Tra le mie parole...

Pasqua da me...Pasqua per tre!


No, no, nooooooo…non ce la faccio!!! Pure Pasqua no. Bastaaaaaaaaaaaaaaa….smettetela di perseguitarmi con ste feste comandate…non ce la faccio più!!!Ci sono diversi motivi per cui non sopporto la Pasqua…il motto dice: “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”. NO, a casa mia sto motto diventa: “Natale con i tuoi, Pasqua pure”. Ma perché??? Perché non è possibile passare il giorno di Pasqua come qualunque altra domenica dell’anno???Sembra che in quel giorno tutti diventino degli emeriti morti di fame…e i parenti arrivano a frotte, come un plotone della terza guerra d’indipendenza dentro casa mia.Ma non è solo un problema di persone con cui condividere quel giorno…se fosse un normale pranzo tra parenti potrebbe pure essere tollerato…ma il giorno di Pasqua è tremendo. Prima di tutto mi ritrovo in casa quei parenti che non vedo da 45 anni, quando ancora me ne stavo tranquillo dentro gli organi riproduttivi di mio padre…quei parenti di cui ignoro l’esistenza e ogni tanto mi chiedo se siano vivi o no. Inoltre, come se avere 50 persone in casa non fosse sufficiente, la giornata “particolare” richiede un sorriso a 350 denti, tipo pubblicità della Mentadent. Anche se sono andato a letto tre ore prima del pranzo, il giorno di Pasqua sono bandite occhiaie e musi lunghi…sono obbligato a sorridere anche al parente che ogni anno fa lo stesso regalo: il mitico tronchetto alto un metro…che uno vorrebbe dirgli: “Ma cavolo, se ogni anno vedi che non sappiamo dove metterlo sto tronchetto…che cavolo continui a regalarlo???”. Non so, scherzi del destino.E tra vestiti nuovi, cravatte variopinte e odore di naftalina per quelli che hanno riciclato il vestito dell’anno precedente, si apre il triste rito del pranzo. Il giorno di Pasqua a casa mia, si fa a gara a chi prende prima l’indigestione. Ogni anno è la stessa storia: mamma, all’improvviso subisce il raptus da Prova del Cuoco. Si trasforma in Antonella Clerici e comincia a cucinare l’inverosimile. Se ogni altra domenica un primo e un secondo sono più che sufficienti…il giorno di Pasqua…ci sono tre primi (mediamente) e giù con arrosti, fritture e chi più ne ha più ne metta. Un pranzo che dura all’incirca dalle 12.30 alle 17.30 che quando mi alzo dal tavolo sembro un cinghiale in savana e non riesco nemmeno a superare la porta della cucina. Ma il momento topico arriva al momento del dolce. Puntuale arriva la colomba con tre chili di uvetta e canditi…io detesto i canditi e le uvette e mamma che lo sa, mi guarda con quel sorriso inebetito e mi dice…ma dai ce ne sono così pochi, toglili! Così pochi???? Ma stiamo scherzando??? Ogni colomba ha così tanti canditi che sembra in preda ad attacco di foruncoli pasquali, di quelli che vengono mediamente dopo aver mangiato tre chili di cioccolato. Provateci voi a staccarli tutti uno per uno…cavolo, arrivo alla cena che è ora di ricominciare a mangiare. E le uova??? Vogliamo parlarne…tutte ste uova pubblicizzate, specie per le sorprese che, leggendo l’etichetta ti sembra che dentro ci sia una Ferrari o una Maserati e poi le apri e cosa trovi??? Una bambolina delle Winx, un vestitino per la Barbie, un portachiavi con il ciuccio…non voglio dire che compro l’uovo per la sorpresa…sarebbe preoccupante. Ma cavolo uno spende più di dieci euro per un etto di cioccolata e un vestitino da bambola…che poi, se non c’hai la bambola, cosa ci fai???? Fatemi capire…Dopo pranzo…è la fine. I nonni che collassano sul divano in preda al sonno acuto e gli altri che girano per casa come zombie senza meta…fino a quando la voce della mamma tuona: “Allora, apparecchiamo per cena?”. La cena??? Ma cavolo, abbiamo finito di pranzare da mezz’ora e apparecchiamo per cena??? Lo stomaco vorrebbe contorcersi e ribellarsi per dire no…ma la seduta a tavola è inevitabile…e l’intestino, in preda ad una crisi di panico, comincia a vedere arrivare gli stessi alimenti del giorno (tanto diciamocelo, a cena si mangiano gli avanzi del giorno)…e giù ancora cibo…come oche ingrassate!Insomma la Pasqua è un gran tormento…diciamocelo chiaramente, almeno a casa mia. Ma in fondo è sempre Pasqua e, come per Natale, a Pasqua siamo tutti più buoni. Che ben vengano i parenti dimenticati, le pietanze della mamma impazzita e i nonni collassati sul divano…la vita è fatta di attimi brevissimi…chissà se un giorno mi ritroverò a rimpiangere quei pranzi lunghissimi. Ora ce li ho e me li tengo…fortuna che Pasqua viene una volta l’anno!!!Buona Pasqua a tutti, di cuore…che vi porti tanta felicità, allegria e spensieratezza…a chiunque passi di qui e anche a chi non passerà…per la par condicio!!!La tradizione di tutte le generazioni passate pesa come un incubo sul cervello dei vivi.Karl Marx