Tra le mie parole...

Bombe su Internet!


E’ di questi giorni la notizia che un sito arabo ha provveduto a mettere on line una classifica un po’ particolare. Si tratta della top 20 dei venti più begli attentati kamikaze ripresi e filmati dal momento dello scoppio, a quello dei primi soccorsi a feriti e morti.Scene raccapriccianti, l’orrore spettacolarizzato e portato alla mercè di chiunque. Sintomo di una società in cui la volontà di stupire va oltre tutto, va oltre il rispetto della vita e della dignità delle persone. Una società in cui un attentato vale quanto una canzoncina da trasmettere e sulla quale speculare.Credo ci sia poco da dire sull’efferatezza di una simile operazione pubblicitaria. Ma voglio cogliere l’occasione per parlare del mondo di Internet. Tutti lo accusano, tutti ci sputano sopra…eppure nessuno sa farne a meno.Da quando Intenet è entrato nelle case degli italiani si è aperta una nuova era: l’era in cui è possibile conoscere in un nanosecondo centinaia di persone in ogni parte del globo, comunicare con i propri parenti dall’altra parte del mondo con un clic, descrivere stati d’animo, pensieri e sensazioni condividendoli con chi non ci conosce minimamente eppure per un momento si sente vicino a noi.Ma l’immagine di Internet che più frequentemente ricorre è quella del luogo in cui si fanno brutti incontri con pervertiti, pedofili, stupratori, in cui l’anarchia regna sovrana e in cui episodi di bullismo e di morte vengono palesati agli occhi di tutti, anche dei più piccoli.Può darsi…Internet è anche questo. Ma da buoni italiani siamo abituati a guardare solo all’aspetto negativo delle cose, perché il futuro ci spaventa ed è giudicato sempre e comunque, inesorabilmente peggio del passato. Trovo che l’errore stia alla base: nel vedere Internet come un mezzo libero e aperto a tutti.In questa sorta di paradiso felice girano pedofili, truffatori, potenziali stupratori, male intenzionati, violenti…ma qual è la differenza col mondo reale? E perché nel mondo reale ci sentiamo in dovere di proteggere i bambini da queste figure losche, e poi li lasciamo navigare tranquillamente per ore in Internet pur essendo perfettamente consapevoli che i rischi sono esattamente gli stessi? Crediamo che la spettacolarizzazione dell’orrore avvenga solo su Internet, in realtà ce l’abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Quelle stesse immagini di corpi straziati sono state trasmesse su Internet come sui telegiornali che hanno dato la notizia (e attenzione perché il giornalista ha pensato bene di sottolineare che, per rispetto, ha provveduto a tagliare le scene in cui i cadaveri venivano tirati fuori dalle auto), tutti però hanno attaccato Internet…ma scusate, non erano le stesse immagini? Non erano le stesse venti posizioni di una classifica vergognosa?E’ come se quelle immagini abbiano ricevuto maggiore legittimazione perché trasmesse all’interno di un telegiornale. No, non lo trovo giusto.Se vogliamo mettere alla gogna Internet, facciamolo pure, ma almeno guardiamo alla realtà con occhi oggettivi. Non voglio condividere un gesto così osceno, sono il primo a dire che si tratta di qualcosa di terribilmente disgustoso…ma c’è una differenza sostanziale: mentre per vedere quelle immagini su Internet me le devo andare a cercare…finché sto pranzando, e guardo il telegiornale, non ho possibilità di scelta. Compio una scelta sul telegiornale, inconsapevole di ciò che verrà mostrato. E sarei curioso di sapere quanti di quei genitori che criticano tanto Internet e lo vedono come la bestia nera del 2000, di fronte alle immagini di quelle atrocità vergognose hanno posato la loro forchetta e hanno coperto gli occhi dei loro figli. Io credo pochi.Cambia il mezzo, cambia il modo di comunicare, cambia la credibilità e il numero di osservatori…ma lo scempio è lo stesso, e sarebbe il caso che qualcuno se ne accorgesse.La critica è più facile dell’arte.Zeusi