col tempo sarebbe scomparsa. 'Come posso fare? Ci deve essere un modo per portare quest'uomo fino a casa e curarlo...'Per lei l'espressione 'arrendersi' non esisteva, se c'era un problema andava affrontato e risolto, la sua mente fertile non concepiva che potessero esistere casi senza soluzione,ed inizio' a riflettere guardandosi intorno, cercando qualcosa che potesse servire allo scopo.Aveva li' un cavallo che era rimasto vicino al suo padrone e che, anche se roteava gli occhi e batteva ritmicamente lo zoccolo anteriore destro per la paura, non era scappato,anzi,ogni tanto emetteva un nitrito sommesso e prolungato,quasi ad attirare l'attenzione della ragazza, si voltava verso di lei. Doveva essere un animale di valore e ben addestrato, Louise decise di verificare se poteva utilizzarlo per mettere in pratica un'idea che si stava formando nella sua mente.Si avvicino' ad esso e gli si mise davanti al muso , comincio' a carezzarlo delicatamente con tutte e due le mani:”Calmati, il tuo padrone non e' morto, ha bisogno di noi, mi aiuterai?”Mentre parlava gli alitava piano piano nelle froge e l'animale smise di roteare gli occhi e , con un fremito avvicino' il muso nell'incavo del collo della ragazza e vi si appoggio'.“Bravo, amico mio, ora lasciati guidare che abbiamo molto da fare e lo dobbiamo fare in fretta, altrimenti quei ribaldi potrebbero tornare e allora sarebbe la fine”.Cosi' parlando e carezzandolo condusse il cavallo piu' vicino possibile al cavaliere.“Ora stai fermo e tranquillo che torno subito.”L'animale segui' con gli occhi imploranti la giovane che si allontanava verso il folto degli alberi, dopo poco ella ne emerse trascinando due rami secchi e dritti, erano lunghi circa tre metri e dal diametro approssimativo di 15 centimetri da un lato e circa 10 dall'altro .Erano ancora abbastanza flessibili da non spezzarsi sotto il peso di un uomo adulto.Dal cesto che portava con se' prese alcuni lacci di cuoio elastici e resistenti, con uno di essi lego' insieme le estremita' piu' sottili dei due rami e poi con due lacci piu' lunghi lego' separatamente le estremita' piu' doppie ai due lati della sella sul cavallo.Si tolse dalle spalle lo scialle e lo avvolse intorno ai due paletti dietro al cavallo legandone le estremita' con nodi stretti.Aveva cosi' creato un mezzo di trasporto rudimentale ; prese il cavallo per le briglie e lo guido' in modo da portare il supporto improvvisato di lato al ferito, per fortuna questi si era adagiato su un fianco e, cosi', facendo leva sull'altro lato, lo fece rotolare sullo scialle in modo che restasse bocconi e la ferita non subisse traumi.Sistemate le cose in questo modo, si avvio' con molta prudenza assecondata dal docile destriero . CONTINUA...